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22/01/2021 - StarNews – Zona euro, nella stima flash di gennaio, Pmi manifatturiero a 54,7 punti da 55,2 di dicembre, e Pmi dei servizi a 45,0 da 46,4. Composito a 47,5 da 49,1

Nella zona euro, il Pmi del settore manifatturiero, nella stima flash di gennaio, scivola a 54,7 punti (minimo da 2 mesi) da 55,2 di dicembre.

Il dato, elaborato da Markit sulla base di circa l’85% del totale delle risposte del sondaggio, pur restando saldamente sopra la soglia dei 50 punti, delude le stime degli analisti di Star am, contenute nel Market movers settimanale (57,0 punti). La produzione del settore, peraltro, si indebolisce a 54,5 punti (minimo da 7 mesi) da 56,3 del mese precedente.

L’indice dei servizi, invece, scende a 45,0 punti (minimo da 2 mesi) da 46,4 di dicembre. Il composito, pertanto, sintesi di manifatturiero e servizi, si attesta a 47,5 punti (minimo da 2 mesi) da 49,1 di dicembre.

L’attività economica dell’eurozona, dunque, ha indicato un’accelerazione del tasso di contrazione, con le aziende in affanno a causa dell’ondata pandemica e delle relative restrizioni.

Tuttavia, negli ultimi tre mesi il Pmi è apparso più robusto rispetto ai primi mesi della pandemia. Il che suggerisce un impatto economico della seconda ondata di contagi di gran lunga inferiore rispetto alla primavera scorsa.

Il peggioramento della prestazione economica di gennaio ha coinvolto tutta l’area dell’eurozona, ma con intensità diverse. In Germania, la crescita dell’attività è scesa ai valori minimi dalla ripresa iniziata lo scorso luglio (da 52,0 a 50,8). La produzione ha rilevato un’accelerazione della contrazione, invece, in Francia (da 49,5 di dicembre a 47,0) e nel resto dell’eurozona (da 46,1 a 44,7). Tuttavia, come per la Francia, il declino è stato meno aspro di novembre.

“L’inasprimento delle restrizioni anti covid-19 - commenta il capo economista di Ihs Markit, Chris Williamson – a gennaio sta indebolendo sempre più le aziende, al punto che un secondo picco di recessione sembra sempre più inevitabile. La produzione è diminuita a un tasso maggiore per via del peggioramento delle condizioni del settore dei servizi e dell’indebolimento del manifatturiero, che ha indicato la crescita minore degli ultimi sette mesi di ripresa”.

“Segnali incoraggianti arrivano dalla minore entità della contrazione rispetto a quella della scorsa primavera – aggiunge l’economista –, riflesso di una resilienza del manifatturiero, della crescente domanda per le esportazioni e dell’impatto minore delle misure anti-covid, mediamente meno restrittive rispetto allo scorso anno. Aziende e consumatori privati, peraltro, stanno trovando il modo di adattarsi alla pandemia e alle relative restrizioni”.

“La distribuzione del vaccino – conclude l’economista –, nel frattempo ha aiutato a mantenere un forte livello di ottimismo rispetto ai prossimi dodici mesi, anche se il recente aumento del numero di contagi ha ridimensionato gli entusiasmi. I dati dell’indagine, dunque, prospettano nell’eurozona un debole inizio del 2021. L’area, però, dovrebbe recuperare vigore non appena la distribuzione del vaccino accelererà il passo”.


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