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01/03/2021 - StarNews – Zona euro, Pmi manifatturiero finale di febbraio a 57,9 punti da 54,8 di gennaio

Nella zona euro, il Pmi manifatturiero (destagionalizzato) finale di febbraio si attesta a 57,9 punti da 57,7 della stima preliminare, 54,8 di gennaio e 54,7 della stima degli analisti di Star am, contenuta nel Market movers settimanale.

Nel mese, la prestazione dell’economia manifatturiera dell’eurozona è stata forte. Le condizioni operative, infatti, sono migliorate al tasso maggiore in tre anni. E l’indice si è attestato per l’ottavo mese consecutivo sopra la soglia neutra dei 50 punti, oltre la quale si segnala espansione dell’attività.

A febbraio, tutti e tre i sottosettori hanno registrato migliori condizioni operative. I produttori dei beni di investimento hanno riportato la crescita più vigorosa da gennaio 2018, seguiti dai produttori dei beni intermedi. Più modesta quella del sottosettore dei beni di consumo ma, comunque, sempre la più robusta dallo scorso settembre.

Il Pmi manifatturiero dell’eurozona è stato stimolato dalle forti crescite sia della produzione che dei nuovi ordini, con entrambi i valori che hanno raggiunto i livelli migliori dai recenti record di ottobre. I nuovi ordini sono stati trainati soprattutto dai maggiori volumi di esportazione (i più corposi da gennaio 2018, incluso il traffico intro eurozona).

Eccetto la Grecia, dove il Pmi manifatturiero è scivolato appena sotto i 50 punti, la ripresa della crescita manifatturiera osservata a febbraio è stata trasversale a tutte le economie, e più solida rispetto a gennaio. Trainate dalle esportazioni, primeggiano ancora in termini di crescita generale Germania (a 60,7, massimo in 37 mesi) e Paesi Bassi (a 59,6, massimo in 29 mesi). L’Austria ha riportato il risultato migliore in tre anni (58,3), mentre i progressi osservati in Italia (56,9) e Francia (56,1) sono stati i maggiori da inizio 2018. A confronto, i tassi di crescita osservati in Spagna (52,9, massimo in 7 mesi) e Irlanda (52,0, massimo in 2 mesi) sono stati modesti.

"Il settore manifatturiero, quest’anno, ha contribuito sempre più positivamente all’economia dell’eurozona – ha commentato Chris Williamson, capo economista di Markit –. Il Pmi ha raggiunto il valore più alto in tre anni ed è in rotta per raggiungere un livello superato raramente in oltre venti anni di storia dell’indagine, in particolare durante la bolla delle dot.com, la ripresa iniziale dalla crisi finanziaria e nel 2017-18. Le aziende produttrici stanno beneficiando del rinvigorimento della domanda di beni, sia sul mercato nazionale che estero, collegata alle speranze di ripresa post covid-19, favorendo nuovi incrementi delle giacenze, investimenti in attrezzature e macchinari, così come un’espansione dei consumi”.

"L’espansione del manifatturiero - ha aggiunto Williamson – sta certamente aiutando ad ammortizzare l’attuale debolezza causata dal virus in vari settori a diretto contatto con i consumatori, alleviando l’impatto delle recenti restrizioni in parecchie nazioni e aiutando a limitare il tasso generale di contrazione economica. Lo scatto di crescita ha portato tuttavia con sé i suoi problemi, con l’offerta di forniture che non riesce ancora a soddisfare la domanda. I ritardi nelle spedizioni e la carenza di materiale sono problemi largamente menzionati che hanno causato ritardi quasi record sulla catena di distribuzione”.

“I prezzi pagati per le materie prime – ha concluso l’economista - sono di conseguenza aumentati al tasso più veloce in quasi dieci anni, suggerendo un ulteriore aumento dell’inflazione dei prezzi al consumo nei prossimi mesi, o almeno finché offerta e domanda non ritorneranno a bilanciarsi”.


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