Economic news

03/03/2021 - StarNews – Eurozona, a febbraio Pmi composito finale a 48,8 punti da 47,8 di gennaio. Pmi del terziario a 45,7 da 45,4 del mese precedente

Nell’eurozona il Pmi composito finale, sintesi di manifatturiero e servizi, a febbraio è salito a 48,8 punti da 48,1 della stima flash e da 47,8 di gennaio.

Il dato, diffuso da Markit, ha confermato una contrazione dell’economia del settore privato dell’eurozona, anche se in rallentamento, anche più di quanto stimato dagli analisti di Star am (48,1 punti) nel Market movers settimanale.

Ancora una volta, il comparto procede a due velocità. Da una parte il manifatturiero, che ha registrato la più forte espansione della produzione degli ultimi quattro mesi, alimentata dal rafforzamento della domanda sia nazionale che estera. Dall’altra, il settore dei servizi, in forte flessione, soprattutto dove l’impatto delle restrizioni sociali è stato maggiore.

Gli indici compositi di Italia e Germania, rispettivamente a 51,4 (massimo in 7 mesi) e 51,1 (massimo in 2 mesi), sono stati i soli a registrare a febbraio una crescita modesta della produzione, grazie alle forti prestazioni manifatturiere che hanno decisamente ammortizzato la debolezza dell’industria terziaria. Nelle altre economie dell’area si sono registrati tassi in flessione, con l’Irlanda che ancora una volta ha indicato la contrazione più forte (a 42,7, massimo in 2 mesi), seguita dalla Spagna (45,1, massimo in 2 mesi) e dalla Francia (47,0, minimo in 3 mesi).

Nello spaccato, l’indice dell’attività terziaria dell’eurozona è rimasto impantanato su un valore inferiore alla soglia di non cambiamento di 50 punti per il sesto mese consecutivo. L’indice è variato di poco, da 45,4 di gennaio a 45,7 di febbraio. Ancora una volta, tutte e cinque le nazioni monitorate hanno registrato un calo dell’attività, con in cima alla classifica Irlanda e Spagna (a 43,1 da 41,7). Francia (a 45,6 da 47,3) e Germania (a 45,7 da 46,7) hanno indicato valori simili di contrazione, con la seconda che ha mostrato il valore peggiore dallo scorso maggio. In Italia l’indice omologo è risalito a 48,8 da 44,7. A causare tale riduzione generale dell’attività è stato ancora una volta il calo del flusso di nuovi ordini, in flessione per il settimo mese consecutivo. Anche le vendite estere sono state inferiori, ma al tasso più lento degli ultimi 12 mesi.

“Il quarto mese consecutivo di contrazione dell’attività economica - commenta Chris Williamson, capo economista di Markit – accredita una deriva dell’eurozona verso una doppia recessione, anche se il rallentamento del tasso di contrazione sottolinea quanto l’ultimo declino sia di gran lunga minore rispetto a quello causato lo scorso anno dalla pandemia. Se nei servizi molte aziende del settore della ricettività continuano a subire gli effetti delle limitazioni legate al covid-19, il manifatturiero se la sta cavando bene, attenuando l’impatto economico generale delle restrizioni. Persino la parte più duramente colpita del terziario sta mostrando maggiore resilienza dello scorso anno, dando segnali di adattamento alle misure di distanziamento sociale”.

“Sta diventando sempre più evidente – aggiunge Williamson – che dovremo utilizzare molte misure anti covid-19 ancora per qualche tempo, vista in parte la lentezza della distribuzione del vaccino. Questo potrebbe allungare i tempi di ripercussione della pandemia sull’economia fino alla seconda parte dell’anno, a detrimento del ritmo di ripresa. Ci si domanda quanto queste misure di contenimento limiteranno la distribuzione di beni e servizi in un contesto di ripresa della domanda, poiché ciò può incidere sul potere sui prezzi nei prossimi mesi e influenzare la durata di innalzamento dei prezzi attualmente in corso”.


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