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03/06/2021 - StarNews – Usa, Ism non manifatturiero a maggio a 64,0 punti da 62,7 di aprile. Pmi dei servizi definitivo di Markit a 70,4 da 64,7 che porta il Composito a 68,7 da 63,5
Negli Usa, l’Ism non manifatturiero a maggio sale a 64,0 punti da 62,7 di aprile.
Il dato, elaborato dall'Institute for Supply Management, resta saldamente in territorio di espansione, sopra la soglia dei 50 punti, e accelera rispetto al mese precedente. È superiore anche alle stime degli analisti di Star am, che nel Market movers settimanale avevano previsto un progresso più contenuto, a 62,9 punti.
Fra le varie componenti dell'indice, quella sull'attività aziendale è balzata a 66,2 punti da 62,7 del mese precedente, quella sui prezzi a 80,6 da 76,8 e quella sugli ordini a 63,9 da 61,2. La componente dell'occupazione, invece, è scesa a 55,3 da 58,8.
"L'indice composito ha mostrato una crescita per il dodicesimo mese consecutivo dopo una contrazione di due mesi ad aprile e maggio 2020 - ha commentato Anthony Nieves, a capo dell’Ism -. Il tasso di espansione è molto forte, poiché le imprese hanno riaperto e la capacità produttiva è aumentata. Permangono, però, limiti di capacità, carenze di materiale, ritardi legati alle condizioni meteo e difficoltà nelle risorse logistiche e occupazionali".
L’indice Pmi dei servizi curato da Markit, nel dato definitivo di maggio, si è consolidato a 70,4 punti da 70,1 della prima lettura e da 64,7 di aprile.
Il Pmi composito (sintesi di manifatturiero e servizi), di conseguenza, si è attestato a 68,7 da 68,1 della stima flash e da 63,5 di aprile.
L'espansione senza precedenti dei servizi, si legge nel report, è stata sostenuta da un marcato aumento di nuovi ordini, a sua volta sostenuto dal più rapido aumento dei nuovi ordini dall'estero da nove mesi. Le maggiori esigenze aziendali hanno determinato un ulteriore forte aumento dell'occupazione. "Il ritmo della creazione di posti di lavoro - commenta Chris Williamson, capo economista di Ihs Markit –, però, è diminuito perché le aziende hanno segnalato difficoltà a coprire i posti vacanti. Ci aspettiamo ulteriori robuste espansioni nei mesi estivi, con un miglioramento della situazione del portafoglio ordini accompagnato da elevati livelli di fiducia delle imprese e dall'ulteriore allentamento delle restrizioni sia negli Usa che all'estero".
"Gli indicatori dei prezzi – conclude l'economista – sono saliti a livelli molto alti. Il che si aggiungerà alle preoccupazioni sull'inflazione. Questi tassi di crescita della produzione e dei prezzi senza precedenti porteranno inevitabilmente a speculazioni su un tapering della politica della Fed prima del previsto".