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04/11/2021 - StarNews – Eurozona, a ottobre Pmi composito finale a 54,2 punti da 56,2 di settembre. Pmi del terziario a 54,6 da 56,4 del mese precedente

Nell’eurozona, il Pmi composito finale, sintesi di manifatturiero e servizi, a ottobre resta su un livelli robusti ma scende ancora, a 54,2 punti da 54,3 della stima flash, 56,2 di settembre (tra i valori più alti degli ultimi 15 anni) e dai 55,3 attesi nel Market movers settimanale.

All’inizio del quarto trimestre continua il rallentamento della crescita nell’area, con un indebolimento delle espansioni sia del manifatturiero che del terziario. Particolarmente forte è stata la frenata del manifatturiero, rallentato al valore più debole da luglio, mese in cui è iniziata la ripresa. Nel frattempo, con l’esaurirsi del forte rilancio successivo alle chiusure anti-pandemiche, l’espansione dell’attività terziaria ha rallentato ai minimi in sei mesi. L’indice dei servizi, infatti, si è attestato a 54,6 punti da 56,4 di settembre, 54,7 della stima flash e dai 55,9 stimati dagli analisti di Star am.

Ad ostacolare gli affari di ottobre sono state sorpattutto le difficoltà di approvvigionamento, che hanno anche alimentato forti pressioni inflazionistiche, con prezzi di vendita e di acquisto aumentati a tassi record.

Nel mese, tutti i Paesi monitorati dell’eurozona hanno registrato tassi di crescita produttiva più deboli, salvo l’Irlanda, che ha mostrato un’ottima prestazione, tra le più robuste di sempre (62,5, massimo in 2 mesi).

L’incremento minore dell’attività è stato rilevato dalla Germania (il suo indice si è attestato a 52 punti, minimo in 8 mesi), per effetto di forti rallentamenti in entrambi i settori. La Spagna ha marcato 56,2 punti (minimo da 6 mesi), la Francia 54,7 (minimo da 6 mesi), l’Italia 54,2 (minimo in 6 mesi).

“Il manifatturiero è stato ostacolato dalle difficoltà sui rifornimenti e il terziario ha perso slancio dopo il lento esaurirsi della ripresa seguita alle chiusure antipandemiche - commenta Chris Williamson, capo economista di Ihs Markit –. Malgrado il rallentamento, il tasso di espansione resta in linea con la crescita trimestrale del Pil dello 0,5%, ma c’è una preoccupante incertezza sulla traiettoria dei prossimi mesi. La crescita del manifatturiero potrebbe risentire ancora per qualche tempo della carenza di approvvigionamenti, a ottobre peggiorata anziché migliorare”.

“Nel qual caso – spiega Williamson –, sarebbe il settore terziario a dover guidare la crescita economica. Ma nel settore dell’accoglienza già compaiono segnali di frenata, legati all’aumento dei contagi, soprattutto in Germania ma non solo. Al contempo, le attuali carenze sulla fornitura accreditano forti pressioni sui prezzi anche per l’anno prossimo. Tuttavia – conclude l’economista - non ci sono ancora segnali di forte e continuo incremento salariale, che comporterebbe una ben più grande preoccupazione sulle previsioni di inflazione a più lungo termine”.


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