Approfondimenti

22/09/2016 - StarNews – Bollettino della BCE: "Le misure adottate assicurano ancora condizioni di finanziamento favorevoli e sostenegono la ripresa nell'area euro". Il capo della BCE Draghi: "Paesi con debito pubblico elevato facciano sforzi ulteriori"

"Le misure di politiche adottate continuano ad assicurare condizioni di finanziamento favorevoli e a sostenere la ripresa economica nell'area dell'euro". Così la BCE nel consueto bollettino mensile. Il Consiglio Direttivo dell’istituto prevede una ripresa graduale nelle economie avanzate e una crescita del Pil reale nell'area euro a un ritmo ancora moderato ma costante nei prossimi mesi, in linea con le proiezioni di giugno 2016.

Questa dinamica è favorita dai bassi tassi di interesse e dal miglioramento dei mercati del lavoro e della fiducia. Sullo scenario globale, tuttavia, continuano a pesare le incertezze economiche e politiche a livello globale che alimentano rischi al ribasso, tra cui la Brexit.

In particolare, secondo il Consiglio direttivo, se la domanda interna è sostenuta dalle misure di politica monetaria per l'economia reale, la ripresa degli investimenti è puntellata dalle condizioni di finanziamento favorevoli e dai miglioramenti nelle prospettive della domanda e della redditività delle imprese.

La Bce ha collocato, presso le banche dell'area euro, un totale di 45,3 miliardi di euro nel secondo round del programma Tltro2, prestiti legati alla concessione di finanziamenti a famiglie e imprese. Nella precedente operazione l'ammontare era stato di 31 miliardi.

Le previsioni sul Pil, già diffuse dal presidente, Mario Draghi, nella riunione dello scorso 8 settembre, sono pari all'1,7% nel 2016, all'1,6 nel 2017 e all'1,6 nel 2018. L'Eurotower, tuttavia, prevede che la ripresa nell'area sarà ostacolata dalla persistente debolezza della domanda estera, parzialmente connessa all'incertezza alimentata dalla Brexit, dagli aggiustamenti di bilancio necessari in diversi settori e dalla lenta attuazione delle riforme strutturali".

Il Bollettino conferma come il tasso di inflazione, supportato dalle misure di politica monetaria e dalla prevista ripresa economica, dovrebbe aumentare ulteriormente nel 2017 e nel 2018.

In questo quadro, secondo la Bce si profilano tassi di interesse "su livelli pari o inferiori a quelli attuali oltre la primavera 2017 e la conferma dell’attuale piano di acquisto di titoli da 80 miliardi di euro al mese fino a marzo del prossimo anno o anche oltre, se necessario". Il Consiglio, infatti, ribadisce  resterà vigile e pronto ad agire ad ogni evenienza.

Draghi, oggi ha presieduto la conferenza annuale dell'European Systemic Risk Board, che coordina il monitoraggio dei rischi sistemici. In questa sede, ha respinto le accuse rivolte alla Bce dal settore bancario, secondo cui i bassi tassi d’interesse e soprattutto i tassi negativi applicati ai depositi delle banche presso l'Eurotower stessa, comprimono i margini d’interesse e quindi la redditività degli istituti di credito. “I tassi sono in calo da oltre due decenni per diversi fattori - ha ricordato - la politica monetaria accomodante può avere contribuito a questo trend ma, secondo le nostre ricerche, la compressione dei margini di interesse è più che compensata, nei bilanci delle banche, dai guadagni di capitale sul loro portafoglio di titoli a reddito fisso e dall’aumento dei prestiti e dal calo delle possibili perdite su crediti. Anche la sovraccapacità in alcuni settori bancari nazionali, e la concorrenza che ne consegue, aggravano la pressione sui margini e sono sintomo di come il settore non funzioni al massimo dell'efficienza". Secondo il presidente della Bce, pertanto, "nel più ampio contesto di eccesso generalizzato di capacità produttiva e innovazione tecnologica, alcune banche dovranno rivedere i propri modelli di business per sostenere la redditività".

L’Eurozona soffre anche di una eccessiva dipendenza dalle banche, secondo Draghi: le imprese hanno bisogno di accedere a un più ampio ventaglio di fonti di finanziamento, in particolare a un mercato dei capitali più sviluppato. Per questo Esrb e Bce sostengono l’iniziativa della Commissione europea per un’unione dei mercati dei capitali in Europa, anche per ridurre il gap nei confronti degli Usa.

Un altro rischio sistemico da monitorare, ha detto Draghi, è lo sviluppo di una parte non regolata del sistema finanziario.

"La politica – commenta Draghi - deve rimanere vigile e agire di fronte a rischi sistemici. Perché il pericolo più grande è nel non fare niente. Inoltre, deve compiere ulteriori sforzi di risanamento, soprattutto nei Paesi con debito pubblico elevato, vulnerabili a un aumento dell'instabilità nei mercati finanziari o a una risalita dei tassi di interesse". D’altronde, "la piena conformità al Patto di stabilità e crescita sarebbe di supporto ai Paesi nella correzione degli squilibri di bilancio, guidandoli in tal modo verso una traiettoria di indebitamento adeguata".

"La riforma del mercato del lavoro introdotta in Italia nel 2015 – conclude il governatore - ha sostenuto negli ultimi trimestri il rinnovato dinamismo dell'occupazione nel Paese, che però, insieme alla Francia, ha contribuito meno di Germania e Spagna alla ripresa dell'occupazione nell'area euro.


Invia per E-mail stampa facebook Più Share on Google+ Share on LinkedIn