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30/06/2022 StarNews – Eurozona, a maggio tasso di disoccupazione al 6,6% dal 6,7% di aprile, nell’intera Ue al 6,2% dal 6,3% del mese precedente

 Nell'eurozona, a maggio la disoccupazione si attesta al 6,6% dal 6,7% di aprile scorso (rivisto dal 6,8%) e dal 7,9% di maggio 2021.

Il risultato, comunicato dall'Ufficio statistico europeo Eurostat, è migliore delle attese degli analisti di Star am, contenute nel Market movers settimanale (6,8%).

Nell'intera Ue la percentuale dei senza lavoro è scesa al 6,1% come nel mese precedente e dal 7,3% di maggio 2021.

Eurostat stima 13.066 milioni di disoccupati a maggio 2022 nell'Ue, di cui 11.004 milioni nell'area dell'euro. Ad aprile scorso erano 13.139, di cui 11.085 nella zona euro.

Rispetto a maggio 2021, la disoccupazione è diminuita di 2,515 milioni nell'Ue e di 2,165 milioni nell'area dell'euro.

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29/06/2022 StarNews – Usa, Pil del I trimestre nella stima definitiva a -1,6% t/t ann. da -1,5% della terza lettura e da +6,9% dell’ultimo quarto del 2021

Negli Usa, il Pil del I trimestre, nella stima definitiva, rivede al ribasso la terza stima, a -1,6% t/t ann. da -1,5% della lettura precedente (-1,4% in prima lettura) e da +6,9% dell’ultimo quarto dell’anno.

Il calo, rilevato dal Dipartimento del Commercio statunitense, supera le attese degli analisti di Star am, che nel Market movers settimanale avevano previsto una flessione dell’1,5% t/t.

A supportare il Pil, i consumi reali, a +1,8% t/t da +2,5% dell’ultimo quarto dell’anno, e gli investimenti privati domestici (Gross private domestic investment), a +5,0% t/t dal balzo del +36,7% del trimestre precedente.

Si riducono invece i profitti delle imprese (corporate profits), del 2,2% da +0,7% dei tre mesi precedenti (-63 miliardi di dollari da +20,4 dei tre mesi prima) e la spesa pubblica (Government consumption expenditures and gross investment), del 2,9% t/t dal -2,6% del IV trimestre. L’export si contrae del 4,8% t/t ann. dal +22,4% dei tre mesi precedenti, l’import sale del 18,9% dal +17,9%.

Il Price index for gross domestic purchases è aumentato dell'8,0% (rivisto) nel primo trimestre, a fronte di un aumento del 7,0% nel quarto trimestre. L'indice dei prezzi Pce è salito del 7,1% (rivisto) da +6,4% del trimestre precedente. Al netto dei prezzi di cibo ed energia, il Pce price index ha guadagnato il 5,2% (rivisto) dal precedente +5,0%.

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24/06/2022 StarNews – Germania, a giugno indice Ifo a 92,3 punti da 93,0 di maggio. Condizioni attuali a 99,3 da 99,6 e aspettative a 85,8 da 86,9

In Germania, l’indice Ifo (Information und Foschung) a giugno scende a 92,3 punti da 93,0 di maggio e contro i 94,2 stimati nel Market movers settimanale.

Il dato è ricavato dal sondaggio mensile, condotto dall’istituto tedesco omonimo, sulla fiducia di circa 7000 imprese della prima economia europea.

Nello spaccato, la valutazione delle imprese sulle condizioni attuali scivola a 99,3 punti da 99,6 del mese precedente (rivisto da 99,5) e dai 100,0 stimati dagli analisti di Star am, mentre il sottoindice sulle prospettive di business per i prossimi sei mesi cala a 85,8 da 86,9 del mese precedente, contro gli 88,5 attesi nel Market movers.

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24/06/2022 StarNews – Usa, a maggio vendite di nuove abitazioni a +10,7% m/m da -12,0%% di aprile

Negli Usa, a maggio il dato delle vendite di nuove abitazioni, comunicato dal Census Bureau, marca un +10,7% m/m da -12,0% di aprile (rivisto da -16,6%).

In termini assoluti, infatti, salgono a quota 696 mila da 629 mila del mese precedente (rivisto da 591 mila) e dalle 595 mila stimate nel Market movers settimanale.

Il numero di vendite di case nuove ha ceduto il 9,5% rispetto a maggio 2021, quando si attestava a quota 769 milioni.

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23/06/2022 StarNews – Zona euro, nella stima flash di giugno, Pmi composito di S&P Global a 51,9 punti da 54,8 di maggio. Nel dettaglio, manifatturiero a 52,0 da 54,6 e servizi a 52,8 da 56,1

Nella zona euro, il Pmi composito, sintesi dei settori manifatturiero e servizi, nella stima flash di giugno decelera a 51,9 punti (minimo in 16 mesi) da 54,8 di maggio.

Il dato, elaborato da S&P Global sulla base di circa l’85% del totale delle risposte del sondaggio, resta così oltre la soglia di invarianza dei 50 punti per il 16esimo mese consecutivo.

Nel dettaglio settoriale, il Pmi del terziario è sceso a 52,8 punti da 56,1 di maggio (minimo da 5 mesi). L’indice del manifatturiero è scivolato a 52,0 punti (minimo in 22 mesi) da 54,6 di maggio. Quello della produzione manifatturiera, invece, è sceso sotto la soglia di invarianza, a 49,3 punti (minimo in 24 mesi) da 51,3 di maggio.

Nello spaccato geografico, la Germania ha indicato l’espansione più lenta, con una forte moderazione della crescita che ha registrato il valore più debole (51,3 punti da 53,7) dalla marginale contrazione di dicembre. Ciò riflette il nuovo calo della produzione manifatturiera e il rallentamento della crescita terziaria. La Germania ha soprattutto rilevato un maggiore tasso di incremento dei prezzi di acquisto, dovuto all’aumento record registrato dal terziario. Sebbene la crescita in Francia abbia superato quella tedesca, è comunque diminuita notevolmente (a 52,8 da 57) segnando i minimi da gennaio. Il declino particolarmente forte della produzione manifatturiera francese si è accompagnato ad una elevata riduzione del settore terziario. Nel resto dell’eurozona nel suo complesso, la crescita della produzione ha rallentato di nuovo rispetto al picco di aprile, scendendo ai minimi da gennaio e a causa di un valore quasi stagnante della produzione manifatturiera e alla più debole espansione dei servizi in cinque mesi.

“La crescita economica dell’eurozona - ha commentato Chris Williamson, capo economista di S&P Global – sta mostrando segni di incertezza visto l’affievolimento della domanda repressa dalla pandemia, acuito dallo shock creato dal costo della vita e dal crollo dell’ottimismo tra aziende e consumatori. Escludendo i mesi delle restrizioni pandemiche, il rallentamento di giugno è stato il più brusco registrato dall’indagine dal picco della crisi globale finanziaria del novembre 2008. Tale rallentamento indica che gli ultimi dati hanno segnalato un tasso di crescita del Pil appena dello 0,2% alla fine del secondo trimestre, in forte discesa dallo 0,6% riportato alla fine del primo trimestre, ma con il peggio che probabilmente arriverà nella seconda metà dell’anno. Il flusso dei nuovi ordini è in una fase di stallo, ed è collegato al crollo della domanda per beni e alla minore domanda per servizi, in particolare da parte dei consumatori a corto di contanti”.

“Al contempo – ha aggiunto l’economista –, l’ottimismo delle aziende è diminuito notevolmente ad un livello raramente osservato prima della pandemia dal crollo economico dell’eurozona del 2012, alludendo a una imminente contrazione, a meno che non si riprenda la domanda. La presenza di giacenze invendute suggerisce che il settore manifatturiero probabilmente cercherà di ridurre la capacità produttiva nei mesi prossimi e questo, assieme al peggioramento generale del settore dei servizi e al crollo dell’ottimismo, colpirà inevitabilmente la crescita occupazionale. Le persistenti pressioni inflazionistiche peggiorano ulteriormente le cose.”.

“Gli indicatori dell’indagine relativi ai prezzi - ha concluso Williamson -, che correttamente hanno anticipato la recente crescita dell’inflazione, sono rimasti elevati a livelli mai osservati nell’eurozona precedente alla pandemia, con un preoccupante crescente rialzo dei costi nel settore dei servizi. La recente contrazione della domanda ha già mostrato segnali di riduzione del prezzo dei beni, facendo intuire che l’inflazione potrebbe raggiungere il picco in un immediato futuro”.

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23/06/2022 StarNews – Usa, a giugno stima flash del Pmi composito a 51,2 da 53,6 di maggio. Nel dettaglio, manifatturiero a 52,4 da 57,0, servizi a 51,6 da 53,4

Negli Usa, il Pmi composito di giugno, nella stima flash, cala a 51,2 punti (minimo da 5 mesi) da 53,6 di maggio.

Ciononostante, il dato, pubblicato da S&P Global, resta per ora sopra la soglia di invarianza dei 50 punti, oltre la quale segnala l’espansione dell’attività.

La voce della produzione decelera a 49,6 (minimo da 24 mesi) da 55,2 di maggio. L’indice del manifatturiero a 52,4 punti (minimo da 23 mesi) da 57,0 del mese precedente, mentre quello dei servizi si contrae a 51,6 punti (minimo da 5 mesi) da 53,4 di maggio.

“Il ritmo della crescita economica degli Stati Uniti – ha commentato Chris Williamson, capo economista di S&P Global – ha fortemente rallentato a giugno, con un peggioramento degli indicatori previsionali che accreditano una contrazione economica nel terzo trimestre. I dati dell'indagine sono coerenti con un'espansione dell’economia a un tasso annuo inferiore all'1% a giugno, con il settore della produzione di beni già in declino e il vasto settore dei servizi in forte rallentamento”.

“Dopo aver goduto di un mini-boom dal ritorno dei consumatori dopo l'allentamento delle restrizioni pandemiche - ha rilevato l'economista -, molte aziende di servizi ora vedono sempre più le famiglie alle prese con l'aumento del costo della vita. E i produttori di beni non essenziali registrano un calo simile negli ordini. Di conseguenza, c'è stato un notevole calo della domanda di beni e servizi a giugno rispetto ai mesi precedenti. Le aziende sono molto più preoccupate per le prospettive a causa dell'aumento del costo della vita e del calo della domanda, così come per il sentiero sempre più aggressivo dei tassi delineato dalla Federal Reserve e per il deterioramento concomitante delle condizioni finanziarie più ampie”.

“La fiducia delle imprese – conclude Williamson - ora è a livelli compatibili in genere con una recessione economica. Un corollario del calo della domanda è stata una minore pressione dei prezzi, con gli indicatori di inflazione, dell'indagine per i costi delle imprese e i loro prezzi di vendita in forte calo a giugno. Sebbene ancora elevate, dunque, le pressioni sui prezzi sembrano aver raggiunto il picco”.

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21/06/2022 StarNews – Usa, vendite di abitazioni esistenti di maggio a -3,4% m/m da -2,6% di aprile e a -8,6% a/a da -5,9%

Negli Usa, a maggio le vendite di case esistenti (Existing Home Sales) perdono il 3,4% m/m da -2,6% di aprile (rivisto da -2,4%) e l’8,6% a/a da -5,9%.

A marzo, infatti, riferisce la National association of realtors (associazione di agenti immobiliari nazionale), si sono venduti 5,41 milioni di case, contro i 5,60 del mese precedente (rivisti da 5,61) e i 5,78 milioni di maggio 2021.

Il prezzo medio di vendita delle case esistenti si è attestato a quota 407.600 dollari, superando così per la prima volta la soglia dei 400.000, con un aumento del 14,8% rispetto a un anno fa.

L'inventario delle case esistenti invendute è salito a 1,16 milioni entro la fine di maggio, equivalente a 2,6 mesi all'attuale ritmo di vendita mensile.

"Le vendite di case sono sostanzialmente tornate ai livelli visti nel 2019 - prima della pandemia - dopo due anni di prestazioni straordinarie - ha affermato Lawrence Yun, capo economista di Nar -. Inoltre, i movimenti di mercato delle vendite di unifamiliari e condominiali sono quasi sepculari, il che potrebbe indicare che la preferenza per la vita suburbana rispetto alla vita di città, rilevata negli ultimi due anni, sta svanendo con un ritorno alle condizioni pre-pandemiche".

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17/06/2022 StarNews - Eurozona, inflazione nella stima definitiva di maggio +8,1% a/a da +7,4 di aprile e a +0,8% m/m da +0,6% del mese precedente

Nell’eurozona, i prezzi al consumo di maggio, nel dato definitivo, come nella lettura preliminare, si attestano a +8,1% a/a da +7,4% di aprile.

Il dato, diffuso dall'ufficio statistico europeo, Eurostat, si allontana ulteriormente dal target fissato dalla BCE (il 2% per il medio termine).

Su base mensile, l’inflazione marca un +0,8%, come nella stima flash e da +0,6% di aprile scorso.

Il core, ossia il dato al netto delle componenti più volatili, ossia cibi freschi, energia, alcol e tabacco, particolarmente monitorato dalla Bce per le decisioni di politica monetaria, ha segnato un +3,8% a/a da +3,5% del mese precedente e un +0,5% m/m da +1,0% i aprile.

Nell'intera Ue, l'inflazione guadagna l’8,8% a/a dal +8,1% di aprile e lo 1,0% m/m dal +0,8% del mese precedente.

Nel mese di riferimento, il contributo maggiore all’incremento annuale del tasso di inflazione nell’area euro è arrivato dall’energia (+39,1% da +37,5%), a seguire cibo, alcol e tabacco (+7,5% da +6,3%), beni industriali non energetici (+4,2% da +3,8%) e servizi (+3,5% da +3,3%).

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16/06/2022 StarNews – Usa, a maggio nuovi cantieri a -14,4% m/m da +5,5% del mese precedente e concessioni edilizie a -7,0% m/m da -3,0%

Negli Usa, a maggio i nuovi cantieri avviati (Housing starts) si riducono del 14,4% m/m dopo il +5,5% di aprile (rivisto da -0,2%).

In termini assoluti, infatti, riferisce il Dipartimento del Commercio statunitense, il numero di nuovi cantieri è sceso a quota 1,549 milioni da 1,810 del mese precedente (rivisti da 1,724 milioni).

I permessi di costruzione (Building permits), inoltre, indicatore dell'attività futura, segnano su base congiunturale un -7,0% m/m dal -3,0% del mese precedente (rivisto da -3,2%).

In termini assoluti, il numero di abitazioni autorizzate, infatti, scende a quota 1,695 milioni da 1,823 del mese precedente (rivisti da 1,819 milioni).

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15/06/2022 StarNews – Usa, a maggio vendite al dettaglio a -0,3% m/m da +0,7% di aprile e a +8,09% a/a da +7,82% del mese precedente

Negli Usa, le vendite al dettaglio destagionalizzate (ma non rispetto ai prezzi) di maggio si attestano a quota 672,9 miliardi di dollari da 674,7 di aprile.

L’indagine, pubblicato dall'Us Census Bureau, pertanto, perde lo 0,3% m/m dal +0,3% previsto nel Market movers settimanale e da +0,7% del mese precedente (rivisto da +0,9%), e cresce dell’8,09% a/a da +7,82% del mese precedente (rivisto da +8,19%).

Il "core", ossia il dato al netto dei comparti auto e carburanti, rileva un +0,1% m/m dopo il +0,8% di aprile e un +7,9% a/a da +7,6% del mese precedente.

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14/06/2022 StarNews – Germania, a giugno indice Zew a -28,0 punti da -34,3 di maggio. Condizioni attuali a -27,6 da -36,5. Zona euro a 0,0 da -29,5

In Germania, l’indice Zew a giugno risale a -28,0 punti dai -34,3 di maggio e dai -28,0 stimati nel Market movers settimanale. L’indagine, pubblicata dall'istituto di ricerca omonimo, è anticipatrice dell’andamento dell’economia tedesca nei sei mesi successivi, in quanto è considerata un barometro della fiducia degli investitori nell'economia tedesca, circa 350 investitori istituzionali, analisti ed esperti del settore bancario, assicurativo e dei dipartimenti finanziari di grandi aziende.

Anche l'indice delle condizioni attuali si rafforza a -27,6 punti dai -36,5 del mese precedente e dai -30,0 attesi dagli analisti di Star am.

L'indice anticipatore Zew della zona euro a giugno sale a zero punti da -29,5.

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10/06/2022 StarNews – Usa, a maggio inflazione a +8,6% a/a da +8,3% di aprile e a +1,0% m/m da +0,3% del mese precedente. Core a +6,0% a/a da +6,2% e a +0,6% m/m come nel mese precedente

Negli Usa, a maggio i prezzi al consumo destagionalizzati, diffusi dal Bureau of Labour statistics (BLs), accelerano a +8,6% su base annua da +8,3% del mese precedente e da +8,3% stimato nel Market movers settimanale.

Su base mensile, invece, crescono dell’1,0% dal +0,3% del mese precedente e dal +0,7% atteso dagli analisti di Star am.

L’indice core, ossia l'indice dei prezzi al consumo depurato delle componenti più volatili, come cibo ed energia, più osservato dalla Fed, ha marcato un +6,0% a/a da +6,2 del mese precedente e dal +6,2% stimato dagli analisti di Star am e un +0,6% m/m come ad aprile e dal +0,5% stimato nel Market movers.

I prezzi energetici sono aumentati del 34,6% su base annua (dato maggiore da settembre 2005) da +30,3% mentre sono saliti del 3,9% m/m (-2,7% a aprile), mentre l’indice alimentare ha guadagnato il 10,1% a/a (il tasso più ampio da marzo 1981) da +9,4% e l’1,2% m/m da +0,9%.

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09/06/2022 StarNews – BCE, al meeting di giugno tassi ancora invariati ma da luglio fine ad App e tassi su di 25 pb, e nuovo rialzo a settembre. Lagarde: “La frammentazione sarà evitata se impedirà la trasmissione della politica monetaria".

La BCE nel meeting di politica monetaria di giugno lascia i tassi di interesse ancora invariati, sulle operazioni di rifinanziamento principali allo 0,00%, sulle operazioni di rifinanziamento marginale allo 0,25% e sui depositi presso la banca centrale al -0,50%.

Il Consiglio direttivo, peraltro, ha deciso all'unanimità di porre fine agli acquisti netti di asset nell'ambito del programma App dal primo luglio 2022, ha concluso che le condizioni sulla forward guidance sono soddisfatte e, di conseguenza, ha deciso di aumentare i tassi di interesse chiave di 25 punti base nella riunione di politica monetaria di luglio. E un ulteriore rialzo il board di Francoforte ha prospettato a settembre, con una calibrazione graduale ma sostenuta, agganciata alle "prospettive aggiornate di inflazione a medio termine – si sottolinea nel comunicato ufficiale diffuso al termine dell’incontro -. Se persistono o peggiorano, un aumento maggiore sarà appropriato alla riunione di settembre".

Lo staff dell'eurosistema ha dato molto risalto alle previsioni sull'inflazione. Ha rivisto in modo significativo le proprie proiezioni, che ora indicano un'inflazione "indesideratamente elevata per qualche tempo" ma verosimilmente in calo grazie alla moderazione dei costi energetici, all'allentamento delle interruzioni dell'approvvigionamento legate alla pandemia e alla normalizzazione della politica monetaria.

Le nuove proiezioni del personale prevedono un'inflazione annua su valori superiori a quelli delle proiezioni di marzo, a +6,8% nel 2022, a +3,5% nel 2023 e a +2,1% nel 2024. L'inflazione nominale alla fine dell'orizzonte di proiezione si profila dunque leggermente sopra l'obiettivo del Consiglio direttivo. Sopra le proiezioni di marzo anche l'inflazione al netto di energia e cibo, su una media del +3,3% nel 2022, del +2,8% nel 2023 e del +2,3% nel 2024.

Inoltre, le stime prevedono una crescita annua del Pil reale del 2,8% nel 2022, del 2,1% nel 2023 e del 2,1% nel 2024. Rispetto alle proiezioni di marzo, le prospettive sono state riviste al ribasso per il 2022 e il 2023, mentre è stata rivista al rialzo quella del 2024 .

"Dobbiamo essere sicuri che la politica monetaria sia tramessa all'intera eurozona - ha detto la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, nella conferenza stampa post-meeting della BCE -. Dobbiamo essere sicuri che non ci sia frammentazione. Abbiamo gli strumenti esistenti, come il reinvestimento sotto il programma del Pepp, che sarà usato con flessibilità, ma se sarà necessario li aggiusteremo o useremo nuovi strumenti. Sappiamo come crearli e implementarli – ha precisato la numero uno dell’Eurotower -, lo abbiamo fatto in passato e siamo pronti a rifarlo. Non c'è uno specifico livello dei tassi o di spread che può far scattare la frammentazione. Decideremo in base alle circostanze, quando comparirà il rischio che la politica monetaria non sia tramessa all'intera eurozona".

“L'aggressione ingiustificata della Russia nei confronti dell'Ucraina – ha rilevato Lagarde - sta colpendo gravemente l'economia della zona euro e le prospettive sono ancora circondate da un'elevata incertezza. Ma ci sono le condizioni perché l'economia continui a crescere e a riprendersi ulteriormente nel medio termine. L'inflazione è indesideratamente alta e dovrebbe rimanere sopra il nostro obiettivo per qualche tempo. La calibrazione delle nostre politiche rimarrà dipendente dai dati e rifletterà la nostra valutazione in evoluzione delle prospettive".

"Usciamo da molti anni di non decisioni sui tassi e stiamo uscendo da tassi negativi - ha detto -, quindi, come fanno anche le altre banche centrali, è bene iniziare con un rialzo incrementale non eccessivo e che indichi un percorso, che ci riporti al target dell'inflazione al 2% nel medio termine".

La presidente dalla BCE ha evidenziato che non si aspetta che il primo rialzo di luglio avrà un immediato effetto su inflazione e che è ancora troppo presto per individuare un tasso neutrale.

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08/06/2022 StarNews – Zona euro, stima definitiva del Pil nel I trimestre 2022 a +0,6% t/t da +0,2% del trimestre precedente e a +5,4% a/a da +4,7%. Occupazione a +0,5% t/t da +1,0% e a +2,2% a/a da +2,1%

Nella zona euro, il Pil del I trimestre 2022, nella terza e definitiva stima, segna un +0,6% destagionalizzato su base trimestrale, dal +0,2% stimato dagli analisti di Star am nel Market movers settimanale e dal +0,2% dei tre mesi precedenti.

Su base annua, invece, il dato, comunicato dall'Ufficio statistico europeo, Eurostat, marca un +5,4%, come atteso nel Market movers, da +4,7% del quarto precedente.

Nell'intera Unione europea (Ue a 27) il Pil rileva un +0,7% t/t da +0,5% mentre rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente marca un +5,6% da +4,9% del precedente trimestre.

Eurostat ha pubblicato anche l’aggiornamento sul mercato del lavoro in Eurolandia. Nel I trimestre di quest’anno, il tasso di occupazione è cresciuto dello 0,6% su base trimestrale dal +0,4% del IV trimestre 2021 e del 2,9% rispetto allo stesso quarto del 2021 dal +2,1% dell’ultimo trimestre dello scorso anno. Nell’Ue, invece, il tasso di occupazione è cresciuto su base trimestrale dello 0,5% dal +0,4 dei tre mesi precedenti e ha segnato un +2,8% su base annua da +2,1% dell’ultimo quarto del 2021.

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03/06/2022 StarNews – Eurozona, a maggio Pmi composito finale a 54,8 punti da 55,8 di aprile. Pmi del terziario a 56,1 da 57,7 del mese precedente

Nell’eurozona, il Pmi S&P Global composito finale, sintesi di manifatturiero e servizi, a maggio si indebolisce a 54,8 punti (minimo in 4 mesi) come nella stima flash, da 55,8 di aprile.

L’indice dell’attività terziaria, infatti, è scivolato a 56,1 dai 57,7 di aprile. Malgrado la decelerazione, i servizi hanno comunque confermato un forte tasso di incremento, il secondo più ampio da settembre.

Tra i Paesi dell’eurozona monitorati dell’eurozona, l’Irlanda ha riportato a maggio la crescita economica più veloce (57,5) ma con un’espansione scesa ai minimi in quattro mesi. Rallentamenti più o meno ampi, peraltro, si sono rilevati ovunque, eccetto in Spagna, dove il tasso di crescita è rimasto invariato rispetto ad aprile (a 55,7). In Italia è sceso a 52,4 (minimo in 2 mesi), in Francia a 57,0 (minimo in 2 mesi) e in Germania a 53,7 (minimo in 5 mesi).

“La forte richiesta di servizi di maggio ha contribuito a sostenere un robusto tasso di crescita economica – spiega Williamson, capo economista di S&P Global –, suggerendo una tenuta della crescita nell’eurozona a un tasso equivalente a poco più dello 0,5% del Pil. Nei prossimi mesi, tuttavia, i rischi appaiono tendenti al ribasso. Il settore manifatturiero resta ostacolato in modo preoccupante dalla carenza di approvvigionamento e aziende e famiglie sono assediate dall’impennata dei costi”.

“Ci sono anche segnali – prosegue l’economista – che lo slancio dell’economia dovuto alla domanda di servizi precedentemente repressa grazie all’attenuamento delle restrizioni pandemiche stia cominciando a ridursi. Non è una sorpresa, dunque, che la fiducia tenda al ribasso, indicando il valore peggiore dall’inizio delle restrizioni pandemiche. Le aziende, infatti, hanno ridotto le aspettative di crescita per il prossimo anno. Il destino a breve termine dell’economia dell’eurozona, dunque, dipenderà da quanto l’indebolito slancio della domanda repressa possa controbilanciare i freni dell’incertezza geopolitica causati dalla guerra in Ucraina, dalle difficoltà della catena distributiva e dal crescente costo della vita, quest’ultimo forse esasperato dall’irrigidimento delle condizioni monetarie”.

“I prossimi mesi – ha concluso Williamson –, si prospettano chiaramente ardui per l’eurozona e, nonostante l’incoraggiante espansione del settore terziario, una contrazione economica non si può escludere”.

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03/06/2022 StarNews – Zona euro, ad aprile vendite al dettaglio a -1,3% m/m da +0,3% di marzo e a +3,9% a/a da +1,6% del mese precedente

Il volume destagionalizzato del commercio al dettaglio ad aprile rispetto a marzo scorso è diminuito dell’1,3% nella zona euro, come nell'Ue.

Le stime, diffuse da Eurostat, l'ufficio statistico dell’Unione europea, deludono le attese degli analisti di Star am (+0,3%), pubblicate nel Market movers settimanale.

A marzo scorso il volume del commercio al dettaglio era aumentato dello 0,3% nell'area dell'euro e dello 0,6% nella Ue.

Ad aprile di quest’anno rispetto allo stesso mese del 2021, l'indice delle vendite al dettaglio aggiustato per il calendario è aumentato del 3,9% da +1,6% del mese precedente nell'eurozona e del 5,0% da +2,8% nell'Ue.

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03/06/2022 StarNews – Usa, a maggio tasso di disoccupazione al 3,6% come negli ultimi due mesi. Più 390 mila buste paga nel settore non agricolo da 436 mila di aprile

Negli Usa il tasso di disoccupazione, secondo l'Employment report del Dipartimento del Lavoro Usa (Bureau of Labour Statistics), a maggio si conferma al 3,6% destagionalizzato come negli ultimi 2 mesi.

L’indagine, infatti, rileva 390 mila buste paga in più nel settore non agricolo (non farm payrolls) da 436 mila del mese precedente (rivisto da +428 mila).

Più nel dettaglio, il settore privato ha guadagnato 333 mila nuovi posti di lavoro dopo i +405 mila di aprile (dato rivisto da +406 mila). Gli occupati nel manifatturiero, invece, sono aumentati di 18 mila unità da +61 mila del mese precedente (rivisto da +55 mila).

Le retribuzioni medie orarie nel settore privato, particolarmente monitorate dalla Fed in quanto buon indicatore dello stato di salute del mercato del lavoro e delle pressioni inflazionistiche, hanno marcato un +5,2% a/a da +5,5% e un +0,3% m/m come nel mese precedente. La media di ore settimanali è rimasta a quota 34,6, come ad aprile e marzo.

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03/06/2022 StarNews – Usa, Ism non manifatturiero a maggio a 55,9 punti da 57,1 di aprile. Pmi S&P Global dei servizi definitivo, a 53,4 punti da 55,6. Composito a 53,6 da 56,0

Negli Usa, l’Ism non manifatturiero a maggio scende alla lettura più debole da febbraio 2021, a 55,9 punti dai 57,1 di aprile.

Il dato, elaborato dall'Institute for Supply Management, comunque, resta in territorio di espansione, ossia oltre la soglia dei 50 punti.

Tra le componenti dell'indice, quella sull'attività aziendale si è indebolita a 54,5 punti da 59,1 del mese precedente e quella sui nuovi ordini è salita a 57,6 da 54,6 punti. L'occupazione è tornato in territorio di espansione a 50,2 da 49,5, mentre la componente sui prezzi è salita a 82,1 da 84,6.

Anche l'indice Pmi dei servizi definitivo, elaborato da S&P Global, a maggio decelera, a 53,4 punti da 53,5 della stima preliminare e 55,6 del mese precedente. L'indice, che rappresenta un sondaggio sui direttori d’acquisto delle aziende attive nel settore terziario, mostra dunque un tasso di crescita più debole ma ancora oltre la soglia dei 50 punti.

Il Pmi composito, che sintetizza servizi e manifatturiero, si attesta a 53,6 punti dai 53,8 della lettura preliminare e 56,0 del mese precedente.

"Insieme al rallentamento del settore manifatturiero, il raffreddamento del ritmo di espansione nel settore dei servizi frena la crescita economica degli Stati Uniti al passo più lento rilevato nella ripresa post pandemica, ad eccezione di quello rilevato a gennaio scorso, quando il Paese era al culmine dell'ondata di Omicron – ha commentato Chris Williamson, capo economista di S&P Global –. Mentre le letture dell'indagine sono coerenti con la crescita del Pil a un tasso annuo di poco inferiore al 2%, che accrediterebbe un Pil di nuovo in crescita nel secondo trimestre, preoccupa che lo slancio della crescita si stia perdendo così rapidamente".

"Le aziende – ha proseguito l'economista – segnalano continue difficoltà a trovare personale e materie prime, mentre la crescita della domanda misurata dall'afflusso di nuovi ordini di beni e servizi è in espansione al ritmo più lento da quasi un anno e mezzo, a fronte di un potere di spesa ridotto dall'impennata dell'inflazione”.

"L'aumento dell'inflazione - ha concluso l'economista - nel frattempo non accenna a rallentare, con i costi delle aziende che a maggio salgono vertiginosamente a un altro tasso record, che riflette il rincaro di energia, materiali e costo del personale”.

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01/06/2022 StarNews – Zona euro, Pmi manifatturiero finale di maggio a 55,5 punti da 56,5 di aprile, quarto calo mensile consecutivo

Nella zona euro, il Pmi manifatturiero (destagionalizzato) finale di S&P Global a maggio scende ancora (per il quarto mese consecutivo), a 54,6 punti (minimo in 18 mesi) dai 54,4 della stima preliminare e dai 55,5 di aprile.

Ancora una volta è risultata evidente la fragilità del settore manifatturiero dell’area. Gli ultimi dati mostrano la prima contrazione dei nuovi ordini da giugno 2020. La crescita della produzione è aumentata marginalmente dal recente valore minimo di aprile (da 50,7 a 51,3, massimo da 2 mesi) ma è rimasta fiacca. Mentre l’ottimismo delle aziende è tra i più bassi degli ultimi due anni per le preoccupazioni su prospettive dei prezzi, catena di distribuzione e domanda.

 Ancora una volta i Paesi Bassi hanno marcato tra i Paesi dell’area euro la crescita maggiore (a 57,8 punti), anche se con un rallentamento dell’espansione al livello più basso in 18 mesi. Tassi di crescita più deboli hanno riportato anche Austria (a 56,6, minimo in 16 mesi) e Irlanda (a 56,4, minimo in 15 mesi). Le uniche economie tra quelle monitorate a registrare miglioramenti sono state Germania (54,8, massimo in 2 mesi) e Spagna (a 53,8, massimo in 2 mesi).

"I produttori manifatturieri dell’area euro - ha commentato Chris Williamson, Chief Business Economist presso S&P Global – continuano a registrare difficoltà nel contrastare i problemi derivanti dalla catena di distribuzione, per l’elevata pressione inflazionistica e per l’indebolimento della domanda, causato dall’incertezza delle prospettive future dell’economia. Il peggioramento dello stato di salute del manifatturiero, però, si sta aggravando per lo spostamento della domanda verso il settore dei servizi, in quanto i consumatori hanno incrementato la loro spesa in attività come turismo e ricreazione".

“L’indicatore della produzione dell’indagine ha mostrato ufficialmente come sinora nel secondo trimestre si sia verificata una leggera contrazione - ha aggiunto Williamson – e gli indicatori anticipatori di tendenza quale il rapporto tra ordini e scorte suggeriscono un'accelerazione del tasso di declino nei prossimi mesi, per l’improvvisa assenza di una ricrescita della domanda di beni. L’economia dell’eurozona, dunque, appare sempre più dipendente dal settore dei servizi nel sostenere la propria crescita nei mesi futuri. Il motivo principale del primo crollo dei nuovi ordini in quasi due anni è stata la crisi in corso di approvvigionamento e la conseguente pressione sui prezzi, con i produttori di parecchi beni e materie prime che hanno innalzato ulteiormente i prezzi, assieme al recente aumento dei costi energetici. Il potere di spesa è stato di conseguenza colpito duramente. Spesso, infatti, i consumatori hanno mostrato un'inclinazione a spostare la spesa dei beni sui servizi, sfruttando l’allentamento delle restrizioni pandemiche sui viaggi.”.

“Si rileva, tuttavia – ha concluso l'economista –, una pressione di fondo, data dalla crescente incertezza sulla prospettiva economica futura legata all’invasione russa in Ucraina, dalle continue pressioni inflazionistiche e dalle interruzioni sulla fornitura. Tali fattori, a loro volta, stanno alimentando l’avversione al rischio e la cautela tra i clienti, innescando maggiori rischi per il quadro economico futuro".

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01/06/2022 StarNews – Usa, Ism manifatturiero a maggio a 56,1 punti dai 55,4 di aprile. Pmi manifatturiero di S&P Global definitivo di maggio a 57,0 da 59,2 di aprile

Negli Usa, l’Ism manifatturiero di maggio sale a 56,1 punti da 55,4 di aprile e dai 54,5 stimati dagli analisti di Star am nel Market movers settimanale.

Il dato, elaborato dall'Institute for Supply Management, segna dunque a sorpresa un’accelerazione e si consolida ben oltre la soglia di invarianza dei 50 punti, oltre la quale segnala un’espansione dell’attività.

Fra le varie componenti dell'indice, quella sui nuovi ordini sale a 55,1 punti da 53,5, mentre quella sull'occupazione scende sotto la soglia critica, a 49,6 da 50,9, e la componente dei prezzi a 82,2 da 84,6.

Il Pmi manifatturiero curato da S&P Global, invece, nel dato definitivo di maggio, scivola a 57,0 punti da 59,2 del mese precedente e da 57,5 della prima lettura. L'indice resta comunque ben oltre la soglia chiave dei 50, che denota un’espansione dell'attività.

"A maggio - ha commentato Chris Williamson, Chief Business Economist di S&P Global - una solida espansione della produzione manifatturiera dovrebbe contribuire a guidare un aumento del Pil nel secondo trimestre, con una crescita della produzione ben al di sopra della media vista negli ultimi dieci anni. Tuttavia, il tasso di crescita ha rallentato. I produttori, infatti, riportano vari problemi, come ritardi nella catena di approvvigionamento e carenza di manodopera, nonché un crescita più lenta della domanda”.

“Il raffreddamento della crescita dei nuovi ordini – ha aggiunto l’economista - è stato in parte legato ai prezzi elevati e alla preoccupazione diffusa tra i clienti per le prospettive economiche. Le pressioni sui costi di input nel frattempo si sono ulteriormente intensificate durante il mese. Anche se i ritardi nella consegna sono stati i minimi da 16 mesi, il potere di determinazione dei prezzi è rimasto fermo nelle mani del fornitore, con l'aumento di energia, salario e costi di trasporto che si aggiungono agli oneri dei costi delle imprese”.

“Il risultato – conclude Williamson - è stato l'aumento dei costi più forte da novembre, alimentando l'ennesima impennata quasi record dei prezzi e rimarcando i timori di pressioni inflazionistiche ancora molto elevate”.

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31/05/2022 StarNews – Zona euro, inflazione nella stima flash di maggio a +8,1% a/a da +7,4% di aprile

Nella zona euro, l'indice dei prezzi al consumo, nella stima flash di maggio, segna un +8,1% (l’aumento più consistente da quando è stata introdotta la moneta unica) dal +7,4% di aprile e dal +7,7% stimato nel Market movers settimanale.

Il dato, pubblicato dall'ufficio statistico europeo, Eurostat, continua a sforare ampiamente il target della BCE (il 2% a/a per il medio termine).

Su base mensile, l'inflazione è data a +0,8% m/m da +0,6% del mese precedente.

Il core (ossia il dato al netto di energia, cibo e tabacchi) guadagna il 3,8% a/a dal +3,5% previsto nel Market movers e dal +3,5% di aprile scorso e lo 0,5% m/m. Al netto della sola energia, si attesta a +4,6% a/a da +4,1% del mese precedente e a +0,7% m/m.

Tra le principali componenti dell'indice generale, i prezzi dell'energia si stimano di nuovo in accelerazione a +39,2% a/a da +37,5% di aprile, seguiti da quelli di cibi, alcol e tabacchi a +7,5% a/a da +6,3% di aprile, dei beni industriali non energetici a +4,2% da +3,8% e dei servizi a +3,5% da +3,3% del mese precedente.

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26/05/2022 StarNews – Usa, Pil del I trimestre, nella seconda stima preliminare, a -1,5% t/t da +6,9% della lettura precedente e da +6,9% dell’ultimo quarto del 2021

Negli Usa, il Pil del I trimestre, nella seconda stima preliminare, segna un -1,5% t/t da -1,4% della lettura precedente e da +6,9% dell’ultimo quarto del 2021.

Il dato, rilevato dal Dipartimento del Commercio (Bureau of Economic Analysis), delude le stime degli analisti di Star am, che avevano previsto nel Market movers una caduta più morbida, a -1,2% t/t ann.

La spesa per consumi reali (Personal consumption expenditures) ha registrato un +3,1% da +2,7% della prima lettura preliminare e da +2,5% dei tre mesi precedenti.

L'indice dei prezzi per spese personali (Pce price), monitorato con attenzione dalla Federal Reserve per valutare l'andamento dei prezzi, segna un +7,0% da +6,4% del trimestre precedente. Il Pce core, che esclude cibi freschi ed energia, registra un +5,1% dal +5,0% del trimestre precedente.

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26/05/2022 StarNews – Usa, vendite in corso di case ad aprile a -3,9% m/m da -1,6% di marzo

Negli Usa, le vendite in corso di case (pending home sales) ad aprile cedono il 3,9% m/m da -1,6% di marzo (rivisto da -1,2%).

In termini di punti, l'indice delle compravendite andate a buon fine ma non ancora registrate, pubblicato dall'Associazione degli operatori immobiliari (Nar), è sceso a quota 99,3 punti (dove 100 è il livello pari a quello del 2001) da 103,3 del mese precedente (rivisto da 103,7). Su base annua, invece, è diminuito per l'undicesimo mese consecutivo, del 9,1%, in calo in tutte le regioni.

“I contratti pendenti sono significativi, poiché riflettono meglio l'impatto più tempestivo dei tassi ipotecari più elevati rispetto alle chiusure - ha affermato Lawrence Yun, capo economista di Nar -. Gli ultimi contratti alla firma segnano sei mesi consecutivi di ribassi e sono al ritmo più lento in quasi un decennio".

Con i tassi ipotecari in aumento, Yun prevede una flessione delle vendite di case esistenti del 9% nel 2022 e una moderazione del rincaro delle case del 5% entro la fine dell'anno.

"L'aumento dei tassi ipotecari – spiega Yun - ha fatto aumentare il costo dell'acquisto di una casa di oltre il 25% rispetto a un anno fa, mentre i prezzi delle case più alti stanno aggiungendo un altro 15% a quella cifra".

In alcuni casi, questi tassi più elevati aumentano le rate del mutuo fino a 500 dollari al mese. Per Yun, tali aumenti dei prezzi sono già un peso, ma diventano ancora più problematici per una famiglia con budget già erosi da una rapida inflazione, trainata anche dai costi di carburante e cibo".

"La stragrande maggioranza dei proprietari di case - ha spiegato Yun - sta godendo di enormi guadagni di ricchezza e non è sotto stress finanziario con la propria casa a causa di tassi di interesse storicamente bassi o perché non hanno un mutuo. Tuttavia, in questo mercato attuale, i potenziali acquirenti di case possono tentare di mitigare l'aumento del costo delle abitazioni optando per un mutuo a tasso variabile di 5 anni o allargando la propria area di ricerca geografica a regioni più convenienti". Anche perché, ha rilevato Yun, un incremento delle opportunità di lavoro da casa hanno consentito agli aspiranti acquirenti di espandere la propria ricerca di casa.

Ci sono scenari in cui il mercato migliora presto anche per gli acquirenti, secondo Yun. "Se i tassi ipotecari si stabilizzano all'incirca al livello attuale del 5,3% e l'aumento di posti di lavoro continua, anche le vendite di case potrebbero stabilizzarsi nei prossimi mesi - ha rilevato -. Le vendite di case nel 2022 dovrebbero diminuire di circa il 9% e se i tassi sui mutui salgono al 6%, l'attività di vendita potrebbe diminuire del 15%. I prezzi delle case nel frattempo non sembrano esposte a cali significativi".

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24/05/2022 StarNews – Zona euro, nella stima flash di maggio, Pmi composito di S&P Global a 54,9 punti da 55,8 di aprile. Nel dettaglio, manifatturiero a 54,4 da 55,5 e servizi a 56,3 da 57,7

Nella zona euro, il Pmi composito, sintesi dei settori manifatturiero e servizi, nella stima flash di maggio decelera a 54,9 punti (minimo in 2 mesi) da 55,8 di aprile.

Il dato, elaborato da S&P Global sulla base di circa l’85% del totale delle risposte del sondaggio, resta così oltre la soglia di invarianza dei 50 punti per il 15esimo mese consecutivo.

Nel dettaglio settoriale, l’indice del manifatturiero è scivolato a 54,4 punti (minimo in 18 mesi) da 55,5 di marzo. L’attività del settore è ostacolata dalle diffuse carenze dei rifornimenti, con la guerra in Ucraina e le chiusure in Cina che hanno peggiorato le esistenti pressioni pandemiche sulla fornitura.

Il Pmi del terziario è sceso a 56,3 punti da 57,7 di aprile (minimo da 2 mesi), in parte a causa dell’indebolimento dell’espansione dei servizi finanziari e industriali, questi ultimi legati soprattutto al recente rallentamento del manifatturiero. Malgrado ciò, segna la seconda espansione più elevata degli ultimi otto mesi.

L'indice della produzione manifatturiera, invece, ha accelerato a 51,2 punti (minimo in 2 mesi) da 50,7 di aprile.

Nello spaccato geografico, la Francia ha registrato l’espansione più forte con un tasso di crescita leggermente più lento di aprile ma sempre il secondo più robusto da giugno scorso (a 57,1 da 57,6), grazie alla nuova impennata dell’attività terziaria e all’espansione più modesta della produzione manifatturiera. In Germania, la crescita è rimasta indietro ma ha riacquistato un leggero slancio rispetto ad aprile, rilevando un valore vicino alla media dell’anno in corso (a 54,7 da 54,6). Una forte espansione del terziario si è unita a un modesto ritorno alla crescita nel manifatturiero, dopo la breve contrazione di aprile. Il resto dell’eurozona, nel complesso, ha confermato un progresso, per quanto il più basso degli ultimi quattro mesi, a causa della crescita più lenta dei servizi e della quasi stagnazione dell’espansione della produzione manifatturiera.

“L’economia dell’eurozona - ha commentato Chris Williamson, capo economista di S&P Global – ha mantenuto a maggio livelli di crescita incoraggianti, con un settore manifatturiero in difficoltà, controbilanciato però dalla crescita sostenuta dei servizi. Malgrado le fabbriche abbiano continuato a riportare diffusi problemi sulla fornitura e una contrazione della domanda di beni causata dalla maggiore pressione dei prezzi, l’economia è stata stimolata dalla domanda repressa dei servizi, agevolata dallo svanire delle restrizioni anti pandemia. Il mese di maggio ha indicato una nuova espansione dei consumi nel turismo e nelle attività ricreative in particolare. Grazie alla domanda che al momento, e soprattutto nelle famiglie, sta favorendo il settore dei servizi, i dati Pmi finora raccolti durante il secondo trimestre sono coerenti con un solido tasso di crescita economica trimestrale dello 0.6%”.

“Detto questo – ha aggiunto l’economista –, resta da vedere quanto durerà la ripresa dei servizi, considerando soprattutto le preoccupazioni per il crescente costo della vita e la debolezza del manifatturiero. Il malessere del settore, infatti, sta cominciando a riversarsi su alcune parti dell’economia terziaria. Nonostante ci siano segnali che la pressione inflazionistica abbia già toccato l’apice, con l’inflazione dei costi in discesa per il secondo mese consecutivo e i problemi sulla fornitura che stanno iniziando ad essere meno diffusi, la pressione inflazionistica resta elevata a livelli senza precedenti”.

“Una tale pressione dei prezzi - ha concluso Williamson -, accompagnata dalla forte crescita del Pil segnalata dall’indagine, potrebbe anche far cambiare l’approccio dei responsabili delle politiche della BCE verso una posizione più aggressiva”.

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24/05/2022 StarNews – Usa, a maggio stima flash del Pmi composito a 53,8 da 56,0 di aprile. Nel dettaglio, manifatturiero a 57,5 punti da 59,2, servizi a 53,5 da 55,6

Negli Usa, il Pmi composito di maggio, nella stima flash, cala a 53,8 punti (minimo da 4 mesi) da 56,0 di aprile.

Ciononostante, il dato, pubblicato da S&P Global, resta per ora sopra la soglia di invarianza dei 50 punti, oltre la quale segnala l’espansione dell’attività.

La voce della produzione decelera a 55,2 (minimo da 3 mesi) da 57,6 di aprile. L’indice del manifatturiero a 57,5 punti (minimo da 3 mesi) da 59,2 del mese precedente, mentre quello dei servizi si contrae a 53,5 punti (minimo da 4 mesi) da 55,6 di aprile.

“I primi dati dell'indagine – ha commentato Chris Williamson, capo economista di S&P Global –, indicano a maggio la perdita di ulteriore slancio per la ripresa economica.

Il rallentamento è evidente dal picco di marzo, in particolare nel settore dei servizi, mese in cui la domanda repressa ha beneficiato della riapertura dell'economia dopo i primi segnali di decadenza dell'ondata di omicron. Le aziende riferiscono che ora la domanda è sotto pressione per le preoccupazioni per il costo della vita, per i tassi di interesse più elevati e per un'economia in più ampio rallentamento”.

“I produttori, in particolare – ha aggiunto l’economista –, segnalano carenze di approvvigionamento, malgrado segnali incoraggianti di allentamento dei colli di bottiglia. Nonostante tutti i venti contrari che devono affrontare le aziende, i dati dell'indagine rimangono indicativi della crescita dell'economia a un tasso annualizzato del 2%, che è anche di supporto a una crescita più forte dei redditi”.

“Le pressioni sui costi – conclude Williamson -, tuttavia, sono salite a un nuovo massimo dell’indagine. E, con i numeri incoraggianti di produzione e occupazione, alimenteranno ulteriori speculazioni sulla necessità di ulteriori imminenti rialzi dei tassi più aggressivi”.

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24/05/2022 StarNews – Usa, ad aprile vendite di nuove abitazioni a -16,6% m/m da -10,5%% di marzo

Negli Usa, ad aprile il dato delle vendite di nuove abitazioni, comunicato dal Census Bureau, marca un -16,6% m/m da -10,5% di marzo (rivisto da -8,6%) e da -1,2% di febbraio (rivisto da -2,0%).

In termini assoluti, infatti, scendono a quota 591 mila da 709 mila del mese precedente (rivisto da 763 mila) e dalle 755 mila stimate nel Market movers settimanale.

Il numero di vendite di case nuove, rispetto ad aprile 2021 (quando si attestava a quota 809 milioni), ha ceduto il 27%.

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23/05/2022 StarNews – Germania, a maggio indice Ifo a 93,0 punti da 91,9 di marzo. Condizioni attuali a 99,5 da 97,3 e aspettative a 86,9 da 86,8

In Germania, l’indice Ifo (Information und Foschung) a maggio sale a 93,0 punti da 91,9 di aprile (rivisto da 91,8) e contro i 92,0 stimati nel Market movers settimanale.

Il dato è ricavato dal sondaggio mensile, condotto dall’istituto tedesco omonimo, sulla fiducia di circa 7000 imprese della prima economia europea.

Nello spaccato, la valutazione delle imprese sulle condizioni attuali si consolida a 99,5 punti da 97,3 del mese precedente (rivisto da 97,2) e dai 97,0 stimati dagli analisti di Star am, mentre il sottoindice sulle prospettive di business per i prossimi sei mesi risale più lentamente a 86,9 da 86,8 del mese precedente (rivisto da 86,7), contro gli 87,5 attesi nel Market movers.

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18/05/2022 StarNews - Eurozona, inflazione nella stima definitiva di aprile a +7,4% a/a come a marzo e a +0,6% m/m da +2,4% del mese precedente

Nell’eurozona, i prezzi al consumo, nel dato definitivo di aprile, si attestano a +7,4% a/a come a marzo e da +7,5% della lettura preliminare.

Il dato, diffuso dall'ufficio statistico europeo, Eurostat, è da tempo ormai stabilmente molto lontano dal target fissato dalla BCE (il 2% per il medio termine). Mentre l'istituto aveva riferito di poter tollerare per un periodo transitorio un’inflazione moderatamente al di sopra dell’obiettivo, pur considerando ugualmente indesiderabili gli scostamenti negativi e positivi dell’inflazione dall’obiettivo.

Su base mensile, l’inflazione marca un +0,6%, come nella stima flash e da +2,4% di marzo scorso.

Il core, ossia il dato al netto delle componenti più volatili, ossia cibi freschi, energia, alcol e tabacco, particolarmente monitorato dalla Bce per le decisioni di politica monetaria, ha segnato un +3,5% a/a da +3,0% del mese precedente (rivisto da +2,9%) e un +1,0% m/m da +1,2% di marzo.

Nell'intera Ue, l'inflazione guadagna l’8,1% a/a dal +7,8% di marzo e lo 0,8% m/m dal +2,4% del mese precedente.

Nel mese di riferimento, il contributo maggiore all’incremento annuale del tasso di inflazione nell’area euro è arrivato dall’energia (+37,5% da +44,3%), a seguire cibo, alcol e tabacco (+6,3% da +5,0%), beni industriali non energetici (+3,8% da +3,4%) e servizi (+3,3% da +2,7%).

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18/05/2022 StarNews – Usa, ad aprile nuovi cantieri a -0,2% m/m da -2,8% del mese precedente e concessioni edilizie a -3,2% m/m da +1,2%

Negli Usa, ad aprile i nuovi cantieri avviati (Housing starts) si riducono dello 0,2% m/m dopo il -2,8% di marzo (rivisto da +0,3%).

 In termini assoluti, infatti, riferisce il Dipartimento del Commercio statunitense, il numero di nuovi cantieri è sceso a quota 1,724 milioni da 1,728 del mese precedente (rivisti da 1,793 milioni).

 I permessi di costruzione (Building permits), inoltre, indicatore dell'attività futura, segnano su base congiunturale un -3,2% m/m dal +1,2% del mese precedente (rivisto da +0,4%).

 In termini assoluti, il numero di abitazioni autorizzate, infatti, scende a quota 1,819 milioni da 1,879 del mese precedente (rivisti da 1,873 milioni).

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17/05/2022 StarNews – Zona euro, seconda stima del Pil del I trimestre 2022 segna un +0,3% t/t come nei tre mesi precedenti e un +5,1% a/a da +4,7%

Nella zona euro, la seconda stima del Pil del primo trimestre 2022 segna un +0,3% destagionalizzato su base trimestrale come nel trimestre precedente e dal +0,2% stimato dagli analisti di Star am nel Market movers settimanale.

Il dato, comunicato dall'Ufficio statistico europeo, Eurostat, rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente marca invece un +5,1% dal +5,0% stimato nel Market movers e dal +4,7% dell’ultimo quarto del 2021.

Nell'intera Unione europea (Ue a 27) il Pil rileva un +0,4% t/t da +0,5% mentre rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente marca un +5,2% da +4,9% dell'ultimo quarto del 2021.

Nello stesso trimestre, l'occupazione è salita nella zona euro dello 0,5% su base trimestrale dal +0,4% dei tre mesi precedenti e dello 0,4% t/t nell'Ue a 27 come nel trimestre precedente. Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, nella zona euro ha marcato un +2,6% da +2,1% e nell’Ue a 27 un +2,5% da +2,1%.

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17/05/2022 StarNews – Usa, ad aprile vendite al dettaglio a +0,9% m/m da +1,4% di marzo e a +8,19% a/a da +7,34% del mese precedente

Negli Usa, le vendite al dettaglio destagionalizzate (ma non rispetto ai prezzi) di aprile si attestano a quota 677,7 miliardi di dollari da 671,6 di marzo.

Il dato, pubblicato dall'Us Census Bureau, pertanto, guadagna lo 0,9% m/m dal +0,8% previsto nel Market movers settimanale e da +1,4% del mese precedente (rivisto da +0,5%), e cresce dell’8,19% a/a da +7,34% del mese precedente.

Il "core", ossia il dato al netto dei comparti auto e carburanti, rileva un +0,6% m/m dopo il +2,1% di marzo e un +10,9% a/a da +9,6% del mese precedente.

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11/05/2022 StarNews – Usa, ad aprile inflazione rallenta la crescita a +8,3% a/a da +8,5% di marzo e a +0,3% m/m da +1,2% del mese precedente. Core a +6,2% a/a da +6,5% e a +0,6% m/m da +0,3%

Negli Usa, ad aprile i prezzi al consumo destagionalizzati, diffusi dal Bureau of Labour statistics (BLs), rallentano la crescita a +8,3% su base annua da +8,5% del mese precedente e dal +8,8% stimato nel Market movers settimanale.

Su base mensile, invece, crescono dello 0,3% dal +1,2% del mese precedente e dal +0,2% atteso dagli analisti di Star am.

L’indice core, ossia l'indice dei prezzi al consumo depurato delle componenti più volatili, come cibo ed energia, più osservato dalla Fed, ha marcato un +6,2% a/a da +6,5 del mese precedente e dal +6,6% stimato dagli analisti di Star am e un +0,6% m/m da +0,3% di marzo e dal +0,1% stimato nel Market movers.

I prezzi energetici sono aumentati del 30,3% su base annua da +32,0% mentre sono diminuiti del 2,7% m/m (+11,0% a marzo), mentre l’indice alimentare ha guadagnato il 9,4% a/a (il tasso più ampio dall’aprile del 1981) da +8,8% e lo 0,9% m/m (17esimo aumento mensile consecutivo) da +1,0%.

 

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10/05/2022 StarNews – Germania, a maggio indice Zew a -34,3 punti da -41,0 di aprile. Condizioni attuali a -36,5 da -30,8. Zona euro a 29,5 da 43,0

In Germania, l’indice Zew a maggio risale a -34,3 punti dai -41,0 di aprile e dai -42,0 stimati nel Market movers settimanale. L’indagine, pubblicata dall'istituto di ricerca omonimo, è anticipatrice dell’andamento dell’economia tedesca nei sei mesi successivi, in quanto è considerata un barometro della fiducia degli investitori nell'economia tedesca, circa 350 investitori istituzionali, analisti ed esperti del settore bancario, assicurativo e dei dipartimenti finanziari di grandi aziende.

L'indice delle condizioni attuali, peraltro, si indebolisce a -36,5 punti dai -30,8 del mese precedente e dai -35,0 attesi dagli analisti di Star am.

L'indice anticipatore Zew della zona euro scende a 29,5 punti da 43,0.

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06/05/2022 StarNews – Usa, ad aprile tasso di disoccupazione al 3,6% come a marzo. Più 428 mila buste paga nel settore non agricolo come nel mese precedente

Negli Usa il tasso di disoccupazione, secondo l'Employment report del Dipartimento del Lavoro Usa (Bureau of Labour Statistics), ad aprile si conferma al 3,6% destagionalizzato come a marzo scorso.

L’indagine, infatti, rileva 428 mila buste paga in più nel settore non agricolo (non farm payrolls) come nel mese precedente (rivisto da +431 mila).

Più nel dettaglio, il settore privato ha guadagnato 406 mila nuovi posti di lavoro dopo i +424 mila di marzo (dato rivisto da +426 mila). Gli occupati nel manifatturiero, invece, sono aumentati di 55 mila unità da +43 mila nel mese precedente (rivisto da +38 mila).

Le retribuzioni medie orarie nel settore privato, particolarmente monitorate dalla Fed in quanto buon indicatore dello stato di salute del mercato del lavoro e delle pressioni inflazionistiche, hanno marcato un +5,5% a/a da +5,6% e un +0,3% m/m da +0,5% del mese precedente (rivisto da +0,4%). La media di ore settimanali è rimasta a quota 34,6, come a marzo.

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04/05/2022 StarNews – Eurozona, ad aprile Pmi composito finale a 55,8 punti da 54,9 di marzo. Pmi del terziario a 57,7 da 55,6 del mese precedente

Nell’eurozona, il Pmi S&P Global composito finale, sintesi di manifatturiero e servizi, ad aprile si rafforza a 55,8 punti (massimo in 7 mesi) come nella stima flash, da 54,9 di marzo, grazie a una domanda di nuovo sostenuta dall’alleggerimento delle restrizioni anti covid-19.

L’ulteriore indebolimento del Pmi manifatturiero finale di aprile (per il terzo mese consecutivo, a 55,5 punti dai 56,5 di marzo), dunque, questa volta è stato superato dal progresso dell’indice dei servizi, a 57,7 punti (massimo da 8 mesi) come nella stima flash, da 55,6 di marzo. L’aumento della produzione di beni, invece, è stato marginale e il più lento degli ultimi 22 mesi di crescita.

Nei dati composit, peraltro, sono emersi segnali di fragilità. I nuovi ordini esteri sono diminuiti per il secondo mese consecutivo e la fiducia ha indicato valori nettamente inferiori a quelli di febbraio (perciò prima dell’invasione russa in Ucraina), a causa di un’inflazione galoppante e di crescenti tensioni geopolitiche che hanno entrambi pesato sull’ottimismo. I dati relativi ai prezzi di aprile hanno al contempo evidenziato un clima altamente inflazionistico nell’eurozona, con prezzi di vendita per beni e servizi in aumento a tassi senza precedenti a causa della forte pressione dei costi.

Tra i Paesi dell’eurozona monitorati, la Francia ha mostrato la crescita più veloce, con la più forte espansione in oltre quattro anni del settore privato (a 57,6, massimo in 51 mesi). Si sono registrate espansioni più rapide anche in Spagna (55,7, massimo in 2 mesi) e Italia (54,5, massimo in 4 mesi), mentre la Germania ha invertito la tendenza al rialzo, rallentando ai minimi in tre mesi, a 54,3.

“Di fronte alla guerra Ucraina-Russia – spiega Williamson, capo economista di S&P Global –, l’economia dell’eurozona ha mostrato una resilienza sorprendente, con un rilancio dell’attività terziaria legato all’ulteriore allentamento delle restrizioni anti pandemiche di aprile. Dopo aver registrato un incremento dello 0,4% nel primo trimestre, a inizio del secondo i dati dell’indagine accreditano un aumento trimestrale del Pil dello 0,7% circa. Sfortunatamente l’accelerazione della crescita della produzione osservata durante il mese si è accompagnata ad una nuova impennata dei costi, che ha alimentato un aumento record dei prezzi medi di vendita di beni e servizi”.

“La combinazione tra un profilo di crescita più forte nel secondo trimestre e la persistente accelerazione dell’inflazione – prosegue l’economista – rafforzerà l’ipotesi che la BCE potrebbe iniziare ad alzare i tassi di interesse subito dopo la riunione di luglio. Tuttavia, i rischi al ribasso della crescita sono aumentati. Potrebbe imporsi, pertanto, un approccio più cauto verso politiche restrittive. La crescita manifatturiera è quasi in stallo, guidata dalla contrazione della produzione tedesca dovuta ai nuovi sconvolgimenti della catena di approvvigionamento e delle incertezze causate dall’invasione russa in Ucraina. Resta inoltre il dubbio se, una volta svanito il rilancio iniziale della riapertura delle economie, il settore terziario potrà sostenere l’attuale ritmo di crescita, considerando soprattutto l’impennata del costo della vita. Se il potere di acquisto è eroso dall’inflazione e se entra in gioco l’avversione al rischio, che spinge al risparmio, le speranze di un’economia spinta da una domanda repressa potrebbero dissiparsi”.

“Avvicinandoci all’estate – ha concluso Williamson –, il flusso dei dati sarà dunque cruciale per i responsabili delle politiche monetarie, che dovranno valutare se la resilienza dell’economia dell’eurozona potrà essere duratura”.

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04/05/2022 StarNews – Zona euro, a marzo vendite al dettaglio a -0,4% m/m da +0,4% di febbraio e a +0,8% a/a da +5,2% del mese precedente

Il volume destagionalizzato del commercio al dettaglio a marzo rispetto a febbraio 2022 è diminuito dello 0,4% nella zona euro e dello 0,2% nell'Ue.

Le stime, diffuse da Eurostat, l'ufficio statistico dell’Unione europea, deludono le attese degli analisti di Star am (+0,2%), pubblicate nel Market movers settimanale.

A febbraio 2022 il volume del commercio al dettaglio era aumentato dello 0,4% nell'area dell'euro e dello 0,3% nella Ue.

A marzo di quest’anno rispetto a marzo 2021, l'indice delle vendite al dettaglio aggiustato per il calendario è aumentato dello 0,8% da +5,2% del mese precedente nell'eurozona e dell'1,7% da +5,6% nell'Ue.

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04/05/2022 StarNews – Usa, Ism non manifatturiero ad aprile a 57,1 punti da 58,3 di marzo. Pmi S&P Global dei servizi definitivo, a 55,6 punti da 58,0. Composito a 56,0 da 57,7

Negli Usa, l’Ism non manifatturiero ad aprile scende a 57,1 punti dai 59,0 stimati nel Market movers settimanale e dai 58,3 di marzo.

Il dato, elaborato dall'Institute for Supply Management, peraltro, resta saldamente in territorio di espansione, ossia oltre la soglia dei 50 punti.

Tra le componenti dell'indice, quella sull'attività aziendale si è rafforzata a 59,1 punti dai 55,5 del mese precedente e quella sugli ordini è scesa a 54,6 da 60,1 punti. L'occupazione è crollata a 49,5 da 54, mentre la componente sui prezzi è salita a 84,6 da 83,8.

Anche l'indice Pmi dei servizi definitivo, elaborato da S&P Global, ad aprile decelera, a 55,6 punti da 54,7 della stima preliminare e 58,0 del mese precedente. L'indice, che rappresenta un sondaggio sui direttori d’acquisto delle aziende attive nel settore terziario, mostra dunque un tasso di crescita più debole ma ancora stabile oltre la soglia dei 50 punti.

Il Pmi composito, che sintetizza servizi e manifatturiero, si attesta a 56,0 punti dai 55,1 della lettura preliminare e 57,7 del mese precedente.

"S&P Global Pmi – ha commentato Chris Williamson, capo economista di S&P Global - ad aprile rileva l'accelerazione della crescita manifatturiera e anche una solida performance del settore dei servizi, che prospettano una ripresa del Pil nel secondo trimestre. Il terziario sembra aver perso slancio nel mese, ma questo è soprattutto il riflesso dell’effetto confronto con il netto aumento della spesa visto alla fine del primo trimestre, in seguito all’allentamento delle misure di contenimento del virus”.

"È chiaro – ha proseguito l'economista - che la crescita potrebbe essere ancora più forte se l'attività non fosse ancora vincolata dai colli di bottiglia della catena di approvvigionamento e da problemi di disponibilità di manodopera. La domanda interna rimane vivace sia tra le famiglie che tra le imprese, nonostante le pressioni inflazionistiche. Le esportazioni di servizi sono cresciute ad aprile al tasso più veloce da quando i dati sono stati raccolti per la prima volta nel 2014”.

"La conseguenza della domanda che supera l'offerta sono i prezzi più elevati - ha concluso l'economista -. Beneficiando di una forte domanda, le imprese sono state sempre più in grado di trasferire maggiori costi di energia, materiali e personale ai clienti, indicando un'economia che continua a correre".

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03/05/2022 StarNews – Eurozona, a marzo tasso di disoccupazione al 6,8% dal 6,9% di febbraio, nell’intera Ue al 6,2% dal 6,3% del mese precedente

Nell'eurozona, a marzo la disoccupazione si attesta al 6,8% dal 6,9% di febbraio scorso (rivisto dal 6,8%) e dall’8,2% di marzo 2021.

Il risultato, comunicato dall'Ufficio statistico europeo Eurostat, è in linea con le attese degli analisti di Star am, contenute nel Market movers settimanale.

Nell'intera Ue la percentuale dei senza lavoro è scesa al 6,2% dal 6,3% del mese precedente e dal 7,5% di marzo 2021.

Da febbraio 2022, il numero dei disoccupati è diminuito di 85 mila unità nell'Ue, di cui 76 mila nell'area euro. Rispetto a marzo 2021, invece, i senza lavoro si sono ridotti di 2,359 milioni di unità nell'Ue, di cui 1,931 milioni in eurolandia.

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02/05/2022 StarNews – Zona euro, Pmi manifatturiero finale di aprile a 55,5 punti da 56,5 di marzo, terzo calo mensile consecutivo

Nella zona euro, il Pmi manifatturiero (destagionalizzato) finale di S&P Global ad aprile scende ancora (per il terzo mese consecutivo), a 55,5 punti (minimo in 15 mesi) dai 55,3 della stima preliminare e dai 56,5 di marzo.

La crescita dei manifatturieri dell’eurozona ha perso ulteriore vigore all’inizio del secondo trimestre. La produzione è in marginale espansione a 50,7 da 53,1 di marzo, ossia al tasso più debole dell’attuale sequenza di crescita di 22 mesi. Il progresso più blando è stato accompagnato dal lieve incremento dei nuovi ordini e dalla sostenuta pressione sulla catena di fornitura data dalle restrizioni anti-Covid in Cina e dalle attuale interruzioni causate dalla guerra in Ucraina. Le sfide che sta affrontando la catena di distribuzione, al contempo, hanno accelerato l’inflazione dei prezzi di acquisto al livello massimo in cinque mesi e sono stati riportati aumenti dei costi del carburante ed energetici. I manifatturieri di conseguenza hanno innalzato ad aprile i loro prezzi di vendita al tasso più veloce dell’indagine.

Nello spaccato dei Paesi dell’eurozona monitorati dall’indagine (esclusi Irlanda e Grecia, i cui dati saranno pubblicati il 3 di maggio), i Paesi Bassi hanno registrato ad aprile la crescita maggiore e più veloce (massimo in 2 mesi), a 59,9 punti. Le altre economie, a eccezione della Francia (a 55,7, massimo in 2 mesi), hanno riportato contrazioni, con valori che hanno raggiunto i livelli minimi in oltre un anno (Austria a 57,9, minimo in 15 mesi; Italia a 54,5, minimo in 16 mesi; Spagna a 53,3, minimo in 14 mesi). Gli ultimi dati per la Germania (a 54,6, minimo in 20 mesi) sono particolarmente degni di nota, con le componenti nuovi ordini e produzione in contrazione per la prima volta da giugno 2020.

"Ad aprile - ha commentato Chris Williamson, Chief Business Economist presso S&P Global –, l’attività manifatturiera dell’eurozona ha registrato una crescita vicina alla stagnazione, con la produzione al tasso di crescita più lento da giugno 2020. Non solo le imprese hanno riportato problemi per la mancanza di componenti attualmente aggravati dalla guerra in Ucraina e dal nuovo lockdown in Cina, ma anche l’aumento dei prezzi e la crescente incertezza sulle prospettive economiche future hanno colpito la domanda".

“Allo stesso modo - ha aggiunto Williamson –, la crescita dei nuovi ordini è diminuita fortemente dall’inizio dell’anno, guidata dalla Germania , la cui produzione è tornata a calare per la prima volta in quasi due anni. Crescita modesta anche in Francia, Italia e Spagna. E sembra che la tendenza della produzione sia destinata a peggiorare: le previsioni rimangono molto deboli rispetto agli standard storici e, considerato l’attuale livello delle giacenze, il rallentamento della crescita dei nuovi ordini è indicativo di una contrazione della produzione manifatturiera dell’eurozona nei prossimi mesi. Il forte aumento dei prezzi al contempo porrà ulteriore pressione al ribasso sulla domanda. Un nuovo aumento dei costi, largamente attribuito ai prezzi energetici crescenti e all’ennesima pressione al rialzo dei prezzi pagati per vari altri beni carenti, ha provocato il maggiore rincaro dei beni prodotti registrato in almeno 20 anni di storia dell’indagine comparabile”.

“In breve – ha concluso l'economista -, il manifatturiero dell’eurozona sembra destinato a un periodo difficile, di crollo della produzione e di aumenti di prezzi".

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02/05/2022 StarNews – Usa, Ism manifatturiero ad aprile a 55,4 punti da 57,1 di marzo. Pmi manifatturiero di S&P Global definitivo di aprile a 58,8 da 57,3 di marzo

Negli Usa, l’Ism manifatturiero di aprile scivola a 55,4 punti da 57,1 di marzo e dai 58,0 stimati dagli analisti di Star am nel Market movers settimanale.

Il dato, elaborato dall'Institute for Supply Management, segna dunque una decelerazione ma resta ben oltre la soglia dei 50 punti, oltre la quale si segnala un’espansione dell’attività.

Fra le varie componenti dell'indice, quella sui nuovi ordini si riduce a 53,5 punti da 53,8, mentre quella sull'occupazione a 50,9 da 56,3 e la componente dei prezzi a 84,6 da 87,1.

Il Pmi manifatturiero curato da S&P Global, invece, nel dato definitivo di aprile, scivola a 59,2 punti da 58,8 del mese precedente e da 59,7 della prima lettura.

L'indice si consolida così ben oltre la soglia chiave di 50, che denota un’espansione dell'attività.

"Dopo un inizio d'anno lento, che ha visto la produzione quasi in stallo, il manifatturiero è riaprtito con un passo molto più forte”, ha commentato Chris Williamson, Chief Business Economist di S&P Global.

“La domanda di consumatori e imprese si sta rivelando robusta nonostante le forti pressioni inflazionistiche, che nel mese si sono intensificate ulteriormente. In sostanza – conclude Williamson -, mentre i dati del sondaggio accreditano un’accelerazione del ritmo di crescita nel secondo trimestre dopo un primo trimestre poco brillante, le elevate pressioni inflazionistiche non mostrano segni di cedimento".

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28/04/2022 StarNews – Usa, Pil del I trimestre, nella prima stima flash, a -1,4% t/t da +6,9% del trimestre precedente

Negli Usa, nella prima stima preliminare, il Pil del I trimestre si attesta a -1,4% t/t da +6,9% del trimestre precedente.

Il dato, rilevato dal Dipartimento del Commercio (Bureau of Economic Analysis), delude le stime degli analisti di Star am, contenute nel Market movers settimanale (+1,0%).

Le spese per consumi reali (personal consumption expenditure, Pce), motore principale della crescita americana, hanno registrato un +2,7% da +2,5% dell’ultimo quarto del 2021.

L'indice PCE price, particolarmente monitorato dalla Federal reserve per valutare l'andamento dell’inflazione, è salito dell'1,3% da +1,4% del trimestre precedente. L'indice PCE core, che esclude cibi freschi ed energia, è cresciuto del 5,2% da +5,0% dei tre mesi precedenti.

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27/04/2022 StarNews – Usa, vendite in corso di case a marzo a -1,2% m/m da -4,0% di febbraio

Negli Usa, le vendite in corso di case (pending home sales) a marzo cedono l'1,2% m/m da -4,0% di febbraio (rivisto da -4,1%).

In termini di punti, l'indice delle compravendite andate a buon fine ma non ancora registrate, pubblicato dall'Associazione degli operatori immobiliari (Nar), è sceso a quota 103,7 punti (dove 100 è il livello pari a quello del 2001) da 105,0 del mese precedente (rivisto da 104,9). Su base annua, invece, è diminuito per il decimo mese consecutivo, dell'8,2%, in calo in tutte le regioni.

“Le firme in calo dei contratti - ha affermato Lawrence Yun, capo economista di Nar - implicano che più offerte presto si dissiperanno e saranno sostituite da condizioni di mercato molto più normalizzato. Il repentino e ampio incremento dei tassi sui mutui ha ridotto i potenziali acquirenti di case e, di conseguenza, anche gli acquisti. L'aspirazione all'acquisto di una casa rimane ma la capacità finanziaria è diventata un importante fattore limitante".

"Le vendite complessive di case esistenti quest'anno si profilano in calo del 9% rispetto al ritmo serrato dello scorso anno – aggiunge Yun -. I prezzi delle case potrebbero diminuire a livello nazionale ma i guadagni di prezzo decelereranno costantemente in modo tale che la mediana del prezzo della casa nel 2022 aumenterà probabilmente dell'8% rispetto allo scorso anno. Gli affitti in rapido aumento incoraggeranno gli affittuari a prendere in considerazione l'acquisto di una casa, malgrado i tassi ipotecari più elevati”.

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26/04/2022 StarNews – Usa, a marzo vendite di nuove abitazioni a -8,6% m/m da -1,2%% di febbraio

Negli Usa, a marzo il dato delle vendite di nuove abitazioni, comunicato dal Census Bureau, marca un -8,6% m/m da -1,2% di febbraio (rivisto da -2,0%) e da -8,4% di gennaio (rivisto da -4,5%).

In termini assoluti, infatti, scendono a quota 763 mila da 835 mila del mese precedente (rivisto da 772 mila) e dalle 776 mila stimate nel Market movers settimanale.

Il numero di vendite di case nuove, rispetto a febbraio 2021 (quando si attestava a quota 1,021 milioni), ha ceduto il 25,2%.

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25/04/2022 StarNews – Germania, ad aprile indice Ifo a 91,8 punti da 90,8 di marzo. Condizioni attuali a 97,2 da 97,1 e aspettative a 86,7 da 84,9

In Germania, l’indice Ifo (Information und Foschung) ad aprile sale a 91,8 punti da 90,8 di marzo e contro gli 89,1 stimati.

Il dato è ricavato dal sondaggio mensile, condotto dall’istituto tedesco omonimo, sulla fiducia di circa 7000 imprese della prima economia europea.

Nello spaccato, la valutazione delle imprese sulle condizioni attuali si consolida a 97,2 punti da 97,1 del mese precedente e dai 95,0 stimati nel Market movers, mentre il sottoindice sulle prospettive di business per i prossimi sei mesi risale a 86,7 da 84,9 del mese precedente (rivisto da 85,1), contro gli 82,3 attesi dagli analisti di Star am. 

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22/04/2022 StarNews – Zona euro, nella stima flash di aprile, Pmi composito di S&P Global a 55,8 punti da 54,9 di marzo. Nel dettaglio, manifatturiero a 55,3 da 56,5 e servizi a 57,7 da 55,6

Nella zona euro, il Pmi composito, sintesi dei settori manifatturiero e servizi, nella stima flash di aprile accelera a 55,8 punti (massimo in 7 mesi) da 54,9 di marzo.

Il dato, elaborato da S&P Global sulla base di circa l’85% del totale delle risposte del sondaggio, dunque, si consolida oltre la soglia dei 50 punti.

Nel dettaglio settoriale, l’indice del manifatturiero è scivolato a 55,3 punti (minimo in 15 mesi) da 56,5 di marzo.

Il Pmi del terziario è salito a 57,7 punti da 55,6 di marzo (massimo da 8 mesi). L'indice della produzione manfatturiera, invece, ha decelerato a 50,4 punti (minimo in 22 mesi) da 53,1 di marzo.

Nello spaccato geografico, la Germania ha mostrato un peggioramento del Pmi manifatturiero, a 54,1 da 56,9, e un rafforzamento di quello dei sevizi a 57,9 da 56,1. In Francia, il manifatturiero si porta a 55,4 da 54,7 e i servizi a 58,8 da 57,4.

“I dati di aprile - ha commentato Chris Williamson, capo economista di S&P Global – hanno osservato una ripresa dell'economia dell'eurozona a due velocità. Il manifatturiero ha riportato una fase di quasi-stallo dovuta agli attuali problemi sulla fornitura, all'incremento dei prezzi e all'evidente impatto dell'avversione al rischio sulla spesa provocata dalla guerra. Inoltre, è emerso un manifatturiero in sofferenza per il trasferimento della domanda dai beni verso i servizi, ascrivibile all’allentamento delle restrizioni pandemiche, che, in particolare, ha favorito un’espansione record della spesa in attività come viaggi e attività ricreative”.

“Fattore comune a entrambi i settori – ha aggiunto l’economista - è stata l’ennesima crescita della pressione dei costi guidata dall’impennata dei costi energetici e delle materi prime, così come quelli salariali. I prezzi medi applicati per beni e servizi di aprile sono aumentati a un tasso senza precedenti. Gli incrementi sono stati a loro volta trasferiti ai clienti, accreditando preoccupanti segnali di aggravamento delle pressioni inflazionistiche”.

“L’eurozona, nel complesso - ha concluso Williamson -, ha iniziato il secondo trimestre su un piano migliore del previsto, confutando le unanimi aspettative di rallentamento. La debolezza del manifatturiero però preoccupa molto, perché sintomatica di un’economia che non lavora a pieno regime”.

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22/04/2022 StarNews – Usa, ad aprile stima flash del Pmi composito a 55,1 da 57,7 di marzo. Nel dettaglio, manifatturiero a 59,7 punti da 58,8, servizi a 54,7 da 58,0

Negli Usa, il Pmi composito di aprile, nella stima flash, cala a 55,1 punti (minimo da 3 mesi) da 57,7 di marzo.

Il dato, pubblicato da S&P Global, resta per ora saldamente sopra la soglia dei 50 punti, oltre la quale segnala l’espansione dell’attività.

La voce della produzione accelera a 57,4 (massimo da 9 mesi) da 56,1 di marzo. L’indice del manifatturiero si rafforza a 59,7 punti (massimo da 7 mesi) da 58,8 del mese precedente, mentre quello dei servizi si contrae a 54,7 punti (minimo da 3 mesi) da 58,0 di marzo.

“Le indagini Pmi di aprile – ha commentato Chris Williamson, capo economista di S&P Global –, sebbene ancora coerenti con una crescita annualizzata del Pil di circa il 3%, indicano una perdita di slancio della ripresa rispetto al forte rimbalzo visto a marzo, quando soprattutto l'attività dei servizi è stata sostenuta dall’allentamento delle restrizioni per la pandemia negli Stati Uniti e all'estero”.

“Molte aziende – ha aggiunto l’economista - continuano a rilevare una domanda repressa dalla pandemia. E confermano crescenti difficoltà ascrivibili all'aumento dell'inflazione, alle pressioni sul potere d’acquisto, ai ritardi nella catena di approvvigionamento e ai vincoli della manodopera”.

“Questi venti contrari, oltre alle crescenti preoccupazioni per le prospettive economiche e per l’inasprimento della politica monetaria – conclude Williamson -, prospettano un drastico calo della fiducia delle imprese ad aprile. Tuttavia, dato il ritmo generale di crescita economica e delle assunzioni, ancora relativamente solido, per ora l'attenzione politica potrà confermare la necessità di frenare le pressioni inflazionistiche record segnalate dall'indagine”.

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21/04/2022 StarNews - Eurozona, inflazione nella stima definitiva di marzo a +7,4% a/a da +5,9% di febbraio e a +2,4% m/m da +0,9% del mese precedente

Nell’eurozona, i prezzi al consumo, nel dato definitivo di marzo, si attestano a +7,4% a/a da +7,5% della lettura preliminare e +5,9% di febbraio.

Il dato, diffuso dall'ufficio statistico europeo, Eurostat, si allontana ulteriormente dal target fissato dalla BCE (il 2% per il medio termine). Per un periodo transitorio l'istituto ha riferito di poter tollerare un’inflazione moderatamente al di sopra dell’obiettivo, pur considerando ugualmente indesiderabili gli scostamenti negativi e positivi dell’inflazione dall’obiettivo.

Su base mensile, l’inflazione marca un +2,4% da +2,5% della stima flash e +0,9% di febbraio scorso.

Il core, ossia il dato al netto delle componenti più volatili, ossia cibi freschi, energia, alcol e tabacco, particolarmente monitorato dalla Bce per le decisioni di politica monetaria, ha segnato un +2,9% a/a da +2,7% del mese precedente e un +1,2% m/m da +0,5% di febbraio.

Nell'intera Ue, l'inflazione guadagna il 7,8% a/a dal +6,2% di febbraio e il 2,4% m/m da +0,9% del mese precedente.

A marzo, il contributo maggiore all’incremento annuale del tasso di inflazione nell’area euro è arrivato dall’energia (+44,4% da +32,0%), a seguire  cibo, alcol e tabacco (+5,0% da +4,2%), beni industriali non energetici (+3,4% da +3,1%) e servizi (+2,7% da +2,5%).

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20/04/2022 StarNews – Usa, vendite di abitazioni esistenti di marzo a -2,7% m/m da -8,6% di febbraio e a 4,5% a/a dal -2,4%

Negli Usa, a marzo le vendite di case esistenti (Existing Home Sales) perdono il 2,7% m/m da -8,6% di febbraio (rivisto da -7,2%) e il 4,5% a/a dal -2,4% del mese precedente.

A marzo, infatti, riferisce la National association of realtors (associazione di agenti immobiliari nazionale), si sono venduti 5,77 milioni di case, contro i 5,93 del mese precedente (rivisti da 6,02) e i 6,04 milioni di marzo 2021.

Il totale delle abitazioni a fine marzo ammontava a 950 mila, +11,8% da febbraio e -9,5% dallo stesso mese di un anno fa (1,05 milioni). Le scorte invendute si attestano a una fornitura di 2 mesi al ritmo di vendita attuale in aumento rispetto a febbraio di 1,7 mesi e in flessione rispetto ai 2,1 mesi di marzo 2021.

Il prezzo medio di vendita delle case esistenti è salito a 375,300 dollari, in crescita del 15,0% rispetto a un anno fa (326.300). Si registra, pertanto, per il 121esimo mese consecutivo un aumento dei prezzi su base annua, la serie più lunga mai registrata.

"I prezzi delle case - ha affermato Lawrence Yun, capo economista di Nar - sono costantemente aumentati poiché l'offerta rimane limitata. Gli acquirenti di case sembra che per la prima volta stiano ancora cercando di bloccare gli attuali tassi ipotecari prima che aumentino inevitabilmente".

"Con l'aumento dei tassi ipotecari - aggiunge Yun - le vendite in contanti hanno costituito la fetta maggiore delle transazioni, salendo alla quota più alta dal 2014".

“Il mercato immobiliare – conclude - inizia a risentire dell'impatto del forte aumento dei tassi ipotecari e dell'aumento dell'inflazione che incide sul potere d'acquisto. Si stanno vendendo rapidamente le case con aumenti dei prezzi ancora a due cifre". Con i tassi ipotecari previsti in ulteriore aumento, Yun prevede che quest'anno le transazioni perderanno il 10%.

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14/04/2022 StarNews – Riunione mensile BCE: tassi invariati, Pepp fino al 2024, Paa forse fino al terzo trimestre. Ma Lagarde assicura ancora ampia flessibilità

Nella riunione di politica monetaria di marzo la BCE lascia i tassi di interesse invariati, allo 0,00% sulle operazioni di rifinanziamento principali, allo 0,25% sulle operazioni di rifinanziamento marginale e al -0,50% sui depositi presso la banca centrale. L’istituto di Francoforte, peraltro, ha ribadito che ogni modifica dei tassi sarà graduale e avverrà solo qualche tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività nel quadro del Programma di acquisto di attività (Paa).

Riguardo a questi ultimi, il Consiglio direttivo ha ritenuto che i dati pervenuti dopo l'ultima riunione "rafforzino la sua aspettativa che gli acquisti netti del Paa finiranno nel terzo trimestre". Nel frattempo si profilano pari a 40 miliardi di euro ad aprile, 30 miliardi di euro a maggio e 20 miliardi di euro a giugno.

Ma la politica monetaria dell’istituto sarà correlata anche ai nuovi dati. E l'andamento dell'economia "dipenderà in maniera cruciale dall'evoluzione del conflitto, dall’impatto delle sanzioni vigenti e da eventuali ulteriori misure". Secondo la BCE, l'inflazione è aumentata in modo sensibile e rimarrà elevata nei prossimi mesi in molti settori, soprattutto a causa del forte rincaro dell'energia.

Quanto al Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (Pepp), il direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza almeno sino alla fine del 2024. E in caso di ulteriore frammentazione del mercato connessa alla pandemia, i reinvestimenti potranno essere rimodulati in qualsiasi momento, nelle varie classi di attività e nei vari Paesi.

Nella conferenza stampa seguita alla riunione, la presidente dell'Eurotower, Christine Lagarde, ha ribadito che "la BCE manterrà la più ampia flessibilità nelle decisioni di politica monetaria, legate ai dati economici e dall'evolvere della situazione, soprattutto alla luce del conflitto in Ucraina e delle sanzioni contro la Russia, elementi di grande incertezza per le previsioni economiche".

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12/04/2022 StarNews – Germania, ad aprile indice Zew a -41 punti da -39,3 di marzo. Condizioni attuali a -30,8 da -21,4. Zona euro a -43,0 da -38,7

In Germania, l’indice Zew ad aprile crolla a -41 punti dai -39,3 di marzo e dai -49,5 stimati nel Market movers settimanale. L’indagine, pubblicata dall'istituto di ricerca omonimo, è anticipatrice dell’andamento dell’economia tedesca nei sei mesi successivi, in quanto è considerata un barometro della fiducia degli investitori nell'economia tedesca, circa 350 investitori istituzionali, analisti ed esperti del settore bancario, assicurativo e dei dipartimenti finanziari di grandi aziende. L'indice delle condizioni attuali scende a -30,8 punti dai -21,4 del mese precedente e dai -32,3 attesi dagli analisti di Star am.

L'indice anticipatore Zew della zona euro, invece, si indebolisce a -43,0 punti da -38,7.

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12/04/2022 StarNews – Usa, a marzo inflazione ai massimi da 41 anni, a +8,5% a/a da +7,9% di febbraio e a +1,2% m/m da +0,8% del mese precedente. Core a +6,5% a/a da +6,4% e a +0,3% m/m da +0,5%

Negli Usa, a marzo i prezzi al consumo destagionalizzati, diffusi dal Bureau of Labour statistics (BLs), si attestano ai massimi da dicembre del 1981, a +8,5% su base annua da +7,9% del mese precedente e dal +8,3% stimato nel Market movers settimanale.

Su base mensile, invece, crescono dell'1,2% dal +0,8% del mese precedente e dal +1,1% atteso dagli analisti di Star am.

L’indice core, ossia l'indice dei prezzi al consumo depurato delle componenti più volatili, come cibo ed energia, più osservato dalla Fed, ha marcato un +6,5% a/a da +6,4 del mese precedente e dal +6,6% stimato dagli analisti di Star am e a +0,3% m/m da +0,5% di febbraio e dal +0,5% stimato nel Market movers.

L'indice alimentare è salito dell’8,8% a/a (+1,0% m/m), quello dell'energia del 32,0% (+11,0% m/m).

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05/04/2022 StarNews – Eurozona, a marzo Pmi composito finale a 54,9 punti da 55,5 di febbraio. Pmi del terziario a 55,6 da 55,5 del mese precedente

Nell’eurozona, il Pmi S&P Global composito finale, sintesi di manifatturiero e servizi, a marzo scivola a 54,9 punti (minimo in due mesi) da 54,5 della stima flash, 55,5 di febbraio e dai 54,5 punti attesi nel Market movers settimanale.

 L’indebolimento del Pmi manifatturiero finale di marzo (a 57,1 punti da 58,6), infatti, ha superato il lieve progresso dell’indice dei servizi, a 55,6 punti (massimo da 4 mesi), da 54,8 della stima flash, da 55,5 di febbraio e dai 54,8 stimati dagli analisti di Star am.

Grazie alle sempre più ridotte restrizioni anti covid, l'economia dell’eurozona ha mantenuto un forte tasso di crescita a marzo, rallentando solo marginalmente rispetto al valore più alto in cinque mesi riportato a febbraio. Il forte rialzo si è registrato anche per i nuovi ordini, sebbene quelli esteri di marzo siano diminuiti a causa della guerra in Ucraina che, come si evince dai dati raccolti, ha pesato sul commercio transfrontaliero. La fiducia, nel frattempo, ha subìto un duro colpo, scendendo ai minimi in 17 mesi. Le crescenti tensioni geopolitiche e l’inflazione, infatti, hanno gravato sulle previsioni future. Con l’impennata del prezzo dell’energia, del carburante e delle materie prime, l’inflazione dei prezzi d’acquisto di marzo ha accelerato a un ritmo record. Per arginare le pressioni sui margini, i prezzi di vendita di marzo di beni e servizi hanno indicato il più veloce rincaro di sempre.

Tra i Paesi dell’eurozona monitorati, l’Irlanda ha registrato il progresso maggiore, indicando l’espansione più rapida in cinque mesi (a 61,0 punti). Anche la Francia ha indicato un'accelerazione della crescita (a 56,3, massimo in 8 mesi). Per le altre economie dell'area l’attività ha indicato ritmi più moderati rispetto a febbraio, in particolare, in Germania si è attestata a 55,1 (minimo in 2 mesi), in Spagna a 53,1 (minimo in 2 mesi), in Italia a 52,1 (minimo in 2 mesi).

“La graduale riapertura dell’economia dell’eurozona favorita dall’attenuamento dell’ondata omicron – spiega Williamson, capo economista di S&P Global –, ha fornito una gradita spinta all’attività di marzo, promuovendo una nuova e forte espansione che si è lasciata alle spalle il rallentamento di inizio anno. Tuttavia, nei prossimi mesi la resilienza dell’economia verrà messa alla prova da ostacoli che includono nuove impennate dei costi energetici e dei prezzi delle materie prime dovute all’invasione russa in Ucraina, ma anche dal peggioramento della catena distributiva causato dalla guerra e dal forte deterioramento dell’ottimismo sulle prospettive dell’anno a venire”.

“Con la guerra che ha colpito il settore viaggi e trasporti – prosegue l’economista –, le esportazioni sono di nuovo tornate a contrarsi. L’indebolimento della fiducia ci suggerisce che le condizioni della domanda interna dei Paesi dell’eurozona potrebbero subire pressioni, soprattutto da parte dei consumatori per l’incremento del costo della vita, ma anche da parte delle aziende che faticheranno per la mancanza di materiali”.

“Le aspettative di crescita, dunque – ha concluso Williamson –, sono peggiorate nello stesso momento in cui le previsioni inflazionistiche sono apparse più critiche. Non c’è certezza di una recessione, in quanto il grado di difficoltà che l’economia potrà sopportare nei prossimi mesi dipenderà dalla durata della guerra e dalle possibili modifiche delle politiche fiscali e monetarie. Tuttavia, si ritiene sarà molto difficile sostenere la forte espansione di marzo e, sull’economia del secondo trimestre, incombe chiaramente un maggiore rischio di stagnazione o contrazione”.

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05/04/2022 StarNews – Usa, Ism non manifatturiero a marzo a 58,3 punti da 56,5 di febbraio. Pmi S&P Global dei servizi definitivo, a 58,0 punti da 56,5. Composito a 57,7 da 55,9

Negli Usa, l’Ism non manifatturiero a marzo sale a 58,3 punti dai 58,0 stimati nel Market movers settimanale e dai 56,5 di febbraio.

Il dato, elaborato dall'Institute for Supply Management, peraltro, si consolida COSì in territorio di espansione, oltre la soglia dei 50 punti.

Tra le componenti dell'indice, quella sull'attività aziendale è salita a 55,5 punti dai 55,1 del mese precedente e quella sugli ordini a 60,1 da 56,1. La componente dell'occupazione si è rafforzata a 54 punti da 48,5, mentre quella sui prezzi si è attestata a 83,8 da 83,1.

Anche l'indice Pmi dei servizi definitivo, elaborato da S&P Global (Markit), a febbraio accelera a 58,0 punti da 58,9 della stima preliminare e 56,5 del mese precedente. L'indice, che rappresenta un sondaggio sui direttori d’acquisto delle aziende attive nel settore terziario, mostra dunque un tasso di crescita più forte e si consolida ben oltre la soglia dei 50 punti.

L'indice composito, che sintetizza servizi e manifatturiero, si attesta a 57,7 punti dai 58,5 della lettura preliminare e 55,9 del mese precedente.

"L'attività commerciale nel settore dei servizi – ha commentato Chris Williamson, capo economista di S&P Global - a marzo ha beneficiato dell'allentamento delle restrizioni anti covid, riacquistando un forte slancio dopo il rallentamento indotto da omicron osservato all'inizio dell'anno. La domanda di servizi, infatti, sta crescendo così rapidamente che le aziende faticano sempre più a tenere il passo con gli ordini dei clienti, portando al più grande aumento degli arretrati di lavoro registrato dall'inizio dell'indagine nel 2009".

"Tuttavia – rileva Williamson -, mentre questo suggerisce che le aziende hanno un buon portafoglio ordini per sostenere una forte produzione nei prossimi mesi, il rovescio della medaglia è un'ulteriore pressione al rialzo sui prezzi, in quanto la domanda supera l'offerta. Con i costi delle aziende gonfiati dall'impennata dei prezzi di energia, carburante e altre materie prime, oltre all'aumento dei salari, i prezzi praticati per i servizi stanno aumentando a un ritmo senza precedenti".

"L'inflazione dei prezzi al consumo - ha concluso l'economista -  sembra dunque destinata ad accelerare ulteriormente mentre ci addentriamo in primavera”.

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01/04/2022 StarNews – Zona euro, Pmi manifatturiero finale di marzo a 56,5 punti da 58,2 di febbraio

Nella zona euro, il Pmi manifatturiero (destagionalizzato) finale di S&P Global (che di recente si è fuso con Markit Ihs) a marzo scende ancora, a 56,5 punti (minimo in 14 mesi) dai 57,0 della stima preliminare e dai 58,2 di febbraio.

A fine del primo trimestre, dunque, il settore manifatturiero dell'eurozona ha registrato un altro rallentamento della crescita. L'aumento delle tensioni geopolitiche ha pesato sulla domanda e sul morale delle aziende, sceso a marzo al livello più basso da maggio 2020. La crescita più debole è stata accompagnata dall'intensificarsi della pressione sulla catena di distribuzione nel mese, causata dall'aumento delle infezioni da covid-19 in Cina e dall'invasione della Russia in Ucraina che, dai dati raccolti, ha provocato l'allungamento dei tempi medi di consegna.

Al contempo, a causa dell'aumento dei costi delle materie prime, di carburante ed energia, accelera di nuovo a marzo l'inflazione dei prezzi di acquisto e raggiunge il livello massimo in quattro mesi. Per proteggersi dalla pressione sui margini, i manifatturieri dell'eurozona hanno aumentato le loro tariffe al livello più alto nella storia dell'indagine.

Nello spaccato nazionale, l'Irlanda ha registrato il miglioramento più robusto delle condizioni operative (a 59,4 massimo in 2 mesi), superando marginalmente l'espansione osservata in Austria (a 59,3, massimo in 2 mesi). Negli altri Paesi dell’area monitorati, i tassi di espansione hanno rallentato. Nei Paesi Bassi a 58,4 (minimo in 15 mesi), in Germania a 56,9 (minimo in 18 mesi), in Italia a 55,8 (minimo in 14 mesi), in Francia a 54,7 (minimo in 5 mesi), in Grecia a 54,6 (minimo in 11 mesi) e in Spagna a 54,2 (minimo in 13 mesi).

"Proprio quando lo svanire dell'ultima ondata pandemica stava spingendo il settore manifatturiero dell'eurozona verso la ripresa, con la riapertura delle economie e la diminuzione dei ritardi della catena di distribuzione - ha commentato Chris Williamson, Chief Business Economist presso S&P Global –, la guerra in Ucraina ha creato e opposto una nuova minaccia. Mentre l'impulso alla domanda, dovuto al nuovo allentamento delle misure restrittive anti covid-19, ha contribuito ad assicurare la sostenuta espansione degli ordini e della produzione di marzo, i tassi di crescita sono diminuiti notevolmente a causa delle sanzioni, dell'aumento dei costi energetici e dei vincoli di fornitura collegati alla guerra".

“Al contempo - ha aggiunto Williamson –, una maggiore avversione al rischio tra i manifatturieri e i loro clienti per l'incertezza causata dall'invasione, combinata all'impennata del costo della vita, sta minacciando di trascinare la crescita ancora più in basso nei mesi futuri, come evidenziato dalla contrazione della previsione di crescita dei manifatturieri per il prossimo anno”.

“L'ottimismo delle aziende del settore manifatturiero si è ridotto – ha concluso l'economista -, accreditando una contrazione del manifatturiero nel secondo trimestre e aggravando il rischio di una nuova recessione nel settore".

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01/04/2022 StarNews – Zona euro, inflazione nella stima flash di marzo a +7,5% a/a da +5,9% di febbraio

Nella zona euro, l'indice dei prezzi al consumo, nella stima flash di marzo, segna un +7,5% (l’aumento più consistente da quando è stata introdotta la moneta unica) dal +5,9% di febbraio e dal +6,9% stimato nel Market movers settimanale.

Il dato, pubblicato dall'ufficio statistico europeo, Eurostat, continua a sforare ampiamente il target della BCE (il 2% a/a per il medio termine). Per un periodo transitorio l'istituto ha riferito di poter tollerare un’inflazione moderatamente al di sopra dell’obiettivo, pur considerando ugualmente indesiderabili gli scostamenti negativi e positivi dell’inflazione dall’obiettivo.

Su base mensile, l'inflazione è data a +2,5% m/m da +0,9% del mese precedente e dal +1,9% atteso nel Market movers.

Il core (ossia il dato al netto di energia, cibo e tabacchi) guadagna il 3,0% a/a dal +3,2% previsto nel Market movers e dal +2,7% di febbraio scorso e l’1,2% m/m da +0,5% del mese precedente. Al netto della sola energia, si attesta a +3,4% a/a da +3,1% del mese precedente e a +1,1% m/m da +0,6%.

Tra le principali componenti dell'indice generale, i prezzi dell'energia si stimano a +44,7% a/a da +32,0% di febbraio, seguiti da quelli di cibi, alcol e tabacchi a +5,0% a/a da +4,2% di febbraio, dei beni industriali non energetici a +3,4% da +3,1% e dei servizi a +2,7% da +2,5% del mese precedente.

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01/04/2022 StarNews – Usa, a marzo tasso di disoccupazione al 3,6% dal 3,8% di febbraio. Più 431 mila buste paga nel settore non agricolo da +750 mila del mese precedente

Negli Usa, secondo l'Employment report del Dipartimento del Lavoro Usa (Bureau of Labour Statistics), il tasso di disoccupazione a marzo scende al 3,6% destagionalizzato dal 3,8% di febbraio scorso.

L’indagine, infatti, rileva 431 mila buste paga in più nel settore non agricolo (non farm payrolls) da +750 mila del mese precedente (rivisto da +678 mila).

 

Il settore privato ha guadagnato 426 mila nuovi posti di lavoro dopo i +739 mila di febbraio (dato rivisto da +654 mila). Gli occupati nel manifatturiero sono aumentati di 38 mila unità come nel mese precedente (rivisto da +36 mila).

Le retribuzioni medie orarie nel settore privato, particolarmente monitorate dalla Fed in quanto buon indicatore dello stato di salute del mercato del lavoro e delle pressioni inflazionistiche, hanno marcato un +5,6% a/a dal +5,2% (rivisto da +5,1%) e un +0,4% m/m dal +0,1% del mese precedente (rivisto da invariato). La media di ore settimanali è salita a 34,6 da 34,7 di febbraio.

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01/04/2022 StarNews – Usa, Ism manifatturiero a marzo a 57,1 punti da 58,6 di febbraio. Pmi manifatturiero di S&P Global definitivo di marzo a 58,8 da 57,3 di febbraio

Negli Usa, l’Ism manifatturiero di marzo scivola a 57,1 punti da 58,6 di febbraio e dai 58,7 stimati dagli analisti di Star am nel Market movers settimanale.

Il dato, elaborato dall'Institute for Supply Management, segna dunque una decelerazione ma resta ben oltre la soglia dei 50 punti, oltre la quale si segnala un’espansione dell’attività.

Fra le varie componenti dell'indice, quella sui nuovi ordini si contrae a 53,8 punti da 61,7, mentre quella sull'occupazione sale a 56,3 da 52,9 e la componente dei prezzi a 87,1 da 75,6.

Il Pmi manifatturiero curato da S&P Global, invece, nel dato definitivo di marzo, si rafforza a 58,8 punti da 57,3 del mese precedente e da 58,5 della prima lettura.

L'indice si consolida così ben oltre la soglia chiave di 50, che denota espansione dell'attività.

"La crescita manifatturiera statunitense ha accelerato nel mese, grazie alla forte domanda e al miglioramento delle prospettive, che hanno contrastato i venti contrari delle crescenti pressioni sui costi e dell’invasione russa dell’Ucraina - ha commentato Chris Williamson, Chief Business Economist di S&P Global -. La crescita del portafoglio ordini è aumentata mentre i clienti guardano all'ulteriore riapertura delle economie nazionali e globali, mentre si attenua la morsa della  pandemia".

"Le aziende – ha aggiunto l’economista - hanno continuato a segnalare diffusi vincoli alla produzione a causa dei colli di bottiglia della catena di approvvigionamento. Malgrado ciò, l'incidenza di tali ritardi ora si è ridotta rispetto a quella mostrata da gennaio 2021. Anche la crescita dei posti di lavoro è migliorata, poiché un numero inferiore di aziende ha segnalato carenza di manodopera".

"Allo stesso modo – conclude Williamson -, sebbene le pressioni sui prezzi rimangano elevate, con l'aumento dei costi energetici che spinge i costi delle imprese verso l'alto, i tassi di inflazione sia dei costi di input che dei prezzi medi di vendita sono scesi dai massimi storici registrati alla fine dell'anno scorso, a suggerire che anche l'inflazione per i consumatori potrebbe presto raggiungere il picco".

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31/03/2022 StarNews – Eurozona, a febbraio tasso di disoccupazione al 6,8% dal 6,9% di gennaio, nell’intera Ue al 6,2% dal 6,3% del mese precedente

Nell'eurozona, a febbraio la disoccupazione si attesta al 6,8% dal 6,9% di gennaio scorso e dal 7,5% di febbraio 2021.

Il risultato, comunicato dall'Ufficio statistico europeo Eurostat, delude le attese degli analisti di Star am, contenute nel Market movers settimanale (6,7%).

Nell'intera Ue la percentuale dei senza lavoro è scesa al 6,2% dal 6,3% del mese precedente e dal 7,5% di febbraio 2021.

Da gennaio 2022, il numero dei disoccupati è diminuito di 221 mila unità nell'Ue, di cui 181 mila nell'area euro. Rispetto a febbraio 2021, invece, la disoccupazione è diminuita di 2,568 milioni nell'Ue, di cui 2,150 milioni in eurolandia.

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30/03/2022 StarNews – Usa, Pil del IV trimestre nella stima definitiva a +6,9% t/t ann. da +7,0% della terza lettura e da +2,3% del terzo quarto

Negli Usa, la stima definitiva del Pil del VI trimestre dell’anno in corso rivede al ribasso la terza lettura, a +6,9% t/t ann. da +7,0% della lettura precedente e da +2,3% del terzo quarto dell’anno.

Il progresso, segnalato dal Dipartimento del Commercio statunitense, delude le attese degli analisti di Star am, che nel Market movers settimanale avevano previsto un incremento del 7,1% t/t. La nuova espansione, conferma la tenuta della ripresa dopo la pandemia.

A supportarla, i consumi reali, a +2,5% t/t da +2,0% del terzo trimestre, e gli investimenti privati domestici (Gross private domestic investment), balzati a +36,7% da +12,4% t/t del trimestre precedente. Decelerano ancora i profitti delle imprese (corporate profits), a +0,7% da +3,4% del trimestre precedente (+20,4 miliardi di dollari da +96,9 del III trimestre). La spesa pubblica (Government consumption expenditures and gross investment) perde il 2,6% t/t da +0,9%. L’export guadagna il 22,4% t/t ann. da -5,3% dei tre mesi precedenti, l’import il 17,9% dal +4,7%.

 

Il Pce price index, misura dell'inflazione, guadagna il 6,4% da +5,3%, così come il Pce core (il dato al netto di alimentari ed energia), a +5,0% da +4,6%.

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29/03/2022 StarNews – Usa, a marzo fiducia dei consumatori a 107,2 punti da 105,7 di febbraio

Negli Usa, la fiducia dei consumatori a marzo si rafforza a 107,2 punti dai 105,7 di febbraio (rivisto da 110,5) e dai 107,5 stimati dagli analisti di Star am nel Market movers settimanale.

L'indice, elaborato con un sondaggio su un campione di 5.000 famiglie americane, è condotto per il Conference Board dal Nfo WorldGoup.

Rispetto alle altre indagini sulla fiducia dei consumatori, quella del Conference Board, puntellata dal mercato del lavoro, si conferma dunque su livelli relativamente elevati.

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25/03/2022 StarNews – Germania, a marzo indice Ifo a 90,8 punti da 98,5 di febbraio

In Germania, l’indice Ifo (Information und Foschung) a marzo scende a 90,8 punti da 98,5 di febbraio (rivisto da 98,9) e contro i 92,5 stimati dagli analisti di Star am nel Market movers settimanale.

Il dato è ricavato dal sondaggio mensile, condotto dall’istituto tedesco omonimo, sulla fiducia di circa 7000 imprese della prima economia europea.

Nello spaccato, la valutazione delle imprese sulle condizioni attuali scivola a 97,0 punti da 98,6 del mese precedente e dai 96,2 stimati nel Market movers, mentre il sottoindice sulle prospettive di business per i prossimi sei mesi crolla a 85,1 da 98,4 del mese precedente (rivisto da 99,2) e dai 92,5 attesi dagli analisti di Star am.

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24/03/2022 StarNews – Zona euro, nella stima flash di marzo, Pmi composito a 54,5 punti da 55,5 di febbraio. Nel dettaglio, manifatturiero a 57,0 da 58,2 e servizi a 54,8 da 55,5

Nella zona euro, il Pmi composito, sintesi dei settori manifatturiero e servizi, nella stima flash di marzo decelera a 54,5 punti (livello più basso da 2 mesi) da 55,5 di febbraio e dai 53,3 previsti dagli analisti di Star am nel Market movers settimanale.

Il dato, elaborato da Markit sulla base di circa l’85% del totale delle risposte del sondaggio, dunque, si indebolisce ma resta oltre la soglia dei 50 punti.

Nel dettaglio settoriale, l’indice del manifatturiero si è attestato a 57,0 punti (minimo in 14 mesi) da 58,2 di febbraio e dai 56,0 prospettati nel Market movers.

L’indice del terziario, invece, è sceso a 54,8 punti da 55,5 di febbraio (minimo da 2 mesi) e dai 54,3 stimati dagli analisti di Star am. La produzione manfatturiera, invece, ha decelerato a 53,6 punti (minimo in 5 mesi) da 55,5 di febbraio.

L'espansione dell'attività nell’area, ha commentato Chris Williamson, capo economista di Ihs Markit, ha registrato un rallentamento a causa dell'impatto dell'invasione della Russia in Ucraina, che ha sbilanciato la domanda in ripresa grazie all'allentamento delle restrizioni anti covid-19.

Nello spaccato geografico, la Germania mostra un peggioramento del Pmi manifatturiero a 57,6 da 58,4, e un calo del Pmi dei sevizi a 55 da 55,8. In Francia, il manifatturiero si porta a 54,8 da 57,2 e i servizi a 57,4 da 55,5.

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23/03/2022 StarNews – Usa, a febbraio vendite di nuove abitazioni a -2,0% m/m da -8,4%% di gennaio

Negli Usa, a febbraio il dato delle vendite di nuove abitazioni, comunicato dal Census Bureau, marca un -2,0% m/m da -8,4% di gennaio (rivisto da -4,5%) e da +12,0% di dicembre.

In termini assoluti, infatti, scendono a quota 772 mila da 788 mila del mese precedente (rivisto da 801 mila) e dalle 811 mila stimate nel Market movers settimanale.

Il numero di vendite di case nuove, rispetto a febbraio 2021 (quando si attestava a quota 823 mila unità), ha ceduto il 6,2%.

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18/03/2022 StarNews – Usa, vendite di abitazioni esistenti di febbraio a -7,2% m/m da +6,6% di gennaio e a -2,4% a/a da -2,3%

Negli Usa, a febbraio le vendite di case esistenti (Existing Home Sales) perdono il 7,2% m/m da +6,6% di gennaio (rivisto da +6,7%) e il 2,4% a/a dal -2,3%.

Nel mese scorso, infatti, riferisce la National association of realtors (associazione di agenti immobiliari nazionale), si sono venduti 6,02 milioni di case, contro i 6,49 del mese precedente e i 6,22 milioni di febbraio 2021.

Il totale delle abitazioni a fine febbraio ammontava a 870 mila, in aumento del 2,4% rispetto a gennaio e in calo del 15,5% rispetto a un anno fa (1,03 milioni). Le scorte invendute si attestano a una fornitura di 1,7 mesi al ritmo di vendita attuale, in aumento rispetto all'offerta record di gennaio di 1,6 mesi e in calo rispetto ai 2,0 mesi di febbraio 2021.

Il prezzo medio di vendita delle case esistenti è salito a 357,300 dollari, in crescita del 15,0% rispetto a un anno fa. Si registra, pertanto, per il 120esimo mese consecutivo un aumenti dei prezzi su base annua, la serie più lunga mai registrata.

"Gli acquirenti stanno subendo un doppio smacco: l’aumento dei tassi ipotecari e il rincaro sostenuto delle case - ha affermato Lawrence Yun, capo economista di Nar -. Le categorie che in precedenza si erano avvalse del tasso di mutuo del 3% non sono più in grado di acquistare al tasso del 4%. I pagamenti mensili sono aumentati del 28% rispetto a un anno fa – va rilevato che questo dato non incide sull'indice dei prezzi al consumo - e il mercato rimane veloce con più offerte ancora registrate sulla maggior parte delle proprietà".

"Tuttavia – aggiunge Yun -, mi aspetto che il ritmo dell'apprezzamento delle abitazioni rallenti man mano che la domanda si raffredda e l'offerta migliora leggermente con la crescita delle costruzioni di case".

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17/03/2022 StarNews - Eurozona, inflazione nella stima definitiva di febbraio a +5,9% a/a da +5,1% di gennaio e a +0,9% m/m da +0,3% del mese precedente

Nell’eurozona, i prezzi al consumo, nel dato definitivo di febbraio, si attestano a +5,9% a/a da +5,8% della lettura preliminare, dal +5,1% di gennaio e dal +5,8% stimato nel Market movers.

Il dato, diffuso dall'ufficio statistico europeo, Eurostat, si allontana ulteriormente dal target fissato dalla BCE (il 2% per il medio termine). Per un periodo transitorio l'istituto ha riferito di poter tollerare un’inflazione moderatamente al di sopra dell’obiettivo, pur considerando ugualmente indesiderabili gli scostamenti negativi e positivi dell’inflazione dall’obiettivo.

Su base mensile, l’inflazione marca un +0,3%, come nella stima flash, da +0,4% di dicembre scorso.

Il core, ossia il dato al netto delle componenti più volatili, ossia cibi freschi, energia, alcol e tabacco, particolarmente monitorato dalla Bce per le decisioni di politica monetaria, ha segnato un +2,7% a/a, come atteso nel Market movers, da +2,3% del mese precedente e un +0,5% m/m da -0,9% di gennaio.

Nell'intera Ue, l'inflazione guadagna il 6,2% a/a dal +5,6% di gennaio e lo 0,9% m/m da +0,5% del mese precedente.

 A febbraio, il contributo maggiore all’incremento annuale del tasso di inflazione nell’area euro è arrivato dall’energia (+32,0% da +28,8%), a seguire  cibo, alcol e tabacco (+4,2% da +3,5%), beni industriali non energetici (+3,1% da +0,7%) e servizi (+2,5% da +2,3%).

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17/03/2022 StarNews – Usa, a febbraio nuovi cantieri a +6,8% m/m da -5,5% del mese precedente e concessioni edilizie a -1,9% m/m da +0,5%

Negli Usa, a febbraio i nuovi cantieri avviati (Housing starts) crescono del 6,8% m/m dopo il -5,5% di gennaio (rivisto da -4,1%).

In termini assoluti, riferisce il Dipartimento del Commercio statunitense, il numero di nuovi cantieri è sceso a quota 1,769 milioni da 1,657 del mese precedente (rivisti da 1,638 milioni).

I permessi di costruzione (Building permits), inoltre, indicatore dell'attività futura, segnano su base congiunturale un -1,9% m/m dal +0,5% del mese precedente (rivisto da +0,7%).

In termini assoluti, il numero di abitazioni autorizzate, infatti, scende a quota 1,859 milioni da 1,895 del mese precedente (rivisti da 1,899 milioni).

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16/03/2022 StarNews – Usa, a febbraio vendite al dettaglio a +0,3% m/m da +4,9% di gennaio e a +17,62% a/a da +14,00% del mese precedente

Negli Usa, le vendite al dettaglio destagionalizzate (ma non rispetto ai prezzi) di febbraio si attestano a quota 658,1 miliardi di dollari da 656,1 di gennaio.

Il dato, pubblicato dall'Us Census Bureau, pertanto, guadagna lo 0,3% m/m dal +0,6% previsto nel Market movers settimanale e da +4,9% del mese precedente (rivisto da +3,8%), e cresce del 17,62% a/a da +14,00% del mese precedente.

Il "core", ossia il dato al netto dei comparti auto e carburanti, rileva un -0,4% m/m dopo il +5,2% di gennaio e un +15,8% a/a da +12,3% del mese precedente.

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15/03/2022 StarNews – Germania, a marzo indice Zew a -39,3 punti da 54,3 di febbraio. Condizioni attuali a -21,4 da -8,1. Zona euro a -38,7 da 48,6

In Germania, l’indice Zew a marzo crolla a -39,3 punti dai 54,3 di febbraio e dagli 11,4 stimati nel Market movers settimanale. L’indagine, pubblicata dall'istituto di ricerca omonimo, è anticipatrice dell’andamento dell’economia tedesca nei sei mesi successivi, in quanto è considerata un barometro della fiducia degli investitori nell'economia tedesca, circa 350 investitori istituzionali, analisti ed esperti del settore bancario, assicurativo e dei dipartimenti finanziari di grandi aziende.

L'indice delle condizioni attuali scende a -21,4 punti dai -8,1 del mese precedente e dai -23,0 attesi dagli analisti di Star am.

L'indice anticipatore Zew della zona euro, invece, si indebolisce a -38,7 da 48,6.

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10/03/2022 StarNews – Usa, a febbraio inflazione ai massimi da 40 anni, a +7,9% a/a da +7,5% di gennaio e a +0,8% m/m da +0,6% del mese precedente. Core a +6,4% a/a da +6,0% e a +0,5% m/m da +0,6%

Negli Usa, a febbraio i prezzi al consumo destagionalizzati, diffusi dal Bureau of Labour statistics (BLs), si attestano ai massimi da gennaio del 1982, a +7,9% su base annua da +7,5% del mese precedente e dal +7,8% stimato nel Market movers settimanale. Su base mensile, invece, si attestano a +0,8% dal +0,6% del mese precedente e atteso dagli analisti di Star am.

L’indice core, ossia l'indice dei prezzi al consumo depurato delle componenti più volatili, come cibo ed energia, più osservato dalla Fed, ha marcato un +6,4% a/a da +6,0% del mese precedente e a +0,5% m/m da +0,6% di gennaio.

L'indice alimentare è salito del 7,9% a/a (+1,0% m/m), quello dell'energia del 25,6% (+3,5% m/m).

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10/03/2022 StarNews – BCE lascia tassi invariati. Lagarde: “Meno acquisti nel II trimestre, azzeramento nel terzo, ma solo se dati e prospettive in linea con le previsioni attuali”

La BCE lascia invariati i tassi di interesse. Sulle operazioni di rifinanziamento principali allo 0,00%, sulle operazioni di rifinanziamento marginale allo 0,25% e sui depositi presso la banca centrale a -0,50%. Nel comunicato diffuso alla fine del meeting di politica monetaria si ricorda che eventuali adeguamenti dei tassi di interesse di riferimento avverranno "qualche tempo dopo" la fine degli acquisti netti nell'ambito del Paa e "saranno graduali".

L’istituto, inoltre, garantisce “condizioni di liquidità regolari” e l’attuazione delle sanzioni decise da Unione europea e governi europei: “Il Consiglio direttivo prenderà tutte le misure necessarie per adempiere al mandato della BCE di perseguire la stabilità dei prezzi e salvaguardare la stabilità finanziaria".

Rivisto il programma di acquisto del suo App per i prossimi mesi: “Gli acquisti netti mensili – rileva l’istituto - ammonteranno a 40 miliardi di euro ad aprile, 30 miliardi di euro a maggio e 20 miliardi di euro a giugno. La calibrazione per il terzo trimestre dipenderà dai dati e rifletterà la sua valutazione in evoluzione delle prospettive”. In particolare, “se i dati in arrivo supportano l'aspettativa che le prospettive di inflazione a medio termine non si indeboliranno anche dopo la fine dei nostri acquisti netti di attività, il Consiglio direttivo concluderà gli acquisti netti nell'ambito del Paa nel terzo trimestre. Se le prospettive di inflazione a medio termine cambiano e se le condizioni di finanziamento diventano incoerenti con ulteriori progressi verso il nostro obiettivo del 2%, siamo pronti a rivedere il nostro programma di acquisti netti di attività in termini di dimensioni e/o durata”.

“La nostra decisione è condizionale e non stiamo accelerando in nessun modo – riferisce il presidente della BCE, Christine Lagarde, nella conferenza stampa a margine dell’incontro -, le decisioni comunicate oggi sono nel solco di quanto fatto alle riunioni di dicembre e febbraio. Confermiamo approccio step by step e una massima opzionalità in risposta alla massima incertezza, ma in ogni caso ci atteniamo al mandato".

L’incertezza maggiore deriva dal conflitto in Ucraina: "Avrà un impatto materiale su attività economica e inflazione attraverso l'aumento dei prezzi dell'energia e delle materie prime, l'interruzione del commercio internazionale e una fiducia più debole - ha detto Lagarde -. L'entità di questi effetti dipenderà dall'evoluzione del conflitto, dall'impatto delle sanzioni vigenti e da eventuali ulteriori misure".

La BCE ha inevitabilmente rivisto le stime per crescita e inflazione. Nello scenario base, che incorpora una prima valutazione delle implicazioni della guerra, il Pil è stato rivisto al ribasso per il breve termine, a causa della guerra, a +3,7% nel 2022, a +2,8% nel 2023 e a +1,6% nel 2024. Nello scenario di base l'inflazione è stata rivista nettamente al rialzo, a +5,1% a/a nel 2022, a +2,1% nel 2023 e a +1,9% nel 2024. L'inflazione al netto di generi alimentari ed energia dovrebbe raggiungere una media del +2,6% nel 2022, del +1,8% nel 2023 e del +1,9% nel 2024, in aumento rispetto alle proiezioni di dicembre. "L'inflazione potrebbe essere considerevolmente più alta nel breve termine - ha precisato Lagarde -. In tutti gli scenari, tuttavia, l'inflazione dovrebbe ancora diminuire progressivamente e stabilizzarsi a livelli intorno al nostro obiettivo di inflazione del 2% nel 2024. Nel medio termine cresce nel target in tutti gli scenari, che comunque sono peggiorativi".

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08/03/2022 StarNews – Zona euro, terza e definitiva stima del Pil nel IV trimestre del 2021 a +0,3% t/t da +2,3% del III trimestre e a +4,6% a/a da +4,0%. Occupazione a +0,5% t/t da +1,0% e a +2,2% a/a da +2,1%

Nella zona euro, la terza e definitiva stima del Pil del VI trimestre 2021 segna un +0,3% destagionalizzato su base trimestrale, come stimato dagli analisti di Star am nel Market movers settimanale, da +2,3% dei tre mesi precedenti.

Su base annua, invece, il dato, comunicato dall'Ufficio statistico europeo, Eurostat, marca un +4,6%, come atteso nel Market movers, da +4,0% del quarto precedente.

Nell'intera Unione europea (Ue a 27) il Pil rileva un +0,4% t/t da +2,2% mentre rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente marca un +4,8% da +4,2% del precedente trimestre.

Eurostat ha pubblicato anche l’aggiornamento sul mercato del lavoro in Eurolandia. Nel VI trimestre 2021, il tasso di occupazione è cresciuto su base trimestrale dello 0,5% dal +1,0% del III trimestre e ha marcato un +2,2% rispetto allo stesso quarto del 2020 dal +2,1% del terzo quarto. Nell’Ue, invece, il tasso di occupazione è cresciuto su base trimestrale dello 0,5% dal +0,9% del trimestre precedente e ha segnato un +2,1% su base annua come nello stesso quarto del 2020.

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04/03/2022 StarNews – Usa, a febbraio tasso di disoccupazione al 3,8% dal 4,0% di gennaio. Più 678 mila buste paga nel settore non agricolo da +481 mila del mese precedente

Negli Usa, secondo l'Employment report del Dipartimento del Lavoro Usa (Bureau of Labour Statistics), il tasso di disoccupazione a febbraio scende al 3,8% destagionalizzato dal 4,0% di gennaio scorso.

L’indagine, infatti, rileva 678 mila buste paga in più nel settore non agricolo (non farm payrolls) da +481 mila del mese precedente (rivisto da +467 mila).

Il settore privato ha guadagnato 654 mila nuovi posti di lavoro dopo i +448 mila di gennaio (dato rivisto da +444 mila). Gli occupati nel manifatturiero sono aumentati di 36 mila unità dai +16 mila del mese precedente (rivisto da +13 mila).

Le retribuzioni medie orarie nel settore privato, particolarmente monitorate dalla Fed in quanto buon indicatore dello stato di salute del mercato del lavoro e delle pressioni inflazionistiche, hanno marcato un +5,1% a/a dal +5,5% (rivisto da +5,7%) e un invariato su base mensile dal +0,6% del mese precedente (rivisto da +0,7%). La media di ore settimanali è salita a 34,7 da 34,6 di gennaio (rivista da 34,5).

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03/03/2022 StarNews – Eurozona, a febbraio Pmi composito finale a 55,5 punti da 52,3 di gennaio. Pmi del terziario a 55,5 da 51,1 del mese precedente

Nell’eurozona, il Pmi composito finale, sintesi di manifatturiero e servizi, a febbraio si consolida a 55,5 punti da 55,8 della stima flash, 52,3 di gennaio e dai 53,5 punti attesi nel Market movers settimanale.

L’indebolimento del Pmi manifatturiero finale di febbraio (a 58,2 punti da 58,7), infatti, è stato superato dal rafforzamento dell’indice dei servizi, a 55,5 punti, da 55,8 della stima flash, da 51,1 di gennaio e dai 52,5 stimati dagli analisti di Star am.

Si segnala pertanto il rialzo più elevato della produzione composita manifatturiera e terziaria dallo scorso settembre. L’espansione è stata anche la più rapida della media di serie. Tuttavia, poiché la capacità economica è stata frenata dalle carenze della fornitura e dalla scarsità di personale, il valore di crescita si è mantenuto più debole rispetto ai picchi della seconda metà dello scorso anno. I tassi produttivi hanno registrato valori di crescita uguali nel manifatturiero e nel terziario. Il forte miglioramento della crescita terziaria, dopo il rallentamento di gennaio causato dalla pandemia, ha dato la spinta a un generale e più veloce rilancio.

Tra i Paesi dell’eurozona monitorati, l’Irlanda ha indicato la crescita più veloce della produzione combinata del manifatturiero e terziario (a 59,1 punti, massimo in 3 mesi). Seguono la Spagna (56,5, massimo in 3 mesi) Germania (55,6 dalla flash di 56,2, massimo in 6 mesi), Francia (55,5 dalla flash 57,4 e massimo in 2 mesi) e Italia (53,6, massimo in 2 mesi).

“Prima dell’invasione dell’Ucraina – spiega Williamson, capo economista di Ihs Markit –, i dati dell’indagine di febbraio hanno tracciato un quadro di robusto rilancio di crescita dell’economia dell’eurozona. Il Pil ha accelerato a un ritmo superiore allo 0,6%, sostenuto dall’allentamento delle restrizioni pandemiche. Le misure anti covid-19, dopo essere state reintrodotte a gennaio con il maggior rigore degli ultimi otto mesi per contrastare la minaccia dell’ondata Omicron, a febbraio si sono ridotte segnando l’incidenza minima da novembre e rilanciando la spesa, soprattutto nei servizi a più diretto contatto dei consumatori”.

“L’incremento della domanda – prosegue l’economista – ha indicato un’accelerazione e le assunzioni sono aumentate dal momento che le aziende hanno cominciato a prevedere prospettive di miglioramento. Tuttavia, l’attività economica ha confermato i vincoli delle strozzature nella catena di fornitura e delle carenze di personale, che si ripercuotono ancora sul canale distributivo di parecchi beni e servizi. I prezzi hanno registrato il più alto rincaro in quasi un quarto di secolo di raccolta dati. Anche se alcuni di questi ostacoli si ridurranno via via che l’ondata Omicron andrà a dissipandosi, il prezzo dell’energia e di altri beni principali, soprattutto agricoli, stanno di nuovo impennandosi a causa del conflitto in Ucraina. Ciò significa che siamo di fronte al grande rischio che l’inflazione aumenti e duri più a lungo del previsto, limitando il potere d’acquisto delle famiglie”.

“Sebbene una stima dell’impatto del conflitto sia ancora prematura – ha concluso –, è probabile che le prospettive di crescita siano state colpite da una maggiore avversione al rischio e dalle nuove sanzioni, smorzando l’effetto della ripresa dalla pandemia. Nei prossimi mesi, oltre all’aumento dei rischi di inflazione e all’affievolirsi delle prospettive di crescita per le aziende e le famiglie, si aggiunge l’effetto del conflitto in Ucraina che rende ancora più difficile l’azione di controllo dell’inflazione da parte della BCE, intenta a dare sostegno a una robusta ripresa economica”.

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03/03/2022 StarNews – Usa, Ism non manifatturiero a febbraio a 56,5 punti da 59,9 di gennaio. Pmi dei servizi definitivo di Markit, a 56,5 punti da 51,2. Composito a 55,9 da 51,1

Negli Usa, l’Ism non manifatturiero a febbraio scivola a 56,5 punti, dai 60,5 stimati nel Market movers settimanale e dai 59,9 di gennaio. Il dato, elaborato dall'Institute for Supply Management, peraltro, resta ampiamente in territorio di espansione, oltre la soglia dei 50 punti.

Tra le componenti dell'indice, andamento aziendale è sceso a 55,1 punti da 59,9 del mese precedente, ordini a 56,1 da 61,7 e occupazione a 48,5 punti da 52,3 mentre la componente sui prezzi è salita a 83,1 da 82,3.

Anche l'indice Pmi dei servizi definitivo, elaborato da Markit, a febbraio accelera invece a 56,5 punti da 56,7 della stima preliminare e 51,2 del mese precedente. L'indice, che rappresenta un sondaggio sui direttori d’acquisto delle aziende attive nel settore terziario, mostra dunque un tasso di crescita più forte e si consolida ben oltre la soglia dei 50 punti.

L'indice composito, che sintetizza la dinamica di servizi e manifatturiero, si attesta a 55,9 punti dai 56 della lettura preliminare e dai 51,1 del mese precedente.

"Le imprese del settore dei servizi negli Usa hanno registrato un forte rimbalzo dell’attività a febbraio grazie alla riduzione delle misure per il contenimento del virus al minimo da novembre – ha commentato Chris Williamson, capo economista di Ihs Markit -. I dati confermano che la variante Omicron sembra aver avuto un impatto sull'economia modesto e di breve durata.

“I sondaggi Pmi del mese di riferimento sono sostanzialmente coerenti con l'aumento del Pil a un tasso annualizzato del 3,5% dal +0,9% di gennaio. Nel primo trimestre, dunque il Pil si stima in crescita ora in media a poco più del 2%.

Permangono diffusi vincoli alla produzione, colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento e scarsa disponibilità di manodopera, che limitano la crescita nel manifatturiero e nei servizi, mentre la domanda continua a crescere più rapidamente della produzione, determinando pressioni sui prezzi senza precedenti”.

“Il conflitto in Ucraina – conclude Williamson -, sta portando ulteriori rincari di energia e materie prime in generale, che si aggiungeranno alle pressioni inflazionistiche già presenti negli Usa. Più incerto sarà l’impatto della guerra sulla fiducia delle imprese. L'ottimismo aziendale per l'anno a venire era aumentato nel manifatturiero e nei servizi a febbraio al massimo da 15 mesi, a fronte di un allentamento delle restrizioni contro il covid-19 e delle vischiosità nelle forniture.

Tuttavia, la resilienza di questo ottimismo sarà messa alla prova dal conflitto in Europa e andrà monitorata nelle prossime settimane come un barometro della propensione al rischio sia nella spesa che negli investimenti”.

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02/03/2022 StarNews – Zona euro, inflazione nella stima flash di febbraio a +5,8% a/a da +5,1% di gennaio

Nella zona euro, l'indice dei prezzi al consumo, nella stima flash di febbraio, segna un +5,8% (l’aumento più consistente da quando è stata introdotta la moneta unica) dal +5,3% stimato nel Market movers settimanale e da +5,1% di gennaio.

Su base mensile, l'inflazione è data a +0,9% m/m da +0,3% del mese precedente. Il dato, pubblicato dall'ufficio statistico europeo, Eurostat, supera ampiamente il target della BCE (il 2% a/a per il medio termine). Per un periodo transitorio l'istituto ha riferito di poter tollerare un’inflazione moderatamente al di sopra dell’obiettivo, pur considerando ugualmente indesiderabili gli scostamenti negativi e positivi dell’inflazione dall’obiettivo.

Il core (ossia il dato al netto di energia, cibo e tabacchi) guadagna il 2,7% a/a dal +2,5% previsto nel Market movers e dal +2,3% di gennaio scorso e lo 0,5% m/m dal -0,9% del mese precedente. Al netto della sola energia, si attesta a +3,0% a/a da +2,5% del mese precedente e a +0,6% m/m.

Tra le principali componenti dell'indice generale, i prezzi dell'energia si stimano a +31,7% a/a da +28,8% di gennaio, seguiti da quelli di cibi, alcol e tabacchi a +4,1% a/a da +3,5% di gennaio, dei beni industriali non energetici a +3,0% da +2,1% e dei servizi a +2,5% da +2,3% del mese precedente.

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01/03/2022 StarNews – Zona euro, Pmi manifatturiero finale di febbraio a 58,2 punti da 58,7 di gennaio

Nella zona euro, il Pmi manifatturiero (destagionalizzato) finale di febbraio scende a 58,2 punti dai 58,4 della stima preliminare, dai 58,7 di gennaio e dai 58,8 stimati degli analisti di Star am nel Market movers settimanale.

L'indice manifatturiero di Markit, dunque, ha mostrato nuovi ed ulteriori segnali positivi, con un rafforzamento della crescita rispetto a gennaio sia della produzione che dei nuovi ordini. Si sono registrati, inoltre, minori ritardi nelle consegne mensili, con la minor lunghezza dei tempi da oltre un anno. Detto ciò, la capacità del settore è ancora sotto pressione e, anche se i tassi di inflazione dei prezzi di acquisto e di vendita hanno rallentato, sono ancora tra i più alti nella storia dell’indagine.

Nello spaccato nazionale, sono stati i Paesi Bassi a osservare il progresso maggiore delle condizioni manifatturiere (60,6, massimo in 3 mesi), seguiti da Germania (58,4, minimo in 2 mesi) e Austria (58,4, minimo in 3 mesi). Forti tassi di crescita anche in Italia (58,3, valore invariato), Irlanda (57,8, minimo in 11 mesi) e Grecia (57,8, minimo in 7 mesi), anche se le ultime due hanno riportato rallentamenti. Tra tutti i membri dell’eurozona monitorati, la Spagna ha registrato la crescita più debole (56,9, massimo in 3 mesi), seguita dalla Francia (57,2, massimo in 6 mesi).

"Non lasciamo che la riduzione del Pmi principale di febbraio ci distragga da quello che dovrebbe essere considerato come un mese molto positivo per il manifatturiero dell’eurozona - ha commentato Joe Hayes, economista senior di Markit –. La domanda di beni sta registrando una tendenza al rialzo, con un tasso di espansione accelerato al livello massimo in sei mesi. Le condizioni delle vendite sottostanti si stanno chiaramente rafforzando, mentre l’Europa supera l’ondata della variante Omicron e le aziende stanno intensificando i loro sforzi per una ripresa".

“Un altro passo positivo - ha aggiunto Williamson –, arriva dall’indicatore dei tempi di consegna dei fornitori, in rialzo a febbraio al massimo dall’inizio dell’anno scorso, segnalando il deterioramento minimo delle prestazioni dei fornitori da allora. In realtà è stata questa variazione a spingere l’indice Pmi al ribasso, anche se i timidi segnali di stabilizzazione nella catena di distribuzione certamente sono positivi in quanto favoriranno l’aumento della capacità produttiva, che è quello di cui abbiamo bisogno per vedere una diminuzione dell’inflazione”.

“L’attuale livello di inflazione è tuttavia ancora estremamente elevato – ha detto l’economista – e gli operatori che determinano i prezzi senza ombra di dubbio hanno ancora parecchio potere decisionale. La forte domanda di beni, associata alla carenza di fornitura ha continuato a spingere i prezzi di vendita al rialzo. Le aziende manifatturiere stanno a loro volta trasferendo tali aumenti ai clienti. A febbraio abbiamo assistito a un ben accetto alleggerimento dei tassi di inflazione dei prezzi di acquisto e di quelli di vendita. Malgrado ciò, questi restano ancora tra i più veloci mai osservati sinora”.

“Adesso, l’invasione della Russia in Ucraina, che porta con sé il rischio di frenare la crescita, alimenta nuovi rischi di inflazione (il brent è già in salita) – ha concluso Hayes -. Servirà una gestione politica macroeconomica prudente per contenere nuovamente le aspettative sull’inflazione, senza intaccare troppo la ripresa della domanda”.

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01/03/2022 StarNews – Usa, Ism manifatturiero a febbraio a 58,6 punti da 57,6 di gennaio. Pmi manifatturiero di Markit definitivo di gennaio a 57,2 da 55,5 di gennaio

Negli Usa, l’Ism manifatturiero di febbraio scivola a 58,6 punti da 57,6 di gennaio e dai 57,9 stimati dagli analisti di Star am nel Market movers settimanale.

Il dato, elaborato dall'Institute for Supply Management, segna dunque una accelerazione e resta ben oltre la soglia dei 50 punti, oltre la quale si segnala un’espansione dell’attività.

Fra le varie componenti dell'indice, quella sui nuovi ordini balza a 61,7 punti da 57,9, mentre quella sull'occupazione sale a 52,9 da 54,5 e la componente dei prezzi cala a 75,6 da 76,1.

Il Pmi manifatturiero curato da Markit, invece, nel dato definitivo di febbraio, sale a 57,3 punti, da 57,5 della prima lettura e da 55,5 del mese precedente.

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24/02/2022 StarNews – Usa, Pil del IV trimestre, nella seconda stima preliminare, a +7,0% t/t da +6,9% della lettura precedente e da +2,3% del terzo quarto

Negli Usa, il Pil del IV trimestre, nella seconda stima preliminare, segna un +7,0% t/t da +6,9% della lettura precedente e da +2,3% del terzo quarto. Il dato, rilevato dal Dipartimento del Commercio (Bureau of Economic Analysis), supera le stime degli analisti di Star am, che avevano previsto nel Market movers un +5,0% t/t ann.

La spesa per consumi reali (Personal consumption expenditures) ha registrato un +3,1% da +3,3% della prima lettura preliminare e da +2,0% dei tre mesi precedenti.

L'indice Pce price, monitorato con attenzione dalla Federal Reserve per valutare l'andamento dei prezzi, segna un +6,3% da +5,3% del trimestre precedente. Il Pce core, che esclude cibi freschi ed energia, registra un +5,0% dal +4,9% del trimestre precedente.

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24/02/2022 StarNews – Usa, a gennaio vendite di nuove abitazioni a -4,5% m/m da +12,0 % di dicembre

Negli Usa, a gennaio il dato delle vendite di nuove abitazioni, comunicato dal Census Bureau, marca un -4,5% m/m da +12,0% di dicembre (rivisto da +11,9%).

In termini assoluti, infatti, salgono a quota 801 mila da 839 mila del mese precedente (rivisto da 811 mila) e dalle 807 mila stimate nel Market movers settimanale.

Rispetto a gennaio 2021, il volume di vendite di case nuove ha ceduto il 13,2%.

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23/02/2022 StarNews - Eurozona, inflazione nella stima definitiva di gennaio a +5,1% a/a da +5,0% di dicembre e a +0,4% m/m come nel mese precedente

Nell’eurozona, i prezzi al consumo, nel dato definitivo di gennaio, si attestano a +5,1% a/a, come nella lettura preliminare, dal +5,0% di dicembre, dal +0,9% a/a di febbraio 2021 e dal +4,5% stimato nel Market movers.

Il dato, diffuso dall'ufficio statistico europeo, Eurostat, si allontana ulteriormente dal target fissato dalla BCE (il 2% per il medio termine). Per un periodo transitorio l'istituto ha riferito di poter tollerare un’inflazione moderatamente al di sopra dell’obiettivo, pur considerando ugualmente indesiderabili gli scostamenti negativi e positivi dell’inflazione dall’obiettivo.

Su base mensile, invece, l’inflazione marca un +0,3%, come nella stima flash e da +0,4% di dicembre scorso.

Il core, ossia il dato al netto delle componenti più volatili, ossia cibi freschi, energia, alcol e tabacco, particolarmente monitorato dalla Bce per le decisioni di politica monetaria, ha segnato un +2,3% a/a da +2,6% del mese precedente e dal +2,0% atteso nel Market movers e un -0,9% da +0,4% m/m di dicembre.

Nell'intera Ue, l'inflazione guadagna il 5,6% a/a dal +5,3% di dicembre e lo 0,5% m/m come nel mese precedente.

A febbraio, il contributo maggiore all’incremento annuale del tasso di inflazione nell’area euro è arrivato dall’energia (+2,8% da +25,9%), a seguire servizi (+0,98% da +2,4%) cibo, alcol e tabacco (+0,77% da +3,2%) e beni industriali non energetici (+0,56% da +2,9%).

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22/02/2022 StarNews – Germania, a febbraio indice Ifo a 98,9 punti da 96,0 di gennaio

In Germania, l’indice Ifo (Information und Foschung) a febbraio sale a 98,9 punti da 96,0 di gennaio (rivisto da 95,7) e dai 96,5 stimati dagli analisti di Star am nel Market movers settimanale.

Il dato è ricavato dal sondaggio mensile sulla fiducia di circa 7000 imprese della prima economia europea, condotto dall’istituto tedesco omonimo.

Nello spaccato, la valutazione delle imprese sulle condizioni attuali si rafforza a 98,6 punti da 96,2 del mese precedente (rivisto da 96,1) e dai 96,6 stimati nel Market movers, mentre il sottoindice sulle prospettive di business per i prossimi sei mesi sale a 99,2 da 95,8 del mese precedente (rivisto da 95,2) e dai 96,0 attesi dagli analisti di Star am.

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21/02/2022 StarNews – Zona euro, nella stima flash di febbraio, Pmi composito a 55,8 punti da 52,3 di gennaio. Nel dettaglio, manifatturiero a 58,4 da 58,7 e servizi a 55,8 da 51,1

Nella zona euro, il Pmi composito, sintesi dei settori manifatturiero e servizi, nella stima flash di febbraio accelera a 55,8 punti (livello più alto da 5 mesi e maggior rialzo da marzo dello scorso anno) da 52,3 di gennaio e dai 52,7 previsti dagli analisti di Star am nel Market movers settimanale. Il dato, elaborato da Markit sulla base di circa l’85% del totale delle risposte del sondaggio, dunque, si consolida oltre la soglia dei 50 punti.

Nel dettaglio settoriale, l’indice del manifatturiero si è attestato a 58,4 punti (minimo in 2 mesi) da 58,7 di gennaio e dai 58,5 prospettati nel Market movers. L’allentamento delle restrizioni ha favorito una ripresa particolarmente forte delle attività a diretto contatto con il consumatore e del settore viaggi e turismo. L’indice del terziario, pertanto, è tornato a salire al tasso più veloce da novembre, a 55,8 punti da 51,1 di gennaio (mese in cui l’attività aveva segnato quasi uno stallo, a causa dell’irrigidimento delle restrizioni anti Covid19) e dai 51,7 stimati dagli analisti di Star am. La produzione manfatturiera, invece, ha accelerato a 55,6 punti (massimo in 5 mesi) da 55,4 di gennaio, grazie anche alle maggioro disponibilità dei fornitori, mentre l’incidenza dei ritardi sulle consegne è stata la più bassa da gennaio dello scorso anno.

Nello spaccato geografico, in Francia l’attività economica ha indicato un forte rimbalzo di crescita, segnando il valore più alto da giugno scorso (a 57,4 da 52,7), ma anche la Germania ha registrato un’accelerazione, al tasso più rapido da agosto (a 56,2 da 53,8), dopo la leggera contrazione di dicembre. Il resto dell’eurozona è rimasto ancora indietro, registrando tuttavia una forte ripresa dopo i valori quasi stagnanti di gennaio. Nella prestazione del terziario si sono registrati miglioramenti su tutta la linea, anche se in Germania il manifatturiero ha riportato la maggiore accelerazione di crescita, con un tasso di incremento della produzione però appena inferiore alla media dell’eurozona.

“A seguito dell’allentamento delle restrizioni anti covid19 – ha commentato Chris Williamson, capo economista di Ihs Markit –, a febbraio l’economia dell’eurozona ha iniziato a riprendere vigore, registrando la ripresa della domanda di parecchi servizi ai consumatori, beneficiando della riduzione delle strozzature sulla fornitura. Anche l’ottimismo per l’attività futura è migliorato, con le aziende che, prevedendo un’ulteriore apertura dell’economia, hanno incrementato le assunzioni”.

“Malgrado i problemi legati alla catena di distribuzione siano minori – aggiunge Williamson –, però, restano diffusi e continuano a causare l’aumento del lavoro inevaso. Per questo, la domanda ancora una volta ha superato l’offerta, favorendo il potere sui prezzi dei produttori e dei fornitori di servizi. Il forte aumento dei costi energetici e l’incremento dei salari hanno al contempo aggiunto peso alla pressione inflazionistica, registrando così l’aumento trimestrale maggiore dei prezzi di vendita mai registrato in 25 anni di raccolta dati”.

"L’entità della ripresa dell’attività segnalata dal Pmi - conclude l'economista – conferma una resistenza dell’economia, malgrado l’ondata Omicron. L’intensificarsi delle pressioni inflazionistiche, però, aggiungerà altre speculazioni su una posizione sempre più aggressiva da parte della BCE”.

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15/02/2022 StarNews – Germania, a febbraio indice Zew a 54,3 punti da 51,7 di gennaio. Condizioni attuali a -8,1 da -10,2. Zona euro 48,6 da 49,4

In Germania, l’indice Zew a febbraio sale a 54,3 punti dai 45,0 stimati nel Market movers settimanale e dai 51,7 di gennaio. L’indagine, pubblicata dall'istituto di ricerca omonimo, è anticipatrice dell’andamento dell’economia tedesca nei sei mesi successivi, in quanto è considerata un barometro della fiducia degli investitori nell'economia tedesca, circa 350 investitori istituzionali, analisti ed esperti del settore bancario, assicurativo e dei dipartimenti finanziari di grandi aziende.

L'indice delle condizioni attuali risale a -8,1 punti dai -11,5 attesi dagli analisti di Star am e dai -10,2 del mese precedente.

Si indebolisce, invece, l'indice anticipatore Zew della zona euro, a 48,6 da 49,4.

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15/02/2022 StarNews – Zona euro, seconda stima del Pil del IV trimestre 2021 segna un +0,3% t/t da +2,3% dei tre mesi precedenti e un +4,6% a/a da +3,9%

Nella zona euro, la seconda stima del Pil del quarto trimestre 2021 segna un +0,3% destagionalizzato su base trimestrale da +2,3% dei tre mesi precedenti e come stimato dagli analisti di Star am nel Market movers settimanale.

Il dato, comunicato dall'Ufficio statistico europeo, Eurostat, rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente marca invece un +4,6%, come stimato nel Market movers, e dal +3,9% del III trimestre.

Nell'intera Unione europea (Ue a 27) il Pil rileva un +0,4% t/t da +2,2% mentre rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente marca un +4,8% da +4,1% del trimestre precedente.

Nello stesso trimestre, l'occupazione è salita nella zona euro come nell'Ue a 27 dello 0,5% su base trimestrale dal +1,0% dell’eurozona e dal +0,9% dell’intera Ue nel quarto precedente. Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, nella zona euro come nell’Ue a 27 ha marcato un +2,1% come nel trimestre precedente.

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10/02/2022 StarNews – Usa, a gennaio inflazione ai massimi dal 1982, a +7,5% a/a da +7,0% di dicembre e a +0,6% m/m come nel mese precedente. Core a +6,0% a/a da +5,5% e stabile a +0,6% m/m

Negli Usa, a gennaio i prezzi al consumo destagionalizzati, diffusi dal Bureau of Labour statistics (BLs), si attestano ai massimi da febbraio del 1982, a +7,5% su base annua da +7,0% del mese precedente e dal +7,2% stimato nel Market movers settimanale. Su base mensile, invece, si attestano a +0,6% come nel mese precedente e dal +0,4% atteso dagli analisti di Star am.

L’indice core, ossia l'indice dei prezzi al consumo depurato delle componenti più volatili, come cibo ed energia, più osservato dalla Fed, ha marcato un +6,0% a/a da +5,5% del mese precedente e a +0,6% m/m come a dicembre.

Gli aumenti maggiori li hanno segnati gli indici di alimentari, elettricità e immobiliare. L'indice alimentare è salito dello 0,9% dopo il +0,5% di dicembre. Anche l’indice dell'energia ha marcato un’espansione dello 0,9% mensile, con un rincaro dell'energia elettrica parzialmente compensato dal calo degli indici di benzina e gas naturale.

L'indice per tutti gli articoli meno cibo ed energia a gennaio ha mostrato un +0,6%, come a dicembre. L'indice energetico ha rilevato un +27,0% rispetto a un anno fa, contro un +0,7% dell'indice alimentare.

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04/02/2022 StarNews – Usa, a gennaio tasso di disoccupazione al 4,0% dal 3,9% di dicembre. Più 467 mila buste paga nel settore non agricolo da +510 mila del mese precedente

Negli Usa, secondo l'Employment report del Dipartimento del Lavoro Usa (Bureau of Labour Statistics), il tasso di disoccupazione a gennaio sale al 4,0% destagionalizzato dal 3,9% di dicembre scorso.

L’indagine, infatti, rileva 467 mila buste paga in più nel settore non agricolo (non farm payrolls) da +510 mila del mese precedente (rivisto da +199 mila).

Il settore privato ha guadagnato 444 mila nuovi posti di lavoro dopo i +503 mila di dicembre (dato rivisto da +211 mila). Gli occupati nel manifatturiero sono aumentati di 13 mila unità dai +32 mila del mese precedente (rivisto da +26 mila).

Le retribuzioni medie orarie nel settore privato, particolarmente monitorate dalla Fed in quanto buon indicatore dello stato di salute del mercato del lavoro e delle pressioni inflazionistiche, hanno marcato un +5,7% a/a dal +5,0% (rivisto da +4,7%) e un +0,7% m/m dal +0,5% del mese precedente. La media di ore settimanali è scesa a quota 34,5 da 34,7 di dicembre.

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03/02/2022 StarNews – Usa, Ism non manifatturiero a gennaio a 59,9 punti da 62,3 di dicembre. Pmi dei servizi definitivo di Markit, a 51,2 punti da 57,6. Composito a 51,1 da 57,0

Negli Usa, l’Ism non manifatturiero a gennaio scivola a 59,9 punti, dai 61,8 stimati nel Market movers settimanale e da 62,3 di dicembre (rivisti da 62). Il dato, elaborato dall'Institute for Supply Management, peraltro, resta ampiamente in territorio di espansione, ben oltre la soglia dei 50 punti.

In flessione tutte le componenti dell'indice. L'attività aziendale è scesa a 59,9 punti dai 68,3 del mese precedente, i nuovi ordini a 61,7 da 62,1, l'occupazione a 52,3 da 54,7 e i prezzi a 82,3 da 88,9.

Anche l'indice Pmi dei servizi definitivo, elaborato da Markit, a gennaio decelera, a 51,2 punti da 50,9 della stima preliminare e 57,6 del mese precedente. L'indice, che rappresenta un sondaggio sui direttori d’acquisto delle aziende attive nel settore terziario, mostra dunque un tasso di crescita più debole ma resta superiore alla soglia dei 50 punti, oltre la quale indica una fase di espansione.

L'indice composito, che sintetizza la variazione di servizi e manifatturiero, si attesta a 51,1 punti dai 57,0 del mese precedente.

"L'economia statunitense è stata duramente colpita dalla variante Omicron all'inizio del 2022 – ha commentato Chris Williamson, capo economista di Ihs Markit -. Il tasso di crescita della produzione è stato il più lento negli ultimi 18 mesi. Tutti i settori hanno risentito dell'aumento dei contagi, ma il rallentamento è stato guidato soprattutto dal calo dell'attività dei servizi ai consumatori registrati da dicembre 2021, quando le misure di contenimento sono state inasprite al livello più alto da maggio dello scorso anno”.

“Le aziende, inoltre – conclude Williamson -, si trovano ad affrontare molteplici venti contrari, tra cui la carenza di offerta di lavoro, problemi nella catena di approvvigionamento, l’aumento dei costi, l’impennata dell’inflazione e le preoccupazioni per la futura resilienza della domanda a causa dell'aumento dei tassi di interesse e della riduzione del sostegno fiscale".

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03/02/2022 StarNews – La BCE non segue la Fed. Conferma indicazioni e tassi della precedente riunione. Lagarde: “No a decisioni affrettate con dati insufficienti”

La BCE decide di rimanere ferma. Conferma le indicazioni della riunione di politica monetaria di dicembre, con tassi fermi, acquisti Pepp (pandemic emergency purchase programme) in esaurimento e operazioni di rifinanziamento alle stesse condizioni. Non segue, dunque, le posizioni meno accomodanti della Fed, sul punto di aumentare i tassi, e di Bank of England, che ha aumentato oggi i tassi di riferimenti di 0,25 punti percentuali allo 0,5%.

I tassi di interesse rimangono invariati sulle operazioni di rifinanziamento principali rispettivamente allo 0,00%, sulle operazioni di rifinanziamento marginale allo 0,25% e sui depositi presso la banca centrale al -0,50%. E il direttivo intende lasciarli su livelli pari o inferiori a quelli attuali finché non vedrà l'inflazione raggiungere il 2% ben prima della fine del suo orizzonte di proiezione e in maniera durevole per il resto dell'orizzonte di proiezione, e finché non riterrà che i progressi conseguiti dall’inflazione di fondo siano coerenti con lo stabilizzarsi dell’inflazione sul 2% nel medio periodo.

Nel primo trimestre del 2022, il Consiglio direttivo dell’Eurotower condurrà gli acquisti netti di attività nell'ambito del Pepp a un ritmo inferiore rispetto al trimestre precedente e li interromperà a fine marzo. Il direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del Pepp almeno sino alla fine del 2024, così da evitare interferenze con l’orientamento di politica monetaria. "In caso di ulteriore frammentazione del mercato connessa alla pandemia – conferma l’istituto -, i reinvestimenti del Pepp saranno adeguati in modo flessibile nel corso del tempo, fra le varie classi di attività e i vari Paesi in qualsiasi momento".

Gli acquisti netti mensili nel quadro del Paa saranno pari a 40 miliardi di euro nel secondo trimestre del 2022 e a 30 miliardi nel terzo trimestre. Da ottobre, il direttivo manterrà gli acquisti netti a un ritmo mensile di 20 miliardi. E conferma termineranno poco prima dell’avvio dell’innalzamento dei tassi di interesse di riferimento.

Il presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, interpellata sulle stime d'inflazione all'1,8% per il 2023 e 2024, che finora hanno sconsigliato un aumento dei tassi, ha spiegato che restano da fare valutazioni, ma "ritengo ci stiamo avvicinando molto all'obiettivo della BCE (inflazione al 2% nel medio termine, ndr). Vediamo rischi al rialzo per l'inflazione, in particolare nel breve periodo, e ne sapremo di più sull'impatto nel medio termine - ha detto - ma crediamo che i prezzi torneranno a scendere già nel 2022. Ci sono driver che ci stanno finalmente facendo raggiungere il target a medio termine, tra cui mercato del lavoro, inflazione e aspettative di inflazione".

In ogni caso, ha precisato Lagarde, “l'andamento dell'inflazione sarà esaminato in maniera più approfondita nella riunione di marzo, quando avremo proiezioni aggiornate, e avremo anche più informazioni sul mercato del lavoro e sui salari. Siamo tutti spinti dallo stesso mandato, che è la stabilità dei prezzi. Ma c'è la volontà di non correre a prendere una decisione affrettata sulla base di insufficienti dati".

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02/02/2022 StarNews – Zona euro, inflazione nella stima flash di gennaio a +5,1% a/a da +5,0% di dicembre

Nella zona euro, l'indice dei prezzi al consumo, nella stima flash di gennaio, segna un +5,1% dal +4,4% stimato nel Market movers settimanale e da +5,0% di dicembre.

Su base mensile, l'inflazione è data a +0,3% m/m dal -0,1% previsto dagli analisti di Star am e da +0,4% del mese precedente. Il dato, pubblicato dall'ufficio statistico europeo, Eurostat, supera ampiamente il target della BCE (il 2% a/a per il medio termine). Per un periodo transitorio l'istituto ha riferito di poter tollerare un’inflazione moderatamente al di sopra dell’obiettivo, pur considerando ugualmente indesiderabili gli scostamenti negativi e positivi dell’inflazione dall’obiettivo.

Il core (ossia il dato al netto di energia, cibo e tabacchi) guadagna il 2,3% a/a dal +2,2% previsto nel Market movers e dal +2,6% di dicembre scorso e lo 1,6% m/m dal +0,4% del mese precedente. Al netto della sola energia, si attesta a +2,6% a/a da +2,8% del mese precedente e a -0,4% m/m.

Tra le principali componenti dell'indice generale, i prezzi dell'energia si stimano a +28,6% a/a da +25,9% di dicembre, seguiti da quelli di cibi, alcol e tabacchi a +3,6% a/a da +3,2% di dicembre, dei beni industriali non energetici a +2,3% da +2,9% e dei servizi a +2,4% come nel mese precedente.

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02/02/2022 StarNews – Eurozona, a gennaio Pmi composito finale a 52,3 punti da 53,3 di dicembre. Pmi del terziario a 51,2 da 53,1 del mese precedente

Nell’eurozona, il Pmi composito finale, sintesi di manifatturiero e servizi, a gennaio si indebolisce a 52,3 punti da 52,4 della stima flash, 53,3 di dicembre e dai 52,4 punti attesi nel Market movers settimanale.

Il rafforzamento del Pmi manifatturiero finale di gennaio (a 58,7 punti da 58,0 di dicembre), infatti, è stato superato dal calo dell’indice dei servizi, a 51,1 punti, da 51,2 della stima flash, da 53,1 di dicembre e dai 51,2 stimati dagli analisti di Star am.

La nuova frenata della crescita dell’economia dell’eurozona è ascrivibile alla variante Omicron che ha ostacolato l’attività soprattutto nel settore dei servizi. Al contempo, dopo il leggero rallentamento di fine anno, i dati raccolti hanno mostrasto una nuova accelerazione dell’inflazione in tutta l’eurozona.

Tra i Paesi dell’eurozona monitorati, l’Irlanda ha indicato la crescita più veloce della produzione combinata del manifatturiero e terziario, con un’espansione invariata rispetto alla forte prestazione di dicembre (a 56,5). La Germania è tornata in territorio di crescita dopo la marginale contrazione di dicembre (a 53,8, massimo in 4 mesi). Al contrario, la Francia ha perso slancio (52,7, massimo in 9 mesi), l’Italia è in generale stagnazione (50,1, minimo in 12 mesi) e la Spagna ha rilevato la prima contrazione da febbraio dello scorso anno (47,9, minimo in 11 mesi).

“Dopo l’indebolimento della crescita del trimestre finale del 2021 – spiega Williamson, capo economista di Ihs Markit –, a gennaio l’economia dell’eurozona registra un nuovo rallentamento. Le aziende stanno indicando un attenuamento della domanda e continui disagi legati sia alla carenza di personale che ai problemi sulla fornitura di materie prime a causa della pandemia”.

“Questo rallentamento – prosegue l’economista – coincide con l’irrigidimento più severo da maggio scorso delle misure anti-virus in tutto il territorio dell’eurozona, a causa dell’aumento dei contagi provocati dalla variante Omicron. La Spagna ne ha risentito di più, l’Italia è entrata in stagnazione. Entrambi i risultati sono stati collegati al calo del terziario. La Francia, nel frattempo, sta registrando l’espansione più debole dallo scorso aprile. La Germania, invece, entra in una fase positiva e fa presagire che l’impatto di Omicron sarà più breve e meno severo delle ondate precedenti. Il terziario tedesco, colpito più severamente da Omicron alla fine dello scorso anno, sta già recuperando mentre la produzione manifatturiera sta rinvigorendosi ancora di più.”.

“La preoccupazione principale – ha concluso – riguarda le crescenti pressioni inflazionistiche, che potrebbero aggravarsi con l’impennata dei prezzi energetici nei prossimi mesi. I conti delle famiglie sono già allo stremo e le aziende stanno affrontando nuovi aumenti sui costi. A questo si aggiungono gli ulteriori potenziali rischi al ribasso sulle previsioni future legate alle tensioni in Ucraina, il cui aggravamento potrebbe spingere ancora più in basso la fiducia economica”.

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01/02/2022 StarNews – Zona euro, Pmi manifatturiero finale di gennaio a 58,7 punti da 58,0 di dicembre

Nella zona euro, il Pmi manifatturiero (destagionalizzato) finale di gennaio sale a 58,7 punti (massimo da agosto) dai 59,0 della stima preliminare, dai 58,0 di dicembre (minimo in dieci mesi) e dai 59 stimati degli analisti di Star am nel Market movers settimanale.

Gli ultimi dati del Pmi hanno mostrato a inizio 2022 un rafforzamento del manifatturiero dell’eurozona, con produzione, nuovi ordini e livelli occupazionali che hanno riportato crescite più veloci. Il miglioramento su questi fronti, inoltre, arriva dagli ennesimi timidi segnali di risoluzione dei problemi sulla catena di distribuzione, con il più debole allungamento dei tempi medi di consegna in un anno. Anche il tasso di inflazione dei prezzi di acquisto è diminuito (al livello più debole in nove mesi) ma i prezzi di vendita sono aumentati indicando il secondo valore più alto in quasi 20 anni di raccolta dati.

I dati nazionali hanno mostrato come a gennaio il settore manifatturiero dell’Austria abbia avuto la crescita migliore (61,5, massimo in 4 mesi), e si sono riportate espansioni più veloci nei Paesi Bassi (60,1, massimo in 2 mesi), in Germania (59,8, massimo in 5 mesi) e in Irlanda (59,4, massimo in 2 mesi). Nelle altre economie dell’eurozona si è osservata una forte crescita e invariata da dicembre in Spagna (56,2, valore invariato), mentre miglioramenti più lenti sono stati notati in Italia (58,3, minimo in 11 mesi), in Grecia (57,9, minimo in 6 mesi) e in Francia (55,5, minimo in 3 mesi).

"Pare che sinora i manifatturieri dell’eurozona abbiano resistito alle intemperie causate dalla tempesta Omicron meglio delle precedenti ondate di covid - ha commentato Chris Williamson, capo economista di Markit –. Le aziende hanno riportato a gennaio il maggiore progresso della produzione e dei nuovi ordini in quattro mesi. Anche le previsioni future sono più rosee, con l’ennesimo allentamento dei parecchi ritardi nelle consegne, che ha giocato un ruolo fondamentale nell’incoraggiare i produttori manifatturieri a rivedere al rialzo le proprie previsioni per la crescita del prossimo anno al livello più alto da giugno".

“Il miglioramento, tuttavia - ha aggiunto Williamson –, non è affatto ben distribuito nell’eurozona, con un ritorno alla crescita in Germania, nei Paesi Bassi e in Austria in contrasto con l’espansione più lenta in Italia, Spagna e Grecia e la quasi stagnazione della produzione in Francia. In aggiunta, nonostante alcuni ritardi nelle consegne sono diminuiti dal picco dello scorso anno, i tempi medi di consegna rimangono estesi per parecchi beni chiave e per numerosi beni strumentali, ostacolando la produzione e trasformandosi in una maggiore pressione al rialzo sui prezzi. I prezzi medi di fabbrica sono aumentati al secondo tasso più alto in quasi venti anni, fattore questo che indica come l’inflazione rimarrà elevata nei prossimi mesi. Al contempo, la crescente tensione in Ucraina, la crisi dei prezzi energetici e le previsioni di un inasprimento delle politiche monetarie da parte delle banche centrali a livello globale stanno creando ostacoli aggiuntivi per le prospettive future”.

“Questo scenario – ha concluso l’economista – suggerisce che, malgrado il possibile miglioramento della crisi sulla fornitura, le condizioni della domanda nei prossimi mesi saranno probabilmente meno solidali con i manifatturieri”.

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01/02/2022 StarNews – Eurozona, a dicembre tasso di disoccupazione al 7,0% dal 7,1% di novembre, nell’intera Ue al 6,4% dal 6,5% del mese precedente

Nell'eurozona, a dicembre la disoccupazione si attesta al 7,0% dal 7,1% di novembre scorso e dall’8,2% di dicembre 2020.

Il risultato, comunicato dall'Ufficio statistico europeo Eurostat, supera le attese degli analisti di Star am, contenute nel Market movers settimanale (7,1%).

Nell'intera Ue la percentuale dei senza lavoro è scesa al 6,4% dal 6,5% del mese precedente e dal 7,5% di dicembre 2020.

In particolare, nel mese di riferimento, Eurostat rileva 13,984 milioni di disoccupati nell'Ue (da 14,231 di novembre), di cui 13,612 milioni nell'area euro (da 13,822 del mese precedente). Rispetto a novembre 2021, infatti, si contano 210 mila disoccupati in meno nell'Ue, di cui 185 mila nell'area euro.

Da dicembre 2020, invece, i disoccupati sono diminuiti di 2,196 milioni di unità nell'Ue e di 1,828 milioni nell'area euro.

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01/02/2022 StarNews – Usa, Ism manifatturiero a gennaio a 57,6 punti da 58,8 di dicembre. Pmi manifatturiero di Markit definitivo di gennaio a 55,5 da 57,7 di dicembre

Negli Usa, l’Ism manifatturiero di gennaio scivola a 57,6 punti da 58,8 di dicembre e dai 58,3 stimati dagli analisti di Star am nel Market movers settimanale.

Il dato, elaborato dall'Institute for Supply Management, segna dunque una decelerazione ma resta ben oltre la soglia dei 50 punti, oltre la quale si segnala un’espansione dell’attività.

Fra le varie componenti dell'indice, quella sui nuovi ordini cala a 57,9 punti da 61, mentre quella sull'occupazione sale a 54,5 da 53,9 e la componente dei prezzi si attesta a 76,1 da 68,2.

Il Pmi manifatturiero curato da Markit, invece, nel dato definitivo di gennaio, cala a 55,5 punti, come nella prima lettura, da 57,7 del mese precedente.

"L'epidemia di Omicron ha colpito duramente la produzione – ha commentato Chris Williamson, Chief Business Economist di Ihs Markit -. Ha contribuito a indebolire la domanda e ha creato ulteriori problemi alla catena di approvvigionamento, inasprendo la carenza di personale, spesso indotta dall'assenteismo dovuto all'impennata di contagi”.

"Tuttavia – aggiunge l’economista -, l'impatto complessivo di Omicron sulle catene di approvvigionamento è stato meno marcato rispetto alle precedenti ondate pandemiche e le pressioni sui prezzi delle materie prime causate dalla crisi dell'offerta globale sembrano ridursi. Quindi i produttori sono ottimisti sulle prospettive, con le aspettative di produzione futura che salgono al livello più alto da oltre un anno. L'attuale flessione, dunque, potrebbe rivelarsi di breve durata”.

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31/01/2022 StarNews – Zona euro, prima stima del Pil del IV trimestre 2021 segna un +0,3% t/t dal +2,3% dei tre mesi precedenti e un +4,6% a/a da +3,9%

Nella zona euro, la prima stima del Pil del quarto trimestre 2021 segna un +0,3% destagionalizzato su base trimestrale dal +2,2% dei tre mesi precedenti e dal +0,6% atteso dagli analisti di Star am nel Market movers settimanale.

Il dato, comunicato dall'Ufficio statistico europeo, Eurostat, rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente marca invece un +4,6% dal +4,7% stimato nel Market movers e dal +3,9% del terzo trimestre.

Nell'intera Unione europea (Ue a 27) il Pil rileva un +0,4% t/t da +2,2% mentre rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente marca un +4,8% da +4,1% del trimestre precedente.

Secondo una prima stima della crescita annua per il 2021, basata su dati trimestrali destagionalizzati e corretti per il calendario, il Pil ha marcato un +5,2% sia nell'area euro che nell'Ue.

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27/01/2022 StarNews – Usa, a dicembre ordini beni durevoli a -0,9% m/m da +3,2% di novembre

Negli Usa, a dicembre gli ordini di beni durevoli scendono a 267,6 miliardi di dollari da 270,1del mese precedente. Perdono, pertanto, lo 0,9% m/m dal +3,2% di novembre (rivisto da +2,5% della prima lettura).

 

Il dato, comunicato dal Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti (Bureau of the Census), supera le attese degli analisti di Star am, che nel Market movers settimanale avevano previsto una flessione dello 0,2%.

 

Al netto del settore dei trasporti, guadagnano su base mensile lo 0,4%, come stimato dagli analisti di Star am, da +1,1% del mese precedente (rivisto da +0,8%). Depurati dal comparto difesa, invece, segnano un +0,1% dal +2,7% (rivisto da +2,0%).

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27/01/2022 StarNews – Usa, il Pil del IV trimestre, nella stima preliminare, a +6,9% t/t da +2,3% dei tre mesi precedenti

Negli Usa, il Pil del IV trimestre, nella stima preliminare, segna un +6,9% da +2,3% t/t dei tre mesi precedenti.

Il dato, rilevato dal Dipartimento del Commercio (Bureau of Economic Analysis), ha superato le attese degli analisti di Star am, che nel Market movers settimanale avevano previsto un +5,0% t/t.

Il progresso è stato supportato soprattutto dai consumi, che segnano un +3,3% da +2,0% del trimestre precedente.

Il Pce price index, una misura dell'inflazione, è dato a +6,5% dal precedente +5,3%, mentre il Pce core è stimato a +4,9% dal precedente +4,6%.

Nel 2021 il Pil è aumentato del 5,7%, dopo il -3,4% del 2020, sostenuto da tutte le principali sottocomponenti, in primis consumi personali, investimenti fissi, esportazioni, e investimenti in scorte private. In crescita anche le importazioni.

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27/01/2022 StarNews – Usa, vendite in corso di case a dicembre a -3,8% m/m da -2,3% di novembre

Negli Usa, le vendite in corso di case (pending home sales) a dicembre cedono il 3,8% m/m da -2,3% di novembre (rivisto da -2,2%).

In termini di punti, l'indice delle compravendite andate a buon fine ma non ancora registrate, pubblicato dall'Associazione degli operatori immobiliari (Nar), è sceso a quota 117,7 punti (dove 100 è il livello pari a quello del 2001) da 122,3 del mese precedente (rivisto da 122,4). Su base annua, invece, il dato ha perso il 6,21%.

"Le vendite di case in corso sono calate verso la fine del 2021, poiché la diminuzione dell'offerta di alloggi offriva ai consumatori pochissime opzioni – ha dichiarato Lawrence Yun, capo economista della Nar –. I tassi dei mutui sono aumentati costantemente nelle ultime settimane, il che purtroppo alla fine escluderà gli acquirenti marginali".

"Nonostante il rallentamento delle transazioni di dicembre – aggiunge Yun – l'anno scorso è stato un ottimo periodo per le abitazioni in termini di vendite e apprezzamento dei prezzi. Il mercato probabilmente subirà una lieve riduzione delle vendite poiché i tassi sui mutui continueranno a salire".

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26/01/2022 StarNews – Usa, a dicembre vendite di nuove abitazioni a +11,9% m/m da +11,7% di novembre

Negli Usa, a dicembre il dato delle vendite di nuove abitazioni, comunicato dal Census Bureau, marca un  +11,9% m/m da +11,7% di novembre (rivisto da +12,4%).

In termini assoluti, infatti, salgono a quota 811 mila da 725 mila del mese precedente (rivisto da 744 mila) e dalle 765 mila stimate nel Market movers settimanale.

Rispetto a dicembre 2020, il volume di vendite di case nuove ha ceduto il 3,7%.

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25/01/2022 StarNews – Germania, a gennaio indice Ifo a 95,7 punti da 94,8 di dicembre

In Germania, l’indice Ifo (Information und Foschung) a gennaio sale a 95,7 punti da 94,8 di dicembre (rivisto da 94,7) e dai 95,3 stimati dagli analisti di Star am nel Market movers settimanale.

Il dato è ricavato dal sondaggio mensile sulla fiducia di circa 7000 imprese della prima economia europea, condotto dall’istituto tedesco omonimo.

Nello spaccato, la valutazione delle imprese sulle condizioni attuali si indebolisce a 96,1 punti, come previsto nel Market movers, da 96,9 del mese precedente, mentre il sottoindice sulle prospettive di business per i prossimi sei mesi si rafforza a 95,2 da 92,7 del mese precedente e dai 94,5 attesi dagli analisti di Star am.

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24/01/2022 StarNews – Zona euro, nella stima flash di gennaio, Pmi composito a 52,4 punti da 53,3 di dicembre. Nel dettaglio, manifatturiero a 59,0 da 58,0 e servizi a 51,2 da 53,1

Nella zona euro, il Pmi composito, sintesi dei settori manifatturiero e servizi, nella stima flash di gennaio decelera ancora, a 52,4 punti (livello più basso da marzo 2021, mese in cui è iniziata la ripresa dalle chiusure pandemiche) da 53,3 di dicembre e dai 51,4 previsti dagli analisti di Star am nel Market movers settimanale.

Il dato, elaborato da Markit sulla base di circa l’85% del totale delle risposte del sondaggio, dunque, resta oltre la soglia dei 50 punti ma rallenta ulteriormente, per il secondo mese consecutivo, dopo la prima accelerazione rilevata a novembre da luglio scorso (quando ha segnato il picco in 15 anni).

I minori ritardi della fornitura hanno favorito il rilancio del manifatturiero mentre le nuove restrizioni pandemiche hanno causato un forte rallentamento dell’espansione terziaria. Al contempo, mentre i prezzi medi di vendita per beni e servizi sono aumentati a un tasso mai superato prima, la riduzione dell’inflazione dei prezzi d’acquisto del manifatturiero mostra una riduzione della pressione sui prezzi delle materie prime.

Nel dettaglio settoriale, infatti, l’indice del manifatturiero ha marcato 59,0 punti (massimo in 5 mesi) da 58,0 e dai 57,1 prospettati nel Market movers. L’indice del terziario è sceso a 51,2 punti (minimo in 9 mesi) da 53,1 del mese precedente e dai 51,2 stimati dagli analisti di Star am. La produzione manfatturiera, infine, ha rallentato a 55,8 punti (massimo in 5 mesi) da 53,8 di dicembre.

Nello spaccato geografico, si rileva in Germania, dopo la contrazione di dicembre, una ripresa dell’attività al tasso più forte da settembre (54,3 da 49,9), grazie all’impennata della produzione industriale (60,5 da 57,4) e al ritorno alla crescita del terziario (52,2 da 48,7). Al contrario, l’espansione in Francia ha indicato il valore più basso da aprile (52,7 da 55,8), riflesso di un manifatturiero quasi in stallo (a 55,5 da 55,6) e di un netto indebolimento delle prestazioni del terziario (a 53,1 da 57,0).

Nel resto dell'eurozona l’espansione si è quasi arrestata a causa della nuova contrazione dell’attività terziaria.

“A inizio anno – ha commentato Chris Williamson, capo economista di Ihs Markit –, l’ondata Omicron ha determianto un altro forte calo della spesa su molti servizi diretti al consumatore, con il turismo e le attività ricreative colpite piuttosto duramente. Tuttavia, l’impatto sull’economia in generale sembra finora abbastanza tenue. E ancora più incoraggiante è l’ulteriore riduzione dei ritardi sulla catena distributiva manifatturiera, nonostante la nuova ondata pandemica”.

“La riduzione della crisi dell’offerta – aggiunge Williamson - non solo ha agevolato il rilancio della produzione delle fabbriche ma ha anche moderato la pressione sui costi del manifatturiero. Se Omicron ha colpito le previsioni del settore terziario, rispetto alle precedenti ondate l’impatto sembra al momento meno severo. Intanto, le prospettive delle aziende manifatturiere sono migliorate grazie alle minori carenze, contribuendo a registrare previsioni future migliori”.

"Il prezzo di beni e servizi - conclude l'economista –, tuttavia, sta salendo a un tasso record, con l’aumento del costo del lavoro e dell’energia che controbilancia la riduzione del prezzo delle materie prime sostenuto dai produttori. Il che sta falciando la speranza di un imminente raffreddamento delle pressioni inflazionistiche”.

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