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18/02/2016 - StarNews – Usa, le turbolenze economiche e finanziari esogene hanno indotto la Fed al rinvio dei piani di rialzo dei tassi

Preoccupazioni crescenti nella Fed sul panorama economico e sui rischi di un aumento dei tassi. Le prospettive di inflazione, secondo l’istituto, sono incerte e aumentano i timori che la crisi della Cina e il peggioramento delle condizioni finanziarie mondiali possano ripercuotersi sull’economia Usa.

È quanto emerge dai verbali del Federal Open Market Committee (diffusi ieri sera e riferiti al meeting della Fed del 26-27 gennaio), attesissimi dagli investitori, desiderosi di capire se la banca centrale degli Stati Uniti alzerà o meno il costo del denaro quest’anno.

Durante la riunione, infatti, i membri della commissione si sono chiesti se un aumento dei rischi nell’economia possa alterare i piani sui tassi. Dopo una lunga discussione il Fomc è arrivato a sostenere che le attuali condizioni finanziarie potrebbero portare le stesse conseguenze negative di un ulteriore rialzo dei tassi d’interesse. Di qui la decisione di lasciare i tassi dei Fed funds fermi allo 0,25%, dopo il rialzo di dicembre, il primo dal 2006 (i tassi sostavano attorno allo zero dal 2008).

Il presidente della Fed, Janet Yellen, aveva anticipato la volontà di alzare gradualmente i tassi d’interesse quattro volte nel 2016, ma evidentemente la situazione critica dell’economia globale, con il crollo dei mercati e la crescita lenta, ha messo in discussione le prospettive economiche globali. Di qui l'annucio di Yellen, in audizione al Congresso, la settimana scorsa, della possibilità di rinvio dei piani di rialzo dei tassi, per valutare come l’economia reagisce agli attuali venti contrari: “La politica monetaria – ha detto - non è un percorso prestabilito e ogni decisione di alzare i tassi d’interesse dallo 0,2% allo 0,5% saranno determinati dagli sviluppi economici”.

Una larga maggioranza dei membri della Fed, si legge nelle minutes pubblicate ieri, ha “fatto notare che la politica monetaria si trova in una posizione meno favorevole per reagire efficacemente agli shock che riducono l’inflazione o l’attività economica. Quindi sarebbe prudente attendere ulteriori informazioni relativi alla forza di fondo dell’economia e alle prospettive di inflazione prima di prendere ulteriori misure per ridurre la politica accomodante”. Alcuni membri del Fomc, in particolare, hanno sottolineato di voler vedere una “prova diretta” che l’inflazione si stia dirigendo verso il target del 2% prima di sostenere un ulteriore rialzo dei tassi di interesse. Molti hanno visto questi sviluppi come un fattore di aumento dei rischi al ribasso per le prospettive economiche.


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