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17/11/2016 - StarNews – Usa, Yellen: “Stretta del credito potrebbe arrivare a breve”. Annuncia di voler restare alla guida della Fed per tutto il mandato e boccia l’ipotesi di riforma della regole di Wall Street

“La Federal reserve potrebbe alzare i tassi relativamente presto se i dati macroeconomici continueranno a mostrare progressi”. A dirlo è la presidente dell’istituto, Janet Yellen, davanti alla Commissione economica congiunta del Congresso.

La prossima riunione della Fed si terrà i prossimi 13 e 14 dicembre. Potrebbe essere già quella l'occasione per una stretta di politica monetaria. Quasi tutti gli osservatori scommettono su un nuovo rialzo di un quarto di punto, che potrebbe così alzare i tassi tra lo 0,5% e lo 0,75% dall’attuale 0,25-0,50 per cento.

La Fed ha posto fine a sette anni di tassi a zero con un rialzo di un quarto di punto lo scorso dicembre, il primo in quasi dieci anni (il precedente risaliva a giugno 2006). La stretta ad oggi non ha ancora avuto seguito, anche a causa di turbolenze di breve termine, come il crollo dei mercati cinesi lo scorso gennaio e il referendum sulla Brexit, e in attesa dell’esito delle Presidenziali statunitensi.

Yellen, tuttavia, avverte: "L'economia e il mercato del lavoro statunitensi hanno ancora margini di miglioramento”, anche se è in atto una ripresa dell'inflazione, supportata ora, secondo alcuni analisti, dalla politica fiscale prospettata dal nuovo presidente degli Usa, Donald Trump.

“L'economia – rileva - sembra avere accelerato dal passo lento di inizio anno, con moderati guadagni delle spese per consumi e miglioramenti del mercato del lavoro. Sebbene una crescita superiore ai trend della forza lavoro e dell'occupazione non può continuare a tempo indefinito, c'è comunque margine per ulteriori miglioramenti del mercato del lavoro, in particolare sul fronte dei salari”.

“Se il Fomc (il comitato di politica monetaria della Fed) dovesse rimandare troppo a lungo l'aumento dei tassi di interesse – rileva Yellen - si troverebbe poi a dover sceglier per la stretta monetaria in modo improvviso, per evitare che l'economia si surriscaldi rispetto agli obiettivi di lungo termine della Banca centrale”, cioè quelli in materia di occupazione e inflazione. Inoltre, continua, “tenere i tassi agli attuali livelli troppo a lungo potrebbe anche incoraggiare un'eccessiva assunzione di rischio e minare la stabilità finanziaria".

Secondo la presidente dell’istituto centrale, la crescita proseguirà a un ritmo moderato sufficiente a rafforzare il mercato del lavoro e un ritorno dell’inflazione all’obiettivo del 2% in un paio di anni.

“La Fed – aggiunge - continua a prevedere che si renderanno necessari rialzi graduali rialzi dei tassi nel tempo per raggiungere e mantenere massima occupazione e stabilità dei prezzi”. Per Yellen, l’attuale politica monetaria è “moderatamente accomodante” perché il livello dei Fed Funds è solo di poco inferiore al tasso stimato neutrale, cosa appropriata per promuovere ulteriori progressi verso gli obiettivi della Fed.

Nell’audizione, Yellen ha anche detto di voler restare in carica fino alla scadenza del mandato (in scadenza a fine gennaio 2018), smentendo le voci che la davano in partenza dopo l’elezione di Trump. E, in risposta anche alla campagna elettorale di quest’ultimo, ha stigmatizzato l’ipotesi di un’abrograzione della Dodd-Frank, la riforma della finanza varata dal presidente uscente Barack Obama dopo la crisi del 2008: “Ha molti aspetti positivi - ha concluso - e non sarebbe opportuno portare indietro le lancette della regolamentazione finanziaria. Anzi, si dovrebbe essere felici che ora il sistema finanziario è più sicuro e poggia su basi più solide. In particolare, non sarebbe opportuno tornare ai precedenti standard sui mutui, che hanno portato alla crisi”.


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