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07/04/2016 - StarNews – Draghi conferma le misure espansive della BCE contro deflazione persistente. E i verbali dell'istituto non ne escludono un potenziamento in caso di necessità

Il presidente della BCE, Mario Draghi, ha confermato le misure espansive dell’istituto contro la continua flessione dei prezzi. "Le prospettive per l'economia mondiale – ha detto durante la Presentazione del Rapporto annuale 2015 dell’Eurotower - sono circondate da incertezza. Si pongono interrogativi riguardo alla direzione in cui andrà l'Europa e alla sua capacità di tenuta a fronte di nuovi choc".

Le misure della BCE, ha aggiunto Draghi, "hanno ribadito che, anche dinanzi a perduranti forze disinflazionistiche su scala mondiale, la BCE non si piega a un livello di inflazione eccessivamente basso. Gli effetti avversi si sono intensificati agli inizi del 2016, rendendo necessario un orientamento ancora più espansivo della politica monetaria".

Dunque Draghi difende la decisione presa nell'ultima riunione di politica monetaria di estendere gli stimoli all'economia, attraverso un insieme di strumenti: tassi, acquisti di asset (quantitative easing) e una seconda operazione di lungo termine (Ltro). “Misure che finora sono state efficaci” ha precisato nella prefazione del rapporto.

“Le condizioni di finanziamento – si legge ancora nel rapporto - hanno registrato un considerevole allentamento, dalla metà del 2014 i tassi sui prestiti bancari sono diminuiti di circa 80 punti base nell’area dell’euro, con un effetto di trasmissione equivalente, in circostanze normali, a una riduzione una tantum dei tassi di 100 punti base”.

Anche la crescita e l’inflazione hanno tratto benefici. Per Draghi, in base alle valutazioni degli esperti dell’Eurosistema, in assenza del programma di acquisto di attività (Paa) l’inflazione sarebbe risultata negativa nel 2015 e sarebbe stata inferiore di oltre mezzo punto percentuale nel 2016 e di circa mezzo punto percentuale nel 2017. Il Paa determinerà inoltre un aumento del Pil dell’area dell’euro di circa 1,5 punti percentuali nel periodo 2015-2018.

Malgrado ciò, secondo il governatore, il 2016 porterà numerose altre sfide per la BCE. Sulle prospettive per l’economia mondiale continuano a gravare molte incertezze. Draghi ha ricordato soprattutto l'alta disoccupazione giovanile, che colpisce "la generazione più istruita di sempre" e rappresenta un vulnus significativo, "per evitare una generazione perduta dobbiamo agire velocemente".

Non si esclude nemmeno un ulteriore potenziamento delle misure già prese se la congiuntura della zona euro dovesse trovarsi in difficoltà. È quanto rilevano i verbali del Consiglio direttivo della Bce sulla riunione del mese scorso, in cui ha varato un pacchetto di nuove misure anti-deflazione e durante il quale il board ha considerato l’ipotesi di futuri ulteriori tagli dei tassi d'interesse, che potrebbero rendersi necessari in caso di choc economici. Ed è quanto sottolinea anche il consigliere esecutivo ed economista capo della BCE, Peter Praet: "Se dovessero materializzarsi ulteriori shock avversi - ha chiarito - potremmo ricalibrare le nostre misure in modo da commensurarle alla forza dei venti contrari, tenendo conto anche dei possibili effetti collaterali". Sulla stessa linea il vicepresidente della BCE, Vitor Constancio, che ha anche sollecitato, per l’ennesima volta, uno schema europeo comune di garanzia dei depositi bancari per completare l'unione del credito e altre politiche a livello europeo a sostegno di un miglioramento duraturo e sostenibile delle prospettive di crescita economica. I tassi di interesse estremamente bassi fissati dalla BCE, secondo Constancio, per quanto possano erodere i margini di alcune banche, sono necessari per sostenere la bassa inflazione in Europa. 

Uno degli effetti collaterali dell'attuale politica monetaria BCE, che ha portato in negativo il tasso sui depositi marginali, imponendo un costo agli istituti di credito che parcheggiano liquidità in banca centrale, è di comprimere i margini dei bancari, rendendo in questo modo indirettamente più oneroso concedere finanziamenti ai privati.

Nel bollettino annuale riflettori puntati anche sull'Italia: da un lato, guardando ai Paesi dell'area euro su cui sono stati identificati "squilibri eccessivi", l'istituzione monetaria ha riconosciuto al Paese di aver mostrato un livello di adempimento "in qualche misura superiore" rispetto alle raccomandazioni avanzate dalla Commissione europea, rispetto a quanto fatto da altri Stati nella medesima situazione, come Portogallo e Francia.

D’altra parte, l'Italia è tra i quattro Stati il cui bilancio 2016 è stimato "a rischio di non attuazione" rispetto alle regole del Patto di stabilità e di crescita (il giudizio definitivo dell'Ue è atteso dopo le previsioni economiche di primavera). Quanto al risanamento delle Finanze pubbliche, però, la BCE privilegia sempre una disciplina "favorevole alla crescita", schierandosi con i sostenitori della flessibilità come strumento per rafforzare la ripresa.


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