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13/12/2018 - StarNews – Bce lascia tassi invariati e conferma fine del Qe nel 2018. Draghi: "Siamo pronti comunque ad aggiustare come appropriato le misure in qualunque momento".

La Bce, come atteso, conferma la fine del Quantitative easing per dicembre 2018 e lascia invariati i tassi. Quello di rifinanziamento principale resta a zero, quello sui depositi overnight a -0,40% e quello sui prestiti marginali a 0,25%.

Il consiglio direttivo dell’istituto di Francoforte, peraltro, nella nota emessa dopo l’ultima riunione, prospetta tassi agli attuali livelli fino a fine estate 2019 e, comunque, sino a quando sarà necessario per mantenere la convergenza del tasso di inflazione a ridosso del target della Bce, ossia appena sotto il 2%, verso il quale l’istituto prospetta una decisa convergenza (per quanto sia probabile un calo nei prossimi mesi, infatti, l’inflazione sottostante è attesa in aumento nel medio termine).

La BCE ha rivisto al ribasso le stime di crescita del 2018 per l'eurozona all'1,9% dal 2% della stima precedente. Per il 2019, la proiezione sul tasso di crescita è stato limato a +1,7% dall'1,8% mentre è confermata a +1,7% la previsione per il 2020. Nel 2021, infine, è attesa un’espansione dell'1,5%. Quanto all'inflazione, l'istituto ha ridotto le stime per il 2019 a +1,6% dal +1,7% atteso in precedenza, mentre ha rivisto al rialzo i prezzi al consumo per l'anno in corso, a +1,8% da +1,7%. Nel 2020 si prevede un tasso d'inflazione all'1,7% e nel 2021 all'1,8%.

L’istituto, inoltre, prevede di portare avanti ancora a lungo, dopo l’inizio della fase di rialzo dei tassi, il reinvestimento di quanto incassato per i titoli in scadenza su titoli della stessa giurisdizione e prospetta un aggiustamento del portafoglio per riallinearlo alla quota di ciascun Paese nel capitale della BCE. I reinvestimenti continueranno fino a quando sarà necessario, per creare condizioni favorevoli di liquidità e un ampio grado di politica monetaria accomodante.

Per il presidente della banca centrale europea, Mario Draghi, intervenuto nella conferenza stampa seguita alla riunione, l’istituto è comunque "pronto ad aggiustare come appropriato le sue misure in qualunque momento. I dati - ha detto Draghi - prospettano un rallentamento della crescita, anche a causa dell’indebolimento della domanda estera. I rischi per le prospettive economiche dell'eurozona possono considerarsi ancora ampiamente bilanciati, ma il punto di equilibrio si muove verso il basso. Tra le minacce, il protezionismo ma anche gli scenari geopolitici, la vulnerabilità dei mercati finanziari e i Paesi emergenti, per quanto qui alcune fragilità sembrino meno pressanti”.

“Anche se i dati sono più deboli delle attese – aggiunge - la domanda interna resta in espansione e favorevole per crescita e inflazione. Le incertezze, peraltro, rimangono importanti e rendono opportuno ancora il supporto di uno stimolo monetario significativo”.

“Il consiglio ha discusso di Ltro, in finanziamenti a lungo termine, ma senza entrare nei dettagli - ha riferito Draghi, deludendo le attese di chi sperava in un nuovo Tltro - La Bce, in ogni caso, intende mantenere il livello della liquidità disponibile in linea con le necessità del sistema bancario”.


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