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02/05/2016 - StarNews - Draghi: "Rilancio dell'economia globale con riforme strutturali, i bassi tassi di interesse non la malattia ma il sintomo"

StarNews – Per il rilancio dell'economia globale occorrono riforme strutturali, mentre i bassi tassi di interesse non sono la malattia ma il sintomo. Sono, infatti, un effetto della carenza di investimenti e dell'incertezza di persone e imprese. A dirlo è il presidente della BCE, Mario Draghi, davanti  all’Assemblea annuale dell’Asian Development Bank a Francoforte, intitolato "Addressing the causes of low interest rates".

I tassi bassi, spiega Draghi, segnalano un eccesso di risparmi, legati a tendenze demografiche (la popolazione invecchia e le persone mettono risorse da parte per il periodo, spesso lungo, in cui non lavorano) e a una scarsità di investimenti a causa della riduzione delle spese di capitale pubbliche (frenate dai debiti alti) e a causa della bassa produttività, che non garantisce grandi ritorni.

La leva dei tassi serve a rilanciare l'attività e l'inflazione. “Se le banche centrali tenessero i tassi a livelli troppo alti rispetto ai loro livelli reali – precisa Draghi - investire non sarebbe attraente, perché il costo del credito sarebbe più alto dei ritorni. E l’economia resterebbe bloccata nella recessione. Dal momento che gli alti risparmi sono un fenomeno di lunga durata - la popolazione, per esempio, resterà ‘vecchia’ per molto tempo - questa è l’unica strada”.

Ma, per il presidente dell’Eurotower, da sola la politica monetaria non può risolvere i problemi di fondo e gli squilibri di lungo periodo. Anzi, alla lunga, un livello dei tassi troppo basso crea squilibri di lungo termine legati al risparmio. Ad oggi, riferisce, il fenomeno dei tassi bassi è generalizzato: il 18% dell'economia globale ha tassi negativi e la percentuale sale al 40% considerando tassi compresi fra zero e l'1%.

In Eurolandia, invece, per Draghi, bisogna ridurre le incertezze attraverso altre leve, riformando ad esempio la governance dell’area euro, così da rimuovere i persistenti dubbi sul suo futuro». Inoltre, un ruolo minore per le banche centrali o un periodo più breve di espansione monetaria, per il governatore, "implica necessariamente un ruolo maggiore per la politica fiscale".

Per Draghi, i risparmiatori devono essere messi in condizione di diversificare il proprio portafoglio: “Quelli statunitensi detengono un terzo (il 33%) delle loro attività finanziarie sotto forma di azioni, mentre i numeri corrispondenti per le famiglie italiane e francese è circa un quinto (20%) e per quelle tedesche un decimo (10%). Al contrario, le famiglie tedesche detengono quasi il 40% delle loro attività sotto forma di contanti o depositi e quelle francesi e italiane circa il 30%. Il corrispondente numero per le famiglie statunitensi è meno del 15%”.


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