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06/06/2019 - StarNews – BCE: tassi di interesse invariati a zero e negativi sui depositi. Ma anche condizioni molto agevolate per le banche che prenderanno a prestito denaro alle nuove aste triennali

Tassi di interesse invariati, sulle operazioni di rifinanziamento principali a zero, sulle operazioni di rifinanziamento marginale allo 0,25% e sui depositi in banca centrale a -0,40%. Lo ha deciso il Consiglio direttivo della BCE nella riunione di politica monetaria odierna.

Il board, inoltre, ha esteso leggermente la guidance. Ha prospettato i tassi di interesse di riferimento sui livelli attuali per un periodo più lungo, almeno fino alla prima metà del 2020 e, in ogni caso, finché sarà necessario per assicurare la stabile convergenza dell’inflazione su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine.

Il Direttivo ha anche previsto il reinvestimento integrale del capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del Qe per un prolungato periodo di tempo dopo la data in cui inizierà a innalzare i tassi di interesse di riferimento e, in ogni caso, finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario.

Quanto alla nuova serie di aste a più lungo termine (Omrlt III), a cadenza trimestrale, il Direttivo ha previsto che per ciascuna operazione sarà fissato un tasso di interesse superiore di 10 punti base rispetto al tasso medio applicato alle operazioni di rifinanziamento principali dell’Eurosistema per la durata della rispettiva Omrlt. Se però le banche concederanno prestiti netti superiori a un dato valore di riferimento, nelle Omrlt III le banche beneficeranno di un tasso di interesse inferiore, che potrà essere ridotto fino a raggiungere un livello pari al tasso medio applicato ai depositi in banca centrale per la durata dell’operazione con l’aggiunta di 10 punti base.

In conferenza stampa, il presidente della BCE, Mario Draghi, ha annunciato una leggera revisione al rialzo delle previsioni sul Pil del 2019, a +1,2% da +1,1%, ma un taglio di quelle al 2020 a +1,4% da +1,6%. L'inflazione, invece, è stata rivista lievemente al rialzo quest'anno, a +1,3% dal +1,2% stimato in precedenza, e al ribasso nel 2020, a +1,4% da +1,5% precedente.

Nonostante l'outlook peggiorato, Draghi esclude una ricaduta in recessione e deflazione. A suo giudizio, “l'espansione dell'area euro è sostenuta da condizioni finanziarie pressoché favorevoli e dall'aumento dei redditi”.

Riguardo all’Italia, Draghi ha sottolineato che l'Ue non pretende un rapido taglio del rapporto del debito/Pil del Paese, ma quanto meno un piano credibile di rientro graduale.

Quanto alla mozione approvata alla Camera sui minibot, Draghi ha rilevato: "O sono valuta, e quindi sono illegali, o sono debito, e fanno salire lo stock. Non credo ci sia una terza possibilità. La lettura che le persone e i mercati danno dei minibot non sembra essere molto positiva".

“Le raccomandazioni per i singoli Paesi – ha aggiunto - definite dalla Commissione europea sono un avviso importante e tutti i Paesi dovrebbero intensificare gli sforzi per conseguire una composizione delle finanze pubbliche più favorevole alla crescita, anche perché i tempi sono cambiati e le condizioni attuali non sono paragonabili a quelle del luglio 2012, quando la BCE era pronta a fare qualsiasi cosa pur di salvare la stabilità economica”.


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