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05/05/2016 - Starnews - BCE: "Nella zona euro la ripesa prosegue, grazie anche alle politiche monetarie ma rischi ancora al ribasso per crisi internazionale e ritardi in politiche fiscali e riforme strutturali"

La ripresa economica nell'area dell'euro prosegue, grazie anche alle misure di sostegno offerte dalla BCE. Ma i rischi per le prospettive di crescita restano orientati verso il basso: la domanda estera si conferma debole, a causa dell'andamento di alcune aree dell'economia mondiale, che minacciano anche la stabilità dei mercati finanziari, e dell'insufficiente attuazione delle riforme strutturali e delle politiche di bilancio restrittive da parte degli Stati membri, che frenano gli stimoli di politica monetaria. È questo il quadro sintetico emerso dal bollettino di maggio pubblicato oggi dall'Eurotower.

Per l’istituto di Francoforte, in particolare, “La domanda interna è ancora sorretta dalle misure di politica monetaria. Infatti, il loro impatto favorevole sulle condizioni finanziarie, con il miglioramento della redditività delle imprese, incentiva gli investimenti. Mentre il reddito disponibile reale delle famiglie e i consumi privati sono sostenuti ancora dall'aumento graduale dell'occupazione (+0,3% nell'ultimo trimestre del 2015 e riduzione del tasso di disoccupazione al 10,3%), a sua volta favorita dalle riforme strutturali attuate in precedenza e dal prezzo ancora relativamente basso del petrolio”.

L'analisi del Bollettino fa eco alle recenti dichiarazioni con cui il presidente della BCE, Mario Draghi, ha ribattuto alle critiche verso l'espansione monetaria forzata, provenienti soprattutto dal ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble e, in parte, dal presidente della Bundesbank, Jeans Weidmann. Per Draghi l’orientamento espansivo della BCE è una scelta obbligata. L’alternativa sarebbe stata un'economia arenata nella recessione. Ma il pilastro monetario, per il capo dell’Eurotower, deve essere affiancato necessariamente da quello delle politiche di bilancio. Attualmente l'orientamento di queste ultime è solo lievemente espansivo. Per Francoforte, invece, le politiche fiscali andrebbero rafforzate ulteriormente, soprattutto da parte dei Paesi (tra cui la Germania) che possono permettersele.

Malgrado ciò, le nuove misure di politica monetaria dei primi di marzo, scrivono gli economisti della Bce, hanno favorito un miglioramento delle condizioni finanziarie generali nell'area dell'euro: “Si è rafforzata la trasmissione dello stimolo monetario alle imprese e alle famiglie, in particolare attraverso il sistema bancario. La crescita della moneta è rimasta solida, mentre il tasso di incremento dei prestiti continua ad aumentare gradualmente. I bassi tassi di interesse, le operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine e il programma ampliato di acquisto di attività finanziarie sostengono il miglioramento della dinamica della moneta e del credito. Nel complesso, le misure di politica monetaria in vigore da giugno 2014 hanno migliorato nettamente sia le condizioni di prestito per famiglie e imprese sia i flussi di credito nell'intera area dell'euro. E le misure di politica monetaria adottate a maggio 2016 sostengono il continuo recupero della crescita dei prestiti, favorendo la ripresa dell'economia reale”.

 La BCE, pertanto, intende proseguire sul sentiero della politica monetaria espansiva, per assicurare il radicamento della ripresa economica e un ritorno dell'inflazione in prossimità del target, appena sotto il 2%. Per la banca centrale, infatti, "è indispensabile evitare che le condizioni di inflazione molto bassa si radichino, causando effetti collaterali sul processo di formazione di salari e prezzi".


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