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03/12/2015 - StarNews - Nuova strategia di politica monetaria della BCE in quattro punti, in primis l’estensione del Qe fino al marzo 2017

Nuove misure di stimolo in arrivo ma meno incisive di quelle ventilate dal mercato. Le ha annunciate Mario Draghi, presidente della BCE, intervenuto in conferenza stampa a margine della riunione del comitato esecutivo dell’istituto, nella quale si è deciso il taglio del tasso praticato sui depositi custoditi per conto delle banche commerciali (a -0,30%, da -0,20%) e di lasciare invariati i tassi di interesse (allo 0,05%) e il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali (allo 0,30%).

In primis, Draghi ha sottolineato che l’Eurotower ha deciso di estendere il programma di acquisti di asset (Qe) di sei mesi, ovvero a marzo del 2017.

In secondo luogo, ha precisato, in caso di necessità il programma è suscettibile di ulteriori modifiche dalla prossima primavera e potrà includere in futuro anche obbligazioni emesse da Regioni ed Enti locali.

Quarto punto, indicato dal numero uno della BCE, i rendimenti degli asset acquistati, che saranno reinvestiti "finché necessario" per contribuire al miglioramento della situazione di liquidità.

Esiste anche un quinto strumento nella strategia complessiva, che riguarda le aste a 3 mesi (ltro), che la BCE ha deciso di continuare a condurre.

Draghi ha confermato che il Qe è sufficientemente flessibile in termini di dimensione, composizione o durata e ha previsto che le nuove misure annunciate permetteranno di raggiungere più rapidamente i target di inflazione sotto ma vicini al 2%.

La crescita, secondo Draghi, attualmente "è frenata dal rallentamento dei mercati emergenti e dall'andamento moderato del commercio globale. Tuttavia – ha rilevato – il forte calo dei prezzi dell’energia sostiene il potere d’acquisto delle famiglie".

La BCE prospetta un Pil nell'eurozona quest’anno a +1,5%, da +1,4% della precedente proiezione. Le stime per il 2016 sono state confermate a +1,7%, quelle per il 2017 alzate da +1,8% a +1,9%.

Invariate le stime sull’inflazione per il 2015 a +0,1%, per il 2016 sono state tagliate a +1% da +1,1%, per il 2017 a +1,6% da +1,7%.

Esistono, ha spiegato Draghi, "rischi al ribasso sull'inflazione, a causa dei prezzi energetici e di pressioni esterne. Le nostre decisioni - ha detto - rafforzano l'impulso della ripresa economica dell'eurozona e la sua resistenza contro gli shock dell'economia mondiale".


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