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03/02/2022 - StarNews – La BCE non segue la Fed. Conferma indicazioni e tassi della precedente riunione. Lagarde: “No a decisioni affrettate con dati insufficienti”

La BCE decide di rimanere ferma. Conferma le indicazioni della riunione di politica monetaria di dicembre, con tassi fermi, acquisti Pepp (pandemic emergency purchase programme) in esaurimento e operazioni di rifinanziamento alle stesse condizioni. Non segue, dunque, le posizioni meno accomodanti della Fed, sul punto di aumentare i tassi, e di Bank of England, che ha aumentato oggi i tassi di riferimenti di 0,25 punti percentuali allo 0,5%.

I tassi di interesse rimangono invariati sulle operazioni di rifinanziamento principali rispettivamente allo 0,00%, sulle operazioni di rifinanziamento marginale allo 0,25% e sui depositi presso la banca centrale al -0,50%. E il direttivo intende lasciarli su livelli pari o inferiori a quelli attuali finché non vedrà l'inflazione raggiungere il 2% ben prima della fine del suo orizzonte di proiezione e in maniera durevole per il resto dell'orizzonte di proiezione, e finché non riterrà che i progressi conseguiti dall’inflazione di fondo siano coerenti con lo stabilizzarsi dell’inflazione sul 2% nel medio periodo.

Nel primo trimestre del 2022, il Consiglio direttivo dell’Eurotower condurrà gli acquisti netti di attività nell'ambito del Pepp a un ritmo inferiore rispetto al trimestre precedente e li interromperà a fine marzo. Il direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del Pepp almeno sino alla fine del 2024, così da evitare interferenze con l’orientamento di politica monetaria. "In caso di ulteriore frammentazione del mercato connessa alla pandemia – conferma l’istituto -, i reinvestimenti del Pepp saranno adeguati in modo flessibile nel corso del tempo, fra le varie classi di attività e i vari Paesi in qualsiasi momento".

Gli acquisti netti mensili nel quadro del Paa saranno pari a 40 miliardi di euro nel secondo trimestre del 2022 e a 30 miliardi nel terzo trimestre. Da ottobre, il direttivo manterrà gli acquisti netti a un ritmo mensile di 20 miliardi. E conferma termineranno poco prima dell’avvio dell’innalzamento dei tassi di interesse di riferimento.

Il presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, interpellata sulle stime d'inflazione all'1,8% per il 2023 e 2024, che finora hanno sconsigliato un aumento dei tassi, ha spiegato che restano da fare valutazioni, ma "ritengo ci stiamo avvicinando molto all'obiettivo della BCE (inflazione al 2% nel medio termine, ndr). Vediamo rischi al rialzo per l'inflazione, in particolare nel breve periodo, e ne sapremo di più sull'impatto nel medio termine - ha detto - ma crediamo che i prezzi torneranno a scendere già nel 2022. Ci sono driver che ci stanno finalmente facendo raggiungere il target a medio termine, tra cui mercato del lavoro, inflazione e aspettative di inflazione".

In ogni caso, ha precisato Lagarde, “l'andamento dell'inflazione sarà esaminato in maniera più approfondita nella riunione di marzo, quando avremo proiezioni aggiornate, e avremo anche più informazioni sul mercato del lavoro e sui salari. Siamo tutti spinti dallo stesso mandato, che è la stabilità dei prezzi. Ma c'è la volontà di non correre a prendere una decisione affrettata sulla base di insufficienti dati".


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