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01/04/2022 - StarNews – Zona euro, Pmi manifatturiero finale di marzo a 56,5 punti da 58,2 di febbraio

Nella zona euro, il Pmi manifatturiero (destagionalizzato) finale di S&P Global (che di recente si è fuso con Markit Ihs) a marzo scende ancora, a 56,5 punti (minimo in 14 mesi) dai 57,0 della stima preliminare e dai 58,2 di febbraio.

A fine del primo trimestre, dunque, il settore manifatturiero dell'eurozona ha registrato un altro rallentamento della crescita. L'aumento delle tensioni geopolitiche ha pesato sulla domanda e sul morale delle aziende, sceso a marzo al livello più basso da maggio 2020. La crescita più debole è stata accompagnata dall'intensificarsi della pressione sulla catena di distribuzione nel mese, causata dall'aumento delle infezioni da covid-19 in Cina e dall'invasione della Russia in Ucraina che, dai dati raccolti, ha provocato l'allungamento dei tempi medi di consegna.

Al contempo, a causa dell'aumento dei costi delle materie prime, di carburante ed energia, accelera di nuovo a marzo l'inflazione dei prezzi di acquisto e raggiunge il livello massimo in quattro mesi. Per proteggersi dalla pressione sui margini, i manifatturieri dell'eurozona hanno aumentato le loro tariffe al livello più alto nella storia dell'indagine.

Nello spaccato nazionale, l'Irlanda ha registrato il miglioramento più robusto delle condizioni operative (a 59,4 massimo in 2 mesi), superando marginalmente l'espansione osservata in Austria (a 59,3, massimo in 2 mesi). Negli altri Paesi dell’area monitorati, i tassi di espansione hanno rallentato. Nei Paesi Bassi a 58,4 (minimo in 15 mesi), in Germania a 56,9 (minimo in 18 mesi), in Italia a 55,8 (minimo in 14 mesi), in Francia a 54,7 (minimo in 5 mesi), in Grecia a 54,6 (minimo in 11 mesi) e in Spagna a 54,2 (minimo in 13 mesi).

"Proprio quando lo svanire dell'ultima ondata pandemica stava spingendo il settore manifatturiero dell'eurozona verso la ripresa, con la riapertura delle economie e la diminuzione dei ritardi della catena di distribuzione - ha commentato Chris Williamson, Chief Business Economist presso S&P Global –, la guerra in Ucraina ha creato e opposto una nuova minaccia. Mentre l'impulso alla domanda, dovuto al nuovo allentamento delle misure restrittive anti covid-19, ha contribuito ad assicurare la sostenuta espansione degli ordini e della produzione di marzo, i tassi di crescita sono diminuiti notevolmente a causa delle sanzioni, dell'aumento dei costi energetici e dei vincoli di fornitura collegati alla guerra".

“Al contempo - ha aggiunto Williamson –, una maggiore avversione al rischio tra i manifatturieri e i loro clienti per l'incertezza causata dall'invasione, combinata all'impennata del costo della vita, sta minacciando di trascinare la crescita ancora più in basso nei mesi futuri, come evidenziato dalla contrazione della previsione di crescita dei manifatturieri per il prossimo anno”.

“L'ottimismo delle aziende del settore manifatturiero si è ridotto – ha concluso l'economista -, accreditando una contrazione del manifatturiero nel secondo trimestre e aggravando il rischio di una nuova recessione nel settore".


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