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05/04/2022 - StarNews – Eurozona, a marzo Pmi composito finale a 54,9 punti da 55,5 di febbraio. Pmi del terziario a 55,6 da 55,5 del mese precedente

Nell’eurozona, il Pmi S&P Global composito finale, sintesi di manifatturiero e servizi, a marzo scivola a 54,9 punti (minimo in due mesi) da 54,5 della stima flash, 55,5 di febbraio e dai 54,5 punti attesi nel Market movers settimanale.

 L’indebolimento del Pmi manifatturiero finale di marzo (a 57,1 punti da 58,6), infatti, ha superato il lieve progresso dell’indice dei servizi, a 55,6 punti (massimo da 4 mesi), da 54,8 della stima flash, da 55,5 di febbraio e dai 54,8 stimati dagli analisti di Star am.

Grazie alle sempre più ridotte restrizioni anti covid, l'economia dell’eurozona ha mantenuto un forte tasso di crescita a marzo, rallentando solo marginalmente rispetto al valore più alto in cinque mesi riportato a febbraio. Il forte rialzo si è registrato anche per i nuovi ordini, sebbene quelli esteri di marzo siano diminuiti a causa della guerra in Ucraina che, come si evince dai dati raccolti, ha pesato sul commercio transfrontaliero. La fiducia, nel frattempo, ha subìto un duro colpo, scendendo ai minimi in 17 mesi. Le crescenti tensioni geopolitiche e l’inflazione, infatti, hanno gravato sulle previsioni future. Con l’impennata del prezzo dell’energia, del carburante e delle materie prime, l’inflazione dei prezzi d’acquisto di marzo ha accelerato a un ritmo record. Per arginare le pressioni sui margini, i prezzi di vendita di marzo di beni e servizi hanno indicato il più veloce rincaro di sempre.

Tra i Paesi dell’eurozona monitorati, l’Irlanda ha registrato il progresso maggiore, indicando l’espansione più rapida in cinque mesi (a 61,0 punti). Anche la Francia ha indicato un'accelerazione della crescita (a 56,3, massimo in 8 mesi). Per le altre economie dell'area l’attività ha indicato ritmi più moderati rispetto a febbraio, in particolare, in Germania si è attestata a 55,1 (minimo in 2 mesi), in Spagna a 53,1 (minimo in 2 mesi), in Italia a 52,1 (minimo in 2 mesi).

“La graduale riapertura dell’economia dell’eurozona favorita dall’attenuamento dell’ondata omicron – spiega Williamson, capo economista di S&P Global –, ha fornito una gradita spinta all’attività di marzo, promuovendo una nuova e forte espansione che si è lasciata alle spalle il rallentamento di inizio anno. Tuttavia, nei prossimi mesi la resilienza dell’economia verrà messa alla prova da ostacoli che includono nuove impennate dei costi energetici e dei prezzi delle materie prime dovute all’invasione russa in Ucraina, ma anche dal peggioramento della catena distributiva causato dalla guerra e dal forte deterioramento dell’ottimismo sulle prospettive dell’anno a venire”.

“Con la guerra che ha colpito il settore viaggi e trasporti – prosegue l’economista –, le esportazioni sono di nuovo tornate a contrarsi. L’indebolimento della fiducia ci suggerisce che le condizioni della domanda interna dei Paesi dell’eurozona potrebbero subire pressioni, soprattutto da parte dei consumatori per l’incremento del costo della vita, ma anche da parte delle aziende che faticheranno per la mancanza di materiali”.

“Le aspettative di crescita, dunque – ha concluso Williamson –, sono peggiorate nello stesso momento in cui le previsioni inflazionistiche sono apparse più critiche. Non c’è certezza di una recessione, in quanto il grado di difficoltà che l’economia potrà sopportare nei prossimi mesi dipenderà dalla durata della guerra e dalle possibili modifiche delle politiche fiscali e monetarie. Tuttavia, si ritiene sarà molto difficile sostenere la forte espansione di marzo e, sull’economia del secondo trimestre, incombe chiaramente un maggiore rischio di stagnazione o contrazione”.


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