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03/06/2022 - StarNews – Eurozona, a maggio Pmi composito finale a 54,8 punti da 55,8 di aprile. Pmi del terziario a 56,1 da 57,7 del mese precedente

Nell’eurozona, il Pmi S&P Global composito finale, sintesi di manifatturiero e servizi, a maggio si indebolisce a 54,8 punti (minimo in 4 mesi) come nella stima flash, da 55,8 di aprile.

L’indice dell’attività terziaria, infatti, è scivolato a 56,1 dai 57,7 di aprile. Malgrado la decelerazione, i servizi hanno comunque confermato un forte tasso di incremento, il secondo più ampio da settembre.

Tra i Paesi dell’eurozona monitorati dell’eurozona, l’Irlanda ha riportato a maggio la crescita economica più veloce (57,5) ma con un’espansione scesa ai minimi in quattro mesi. Rallentamenti più o meno ampi, peraltro, si sono rilevati ovunque, eccetto in Spagna, dove il tasso di crescita è rimasto invariato rispetto ad aprile (a 55,7). In Italia è sceso a 52,4 (minimo in 2 mesi), in Francia a 57,0 (minimo in 2 mesi) e in Germania a 53,7 (minimo in 5 mesi).

“La forte richiesta di servizi di maggio ha contribuito a sostenere un robusto tasso di crescita economica – spiega Williamson, capo economista di S&P Global –, suggerendo una tenuta della crescita nell’eurozona a un tasso equivalente a poco più dello 0,5% del Pil. Nei prossimi mesi, tuttavia, i rischi appaiono tendenti al ribasso. Il settore manifatturiero resta ostacolato in modo preoccupante dalla carenza di approvvigionamento e aziende e famiglie sono assediate dall’impennata dei costi”.

“Ci sono anche segnali – prosegue l’economista – che lo slancio dell’economia dovuto alla domanda di servizi precedentemente repressa grazie all’attenuamento delle restrizioni pandemiche stia cominciando a ridursi. Non è una sorpresa, dunque, che la fiducia tenda al ribasso, indicando il valore peggiore dall’inizio delle restrizioni pandemiche. Le aziende, infatti, hanno ridotto le aspettative di crescita per il prossimo anno. Il destino a breve termine dell’economia dell’eurozona, dunque, dipenderà da quanto l’indebolito slancio della domanda repressa possa controbilanciare i freni dell’incertezza geopolitica causati dalla guerra in Ucraina, dalle difficoltà della catena distributiva e dal crescente costo della vita, quest’ultimo forse esasperato dall’irrigidimento delle condizioni monetarie”.

“I prossimi mesi – ha concluso Williamson –, si prospettano chiaramente ardui per l’eurozona e, nonostante l’incoraggiante espansione del settore terziario, una contrazione economica non si può escludere”.


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