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28/09/2016 - StarNews – Draghi al Bundestag: “Le nostre misure funzionano. Col Qe Germania risparmia sul debito pubblico 28 miliardi di euro. Banche in difficoltà non per tassi bassi"

Le nostre misure stanno funzionando, contribuiscono a mantenere in carreggiata la ripresa, che così crea lavoro e assicura un recupero. E aiuta anche i rendimenti di risparmiatori e pensionati in tutta l'area euro. Dal Qe risparmi sul debito pubblico da 28 miliardi per la Germania”.

Così Mario Draghi, presidente della BCE, davanti ai parlamentari tedeschi (alla Commissione affari europei), che negli ultimi mesi non gli hanno risparmiato critiche, sostenendo che il cocktail quantitative easing-tassi negativi non funzionerebbe e anzi starebbe danneggiando seriamente i risparmiatori e i pensionati tedeschi.

“I tassi oggi devono essere bassi – risponde invece Draghi - per consentire un ritorno a tassi più alti in futuro. Ma per ottenere tutti i benefici delle misure di politica monetaria, altre politiche dovrebbero contribuire in maniera più decisa sia a livello nazionale che europeo”.

Draghi non nega che i tassi bassi erodano i rendimenti dei risparmi, ma al contempo, rileva come diminuiscano “i costi delle rate dei mutui, anche a beneficio delle famiglie tedesche” e si riducano “i costi di rifinanziamento del debito pubblico".

Draghi, pertanto, rivendica il ruolo della Bce nel contrastare il rischio di una nuova “Grande Depressione” e ha confermato le attuali politiche finché sarà necessario e l'obiettivo non sarà raggiunto. La Germania, che secondo i suoi critici è “vittima” della politica della Bce, in realtà, secondo il numero uno dell’Eurotower, ha tratto importanti benefici, “attraverso i nostri sforzi per riportare l'inflazione verso il 2% -  dice Draghi - abbiamo contribuito a una crescita più alta e alla creazione di più posti di lavoro. In Germania, le esportazioni stanno beneficiando della ripresa nell'area dell'euro, la disoccupazione è al livello più basso dalla riunificazione, i salari sono aumentati notevolmente e il venture capitale si sta riversando sulla Silicon Alley di Berlino”.

“I tassi d'interesse reali, cioè al netto dell'inflazione – ha precisato Draghi - sono stati negativi anche in passato, come mostra uno studio della Bundesbank, e la minor spesa per interessi delle famiglie tedesche è superiore ai minori introiti nel periodo fra il 2008 e il 2015. Ma l'effetto sui cittadini si estende ad altre aree: come contribuenti, per esempio, essi beneficiano dal fatto che il Governo ha risparmiato grazie ai minori interessi sul debito pubblico 28 miliardi di euro nel solo 2015”.

Mentre i problemi delle banche, secondo il governatore, non sono ascrivibili, come sostengono i suoi critici tedeschi, alla politica dei tassi bassi dell'istituto di Francoforte, bensì ad altre cause, come deficienze del modello di business e della gestione del rischio. “Se una banca presenta rischi per il sistema dell'area euro, non dipende dai tassi bassi”, ha detto, senza fare però riferimenti diretti, ad esempio al caso Deutsche Bank.

“Se da un lato subiscono una compressione del margine d'interesse – ha chiarito - dall'altro si avvantaggiano di minori costi di raccolta, dell'aumento del volume del credito e della minor rischiosità del portafoglio prestiti”.

Sempre in giornata, alla prima conferenza annuale della BCE sulla ricerca, Draghi è tornato a parlare di riforme strutturali. “Per far risalire in sicurezza i tassi dal loro limite minimo – ha dichiarato - servono riforme strutturali, utili a far crescere il potenziale di crescita dell'area euro e a sostenere i tassi sul lungo termine”. Ha riconosciuto come siano “politicamente difficili da portare avanti” e come sia “necessario studiare accuratamente quali siano le più necessarie e in quale sequenza vadano adottate, in modo da assicurare risultati il più velocemente possibile”.

“Allo stesso modo – ha concluso - abbiamo bisogno di linee guida più certe su quella che è l'ottimale composizione delle politiche di bilancio volta a promuovere la crescita”. 


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