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18/11/2016 - StarNews – BCE, Draghi: "Molti segnali incoraggianti nell'eurozona, ma la ripresa dipende ancora dal sostegno monetario”.

"Molti segnali incoraggianti nell'eurozona ma la ripresa dipende ancora dal sostegno monetario”. Così Mario Draghi, presidente della BCE, a Francoforte davanti al Congresso bancario europeo.

"La ripresa – spiega il numero uno dell’Eurotower – è ancora legata a una costellazione di condizioni di finanziamento, a loro volta supportate dal costante sostegno monetario. La BCE continuerà ad agire, come garantito, utilizzando tutti gli strumenti disponibili nel suo mandato per garantire una convergenza dell'inflazione verso un livello prossimo al 2% nel medio termine. E dovrà essere durevole anche con una riduzione dello stimolo monetario. Per ora la risalita dell’inflazione (ancora allo 0,5%), dovuta più che altro a fattori statistici, dipende dalla continuazione dello stimolo monetario”.

Non fa riferimento esplicito, come altri governatori nei giorni scorsi, all’incertezza politica alimentata dalla Brexit, dalle Presidenziali negli Stati Uniti, e, nelle prossime settimane e mesi, dal referendum costituzionale in Italia e dalle elezioni politiche in Francia e Germania.

"Operiamo ancora in un significativo grado di incertezza – si limita a dire Draghi - La ripresa dipende non solo dall'attuale orientamento di politica monetaria, ma anche da altre politiche, come ho già rilevato in altre occasioni. Il ripristino di un senso di direzione e di fiducia sarebbe la strada più semplice e il modo più forte per fornire stimolo economico. Dall'inizio della crisi finanziaria globale, il 2016 è stato il primo anno in cui il Pil nella zona euro è arrivato al di sopra del suo livello pre-crisi. Ci sono voluti circa 7 anni e mezzo per arrivarci. L'economia – prosegue - ora si sta riprendendo a un ritmo moderato ma costante. L'occupazione è cresciuta di oltre quattro milioni di unità dal 2013 e la ripresa è diventata più generalizzata, con meno differenze di performance economica tra tutti i Paesi".

Sul fronte bancario, Draghi ha rilevato "sviluppi molto incoraggianti e la guarigione del settore bancario dell'area, che ha permesso la crescita del credito, condizione necessaria per un pieno ritorno alla stabilità macroeconomica". "Se c'è una lezione che possiamo trarre dall'ultimo decennio - sottolinea - è che per essere veramente robusto, il settore bancario deve essere ben regolamentato".

Draghi ha ricordato anche il problema dei crediti deteriorati delle banche, che restano alti in alcuni Paesi. Ma ha notato che sono coperti da accantonamenti per quasi il 50% e da garanzie per buon parte della quota restante.

Draghi, infine, ha prospettato nella prossima riunione dell’8 dicembre, una discussione del consiglio su una possibile estensione del programma di acquisto di titoli oltre la scadenza prevista del marzo 2017. 

Per il governatore, ci sono tutti i presupposti per essere più fiduciosi nella forza della ripresa di quanto lo fossimo un anno fa, “ma non possiamo essere ottimisti sulle prospettive economiche - conclude - Oltre ai rischi geopolitici che restano prevalenti, infatti, ci sono tre fattori che impongono cautela: la redditività delle banche dell'area, la relativa debolezza delle dinamiche inflazionistiche e la dipendenza della ripresa in materia di politica monetaria accomodante".


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