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19/01/2017 - StarNews – BCE lascia il tassi invariati. Draghi: "Crescita più robusta nel IV trimestre 2016. Ma rischi orientati ancora al ribasso per fattori globali"

La BCE, come previsto dal mercato, ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali allo 0,00%, sulle operazioni di rifinanziamento marginale allo 0,25% e sui depositi in banca centrale allo 0,40%.

L’istituto, inoltre, ha prospettato resteranno su un livello pari o inferiore a quello attuale per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività.

Quanto alle misure non convenzionali di politica monetaria, l’Eurotower ha confermato gli acquisti mensili di attività per 80 miliardi di euro sino alla fine di marzo 2017, mentre da aprile intende proseguire con gli acquisti netti a un ritmo mensile di 60 miliardi di euro fino a fine dicembre 2017 e, se necessario, anche oltre, finché non riscontrerà un aggiustamento durevole dell’evoluzione dei prezzi coerente con il proprio obiettivo di inflazione.

L’istituto di Francoforte riferisce anche che sarà reinvestito il capitale rimborsato sui titoli giunti a scadenza acquistati nel quadro del Qe.

Se le prospettive diverranno meno favorevoli o se le condizioni finanziarie impediranno un aggiustamento durevole del profilo dell’inflazione, peraltro, il direttivo della BCE si è detto pronto a incrementare il programma in termini di entità e/o durata.

Il presidente della BCE, Mario Draghi, nella consueta conferenza stampa a margine della riunione del comitato esecutivo, ha rilevato nell'eurozona una "crescita più robusta nel quarto trimestre del 2016”. Per Draghi, l'espansione continuerà grazie alla politica monetaria accomodante che "sta sostenendo la domanda interna e il corrente processo di disindebitamento". Tuttavia, i rischi per l’economia dell’area "restano orientati al ribasso", soprattutto "per fattori di ordine globale".

Inoltre, ha ripetuto Draghi, la ripresa è frenata dal "lento ritmo di applicazione delle riforme strutturali e dagli aggiustamenti di bilancio”, necessari in tutti i Paesi.

Il recente aumento dell'inflazione nell'eurozona, ha osservato il capo della BCE, è legato in larga parte al rincaro dei prezzi dell'energia, mentre le pressioni sui prezzi restano basse. “Se lo scenario dovesse diventare meno favorevole o se le condizioni finanziarie non dovessero essere più coerenti con il target di inflazione (il più possibile vicino al 2%, ndr), pertanto – conferma Draghi - il consiglio direttivo dell’istituto è pronto a incrementare il programma di acquisti, in termini di entità e durata".

“Non abbiamo discusso il tapering né in questa né nella passata riunione - ha assicurato Draghi - È ovvio che un giorno arriverà il momento di farlo e ne discuteremo approfonditamente, ma ora non ci siamo".


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