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02/02/2017 - StarNews – Bollettino BCE allontana ipotesi di una stretta dopo la risalita dell'inflazione nell'eurozona a +1,8%

“I tassi d'interesse nell'Eurozona resteranno ai livelli attuali, o inferiori, per un prolungato periodo di tempo e il quantitative easing continuerà sino alla fine di dicembre 2017 o anche oltre se necessario”. Se, infatti, “le prospettive diverranno meno favorevoli o le condizioni finanziarie risulteranno incoerenti con ulteriori progressi verso un aggiustamento durevole del profilo dell’inflazione, la BCE è pronta a incrementare il programma di acquisto di attività in termini di entità e/o durata". È quanto scrive la BCE nell’ultimo Bollettino economico, allontanando l’ipotesi di una stretta dopo la risalita dell'inflazione nell'eurozona a +1,8%.

Le recenti pressioni inflazionistiche, secondo l’istituto centrale,  sono ascrivibili “in larga misura ad effetti base dei prezzi dell'energia, ma le pressioni sull'inflazione di fondo restano contenute". Secondo la Bce, inoltre, il livello dei prezzi al netto di alimentari ed energia a dicembre si è attestato a +0,9%, un incremento che non mostra "segnali convincenti di una tendenza al rialzo".

L’espansione economica prosegue e si rafforza nell’area. Ma l'Eurotower auspica "un ulteriore consolidamento della crescita". La ripresa è trainata soprattutto dalla domanda interna: “La trasmissione delle misure di politica monetaria della BCE sostiene la domanda interna e facilita il processo di riduzione della leva finanziaria in atto”, si legge nel documento.

“Le condizioni finanziarie molto favorevoli e il miglioramento della redditività delle imprese continuano a promuovere la ripresa degli investimenti - aggiunge la BCE - Inoltre, i durevoli incrementi dell’occupazione, che beneficiano anche delle passate riforme strutturali, forniscono sostegno ai consumi privati attraverso l’aumento del reddito disponibile reale delle famiglie”.

Tuttavia, avverte la BCE, la crescita economica dell’area dell’euro sarebbe frenata dalla lenta attuazione delle riforme strutturali e dagli ulteriori aggiustamenti dei bilanci in diversi settori. I rischi, prosegue l’istituto di Francoforte, "restano orientati al ribasso, soprattutto per le prospettive degli investimenti delle aziende penalizzate dai fattori geopolitici, tra cui le incertezze legate all'uscita del Regno Unito dall'Ue e le politiche commerciali degli Usa".

"L'Europa, e ancor più l'Eurozona, si trova dinanzi al momento della decisione", ha detto Mario Draghi, presidente della BCE, intervenendo a Lubiana, in Slovenia. "Una politica commerciale decisa in comune dà all'Europa una reale influenza nei negoziati globali, sia negli accordi che possono ottenersi bilateralmente che nello stabilire regole multilaterali nell'Organizzazione mondiale del commercio", dice il governare rispondendo idealmente alla nuova amministrazione Usa, che mette in dubbio il multilateralismo, critica la politica commerciale tedesca e sostiene di puntare al ritorno ad accordi bilaterali con i singoli Paesi europei.


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