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12/04/2018 - StarNews – Verbali BCE: “L'impatto su economia globale ed eurozona dipenderà dalla portata delle tariffe Usa e delle contromisure cinesi”

Malgrado le nuove tensioni geopolitiche e commerciali globali e la crescente volatilità sul mercato, le valutazioni generali sugli asset della BCE, nelle minutes pubblicate oggi della riunione dello scorso 8 marzo, sono rimaste ottimiste sulle prospettive di crescita globale.

Nell’ultimo meeting, la BCE ha deciso di mantenere invariati sia i tassi di interesse che il ritmo mensile del Quantitative easing. Nell’occasione, il presidente Mario Draghi e i membri del direttivo hanno scelto, in linea con la riunione di gennaio, di rivedere anche al ribasso le stime sull'inflazione e al rialzo quelle sulla crescita dell'eurozona.

Riguardo all'inflazione, le minutes hanno ribadito la necessità di procedere con un certo grado di politica monetaria accomodante. C'è dunque ancora ottimismo e fiducia sul raggiungimento del target del 2%, per quanto l'inflazione proceda ancora molto gradualmente.

Preoccupazioni nei verbali BCE desta anche la minaccia di una guerra commerciale globale. Gli investitori si sono a lungo interrogati sulle possibili ripercussioni di un tale conflitto sulla exit strategy dell’istituto centrale europeo che, finora, aveva sempre “minimizzato” il rischio. Nell’ultimo documento, invece, Francoforte ha paventato un impatto negativo sulle attività dei Paesi coinvolti e sulla fiducia di investitori e consumatori: “L'impatto sull'economia globale e sull'eurozona dipenderà in ultima analisi dalla portata delle tariffe degli Stati Uniti, nonché dalla portata di eventuali contromisure”. L'impatto per ora "non è forte - ha detto il presidente della BCE, Mario Draghi - ma uno scontro potrebbe colpire la fiducia degli investitori e innescare ritorsioni”.

Altri rischi al ribasso, segnalati nei verbali, sono le incertezze geopolitiche e quelle riguardanti l'outlook politico in alcune grandi economie, tra cui il rischio di un'escalation protezionistica e l'incertezza derivante dalla Brexit.

Nelle minute l’attenzione si è incentrata anche sul recente apprezzamento dell'euro, determinato in parte anche dai timori di un crescente protezionismo mondiale, che per ora però non ha messo in discussione la domanda, ma restano “una significativa fonte di incertezza e un rischio da monitorare necessariamente.”

 

I verbali, infine, avvertono il mercato: l'eliminazione dell'easing bias dalla terminologia della banca non andrebbe inteso come un vero e proprio cambio di direzione, come spiegato in conferenza stampa di Mario Draghi lo scorso 8 marzo.


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