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28/04/2016 - StarNews – Usa, come previsto la Fed lascia i tassi invariati tra lo 0,25-0,50%. Costo del denaro fermo anche in Giappone e Nuova Zelanda

Negli Usa, come previsto dal mercato, la Federal Reserve ad aprile lascia i tassi di interesse di riferimento invariati nel range dello 0,25-0,50%, ossia al livello raggiunto con il rialzo di dicembre, il primo da quasi un decennio. La decisione è stata presa nella riunione di politica monetaria con voto unanime, se si esclude il governatore della Fed di Kansas City, Esther George, che ha votato per un incremento di un quarto di punto.  

Dal comunicato del Fomc trapelano segnali di ottimismo sulle prospettive dell'economia Usa: il mercato del lavoro è ulteriormente migliorato nonostante il recente rallentamento della crescita e resta una forte attenzione sull'inflazione.

Secondo l’istituto di Washington, permangono elementi sfavorevoli nell'economia globale ma rispetto al comunicato del precedente meeting il Comitato non fa riferimenti specifici ai rischi portati da tali elementi.

La Fed riconosce un rallentamento nella crescita della spesa delle famiglie ma evidenzia anche l’incremento dei redditi reali a un ritmo "solido" e i livelli elevati su cui si mantiene la fiducia dei consumatori.

Le aspettative non escludono, peraltro, un rialzo nel prossimo meeting della Fed, in calendario a giugno, e un altro entro la fine dell'anno, probabilmente nel quarto trimestre. Secondo gli stessi membri del Fomc, potranno esserci due rialzi graduali dei tassi nel 2016 rispetto ai quattro previsti a ottobre scorso.

Nella notte e durante la giornata anche le banche centrali di Giappone e Nuova Zelanda hanno deciso di lasciare invariata la politica monetaria.

In Giappone, la BOJ ha deciso di mantenere il tasso sullo stesso livello di -0,10%. Il mercato ha reagito bruscamente, facendo apprezzare bruscamente lo Yen, deluso per l’intervento poco deciso dell’istituto, per quanto i suoi portavoce non abbiano escluso, in caso di necessità, interventi di politica monetaria su tutte e 3 le variabili fondamentali, quantità, qualità e tasso d’interesse.

La RBNZ ha lasciato invariato il tasso al livello 2,25%, contro ogni aspettativa. I portavoce della banca centrale neozelandese, peraltro, propsettano un probabile intervento a giugno per portare l’inflazione verso il range desiderato dall’istituto. L’intervento sui tassi tassi nel breve termine è accreditato, secondo la RBNZ, anche dalle prospettive di crescita deteriorate, soprattutto in Cina e nei mercati finanziari globali, da un’inflazione ancora troppo bassa, limitata in particolar modo dai bassi prezzi del petrolio e dalle altre commodities da importare, e dal tasso di cambio, sempre troppo alto, considerando i bassi prezzi di esportazione del Paese.


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