Economic news

03/02/2021 - StarNews – Eurozona, a gennaio Pmi composito finale a 47,8 punti da 49,1 di dicembre. Pmi del terziario a 45,4 da 45,0 del mese precedente

Nell’eurozona il Pmi composito finale, sintesi di manifatturiero e servizi, a gennaio è sceso a 47,8 punti da 47,5 della stima flash e da 49,1 di dicembre.

Il dato, diffuso da Markit, zavorrato dalle restrizioni sulle attività adottate per contenere il contagio da covid-19 su scala globale, segna così la terza contrazione mensile consecutiva e accelerata della produzione, per quanto leggermente meno ampia delle attese degli analisti di Star am (47,5 punti), stimate nel Market movers settimanale.

Ancora una volta, il freno principale dell’economia è stato il terziario, in calo da cinque mesi di fila e a un tasso più sostenuto di dicembre. Il manifatturiero è rimasto in territorio positivo, con la settima espansione mensile consecutiva della produzione, ma anche la più lenta della sequenza di crescita. Tra i principali Paesi dell’eurozona, solo la Germania ha rilevato un aumento della produzione nel settore privato, che però si è indebolito fino a registrare il valore più basso in sette mesi. Tutte le altre economie dell’area hanno mostrato una contrazione dell’attività. Francia a 47,7 punti, minimo in 2 mesi, Italia a 47,2, massimo in 3 mesi, Spagna (gravata anche dal maltempo) a 43,2, minimo in 2 mesi. In Irlanda, a inizio anno, l’utilizzo delle giacenze accumulate a dicembre dalle aziende manifatturiere a causa della Brexit e il doppio effetto delle restrizioni e dei nuovi accordi commerciali inglesi sul settore dei servizi hanno inasprito la contrazione dell’attività (a 40,3, minimo in 8 mesi).

“Come previsto, l’economia dell’eurozona ha subìto un difficile inizio anno - commenta Chris Williamson, capo economista di Markit -. Gli sforzi fatti per contenere la diffusione del covid-19 hanno continuato a colpire l’attività economica, soprattutto nel terziario. La crescita del manifatturiero ha di nuovo compensato parte della debolezza del terziario, anche se la produzione di beni ha registrato un rallentamento, a causa della diminuzione della domanda e dei ritardi delle forniture, spesso legati alla pandemia. Si profila, dunque, una contrazione del Pil nel primo trimestre, anche se, con l’attuale andamento, il tasso si prospetta modesto rispetto ai crolli cui abbiamo assistito nella prima metà del 2020”.

“Detto ciò – aggiunge Williamson –, con le misure di contenimento che probabilmente limiteranno l’economia dell’eurozona nei prossimi mesi e, forse, fino al secondo trimestre, vista la lentezza del processo di vaccinazione, l’attenzione si concentrerà sulla necessità di politiche fiscali e monetarie di sostegno, soprattutto per prevenire nuovi tagli occupazionali nei settori più colpiti, come accoglienza, viaggi e turismo e vendita al dettaglio. Molte aziende, con l’aumento dei costi, hanno subito un altro duro colpo, con prezzi di acquisto saliti al record in due anni e il conseguente restringimento dei margini. In molti casi, tuttavia, ciò rispecchia la mancanza di capacità produttiva a breve termine e il ritardo dei trasporti, fattori che nei prossimi mesi dovrebbero attenuarsi, contribuendo così ad alleviare le pressioni sui costi”.


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