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19/02/2021 - StarNews – Zona euro, nella stima flash di febbraio, Pmi composito a 48,1 punti da 47,8 di gennaio. Nel dettaglio, manifatturiero a 57,7 da 54,8 e servizi a 44,7 da 45,4

Nella zona euro, il Pmi composito, sintesi dei settori manifatturiero e servizi, nella stima flash di febbraio si attesta a 48,1 punti (massimo da 2 mesi) da 47,8 di gennaio. Il dato, elaborato da Markit sulla base di circa l’85% del totale delle risposte del sondaggio, marca un miglioramento ma resta sotto la soglia dei 50 punti e delude le attese degli analisti di Star am, contenute nel Market movers settimanale (49,7 punti).

Nel dettaglio, l’indice del manifatturiero sale a 57,7 punti (massimo da 36 mesi) da 54,8 di gennaio. Quello dei servizi, invece, delude ancora e scivola a 44,7 punti (minimo da 3 mesi) da 45,4 di gennaio.

La produzione del settore, peraltro, si rafforza a 57,5 punti (massimo da 4 mesi) da 54,6 del mese precedente.

L’attività economica dell’eurozona, dunque, ha indicato la seconda decelerazione di fila del tasso di contrazione, determinata dalle misure adottate per contenere la diffusione del covid-19, che continuano a ostacolare l’attività economica dell’area e, in primis, del terziario.

D’altra parte, negli ultimi quattro mesi il Pmi ha mantenuto valori maggiori rispetto alla scorsa primavera, durante i primi mesi di pandemia.

In Germania, il vigore del manifatturiero (a 60,6 da 57,1) ha sostenuto l’attività economica generale. Tuttavia, zavorrato dal terziario, l’indice tedesco composito si è posizionato a 51,3, solo in marginale crescita da 50,8 di gennaio. Scivola a 45,2 da 47,7, invece, il composito francese, la peggiore contrazione da novembre, causata dall’accelerazione del declino del terziario. L’attività economica complessiva è diminuita anche nel resto dell’eurozona, sebbene a tassi ridotti.

“Le misure restrittive in atto - commenta il capo economista di Ihs Markit, Chris Williamson – hanno inferto a febbraio un’ulteriore colpo al settore dei servizi dell’eurozona, aumentando la possibilità di un nuovo crollo del Pil nel primo trimestre. Detto ciò, l’impatto è stato alleviato dalla forte crescita manifatturiera, con una contrazione economica di gran lunga più leggera di quella riportata nella prima metà dell’anno scorso. Grazie a un’altra impressionante prestazione del manifatturiero tedesco e ai segnali di rafforzamento della produzione nel resto della regione, la crescita industriale è stata la maggiore osservata negli ultimi tre anni”.

“Al contempo – aggiunge l’economista –, gli sviluppi sul vaccino hanno favorito la crescita dell’ottimismo. Le aziende dell’eurozona, infatti, sono diventate più fiduciose sulle prospettive di ripresa. Supponendo che la distribuzione del vaccino possa sollecitare un incremento del settore dei servizi, unito a una crescita costante del manifatturiero, durante la seconda metà dell’anno dovremmo osservare una forte e diffusa ripresa".

“Continua a destare preoccupazione – conclude l’economista – l’intensificarsi della carenza di fornitura, che ha fatto innalzare il prezzo delle materie prime. I tempi medi di consegna dei fornitori si sono allungati a livelli quasi record, causando il maggiore rialzo in quasi dieci anni dell’inflazione dei costi di acquisto. Allo stato attuale, la domanda debole, in particolare quella per i servizi, sta limitando la pressione sui prezzi. Ma l’inflazione tornerà verosimilmente a salire nei prossimi mesi”.


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