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03/03/2021 - StarNews – Usa, Ism non manifatturiero a febbraio a 55,3 punti da 58,7 di gennaio. Pmi composito definitivo di Markit a 59,5 da 58,7 con sottoindice dei servizi a 59,8 da 58,3
Negli Usa, l’Ism non manifatturiero a febbraio scende a 55,3 punti da 58,7 di gennaio.
Il dato, elaborato dall'Institute for Supply Management, resta saldamente in territorio di espansione, sopra la soglia dei 50 punti, ma decelera rispetto al mese precedente. È inferiore anche alle stime degli analisti di Star am, che nel Market movers settimanale avevano previsto una flessione più contenuta, a 56,8 punti.
Fra le varie componenti dell'indice, l'attività aziendale è scesa a 55,5 punti da 59,9 del mese precedente e gli ordini a 51,9 da 61,8. L'occupazione è calata a 55,5 da 59,9 mentre i prezzi sono saliti a 71,8 da 64,2.
Il Pmi composito (sintesi di manifatturiero e servizi) curato da Markit, invece, nel dato definitivo di febbraio si è consolidato a 59,5 punti da 58,8 della prima lettura e da 58,7 di gennaio. L’indice Pmi dei servizi, infatti, si è attestato a 59,8 da 58,9 della stima flash e da 58,3 di gennaio.
"L'attività imprenditoriale negli Stati Uniti sta crescendo al ritmo più veloce da 6 anni e mezzo - commenta Chris Williamson, capo economista di Markit –, preparando l'economia a una forte inizio 2021. Anche se i settori rivolti ai consumatori, in particolare ospitalità, viaggi e turismo restano depressi a causa delle restrizioni anticovid (e lo resteranno ancora per un po'), altre parti dell'economia stanno tornando a marciare. Servizi finanziari e alle imprese stanno andando bene e accompagnano una forte ripresa manifatturiera".
“Tuttavia – aggiunge Williamson –, una vasta gamma di costi sta aumentando e creano pressioni ulteriori sulle aziende. Molti materiali si sono nettamente rincarati, più alti anche i costi dei trasporti e le pressioni salariali sono in aumento in quanto le aziende si contendono il personale più adeguato, determinando il più grande incremento mensile dei costi del settore dei servizi, da quando sono disponibili i dati dell'indagine (dal 2009)”.
“Alcuni di questi costi più elevati – conclude l'economista - si dimostreranno inevitabilmente transitori mentre le interruzioni dell'approvvigionamento legate alla pandemia iniziano ad allentarsi, ma non è chiaro per quanto tempo dureranno le pressioni sui prezzi, ascrivibili alle incertezze indotte dal distanziamento sociale e alla forza della domanda".