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03/05/2021 - StarNews – Usa, Ism manifatturiero di aprile a 60,7 punti da 64,7 di marzo. Pmi manifatturiero di Markit definitivo a 60,5 da 59,1 del mese precedente

Negli Usa, l’Ism manifatturiero di aprile sale a 60,7 punti da 64,7 di marzo e dai 64,9 stimati dagli analisti di Star am nel Market movers settimanale. 

Il dato, elaborato dall'Institute for Supply Management, segna dunque una decelerazione, pur restando ancora saldamente sopra la soglia dei 50 punti, oltre la quale segnala un’espansione dell’attività.

 Fra le varie componenti dell'indice, quella sui nuovi ordini sale a 64,3 punti da 68,0, mentre quella sull'occupazione a 55,1 da 59,6 e la componente dei prezzi a 89,6 da 85,6.

 Il Pmi manifatturiero curato da Markit, invece, nel dato definitivo di aprile si attesta a 60,5 punti da 60,6 della prima lettura e 59,1 di marzo. Il tasso di crescita è il maggiore dall'inizio della raccolta dei dati (maggio 2007). La crescita complessiva è stata supportata dalle espansioni più rapide in produzione e nuovi ordini, con quest'ultimo dato in aumento al ritmo più veloce da aprile 2010.

L'indice principale è stato anche gonfiato da un numero senza precedenti di ritardi nella consegna dei fornitori (normalmente un segno di miglioramento in condizioni operative). La carenza di materie prime ha portato anche all’aumento più consistente dei costi da luglio 2008, con le aziende che cercano di compensare questi maggiori costi con aumenti marcati di produzione.

Nel frattempo, la fiducia delle imprese si è attenuata, per le preoccupazioni sulle interruzioni della catena di fornitura e sulle tensioni sulle prospettive della capacità produttiva.

"I produttori statunitensi ad aprile hanno riportato il più grande boom da almeno 14 anni - ha commentato Chris Williamson, capo economista di Ihs Markit -. La domanda è aumentata a un ritmo mai visto in 11 anni, tra crescenti speranze di ripresa e nuove misure di stimolo”.

“Tuttavia – ha aggiunto Williamson –, i ritardi della catena di fornitura sono peggiorati, raggiungendo il dato più alto mai registrato dall'indagine. E ciò sta soffocando la produzione di molte aziende. Le più colpite sono state quelle che si rivolgono direttamente ai consumatori, in quanto la mancanza di input ha fatto scendere la produzione al di sotto della crescita del portafoglio ordini in misura record negli ultimi due mesi, in una fase cui la spesa delle famiglie è aumentata”.

"I fornitori – ha proseguito l’economista - sono stati in grado di imporre prezzi più elevati grazie alla forza della domanda di input, spingendo i costi dei materiali al livello più elevato dal 2008. I tentativi di espandere la capacità tramite l'assunzione di personale aggiuntivo ha garantito maggiore slancio, ma in alcuni casi la carenza di personale ha costituito un ulteriore vincolo alla produzione”.

“D’altra parte – conclude -, col traino della fiducia, a uno dei livelli più alti visti negli ultimi sette anni, e della diffusione dei vaccini, ulteriori investimenti in capacità di produzione dovrebbero essere avviati nei prossimi mesi, contribuendo ad alleviare alcune pressioni sui prezzi”.


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