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21/05/2021 - StarNews – Zona euro, nella stima flash di maggio, Pmi composito a 56,9 punti da 53,8 di aprile. Nel dettaglio, manifatturiero a 62,8 da 62,9 e servizi a 55,1 da 50,5

Nella zona euro, il Pmi composito, sintesi dei settori manifatturiero e servizi, nella stima flash di maggio si attesta a 56,9 punti (valore più alto da 39 mesi) da 53,2 di aprile. Il dato, elaborato da Markit sulla base di circa l’85% del totale delle risposte del sondaggio, marca un miglioramento e si consolida sopra la soglia dei 50 punti, in linea con le attese degli analisti di Star am, contenute nel Market movers settimanale.

Nel dettaglio, l’indice del manifatturiero scende a 62,8 punti (minimo da due mesi) da 62,9 di aprile. Quello dei servizi, invece, si consolida in terreno positivo a 55,1 punti (massimo da 35 mesi) da 50,5 di aprile.

La produzione manfatturiera, peraltro, si indebolisce a 61,9 punti (63,2 ad aprile), minimo da tre mesi.

A maggio, dunque, con la riapertura progressiva dei mercati dalle restrizioni pandemiche, l’attività economica dell’eurozona ha registrato a maggio una crescita molto più rapida. Allo stesso tempo, la crescita dei nuovi ordini ha registrato la più forte impennata da giugno 2006, superando persino l’espansione della produzione con il maggior divario tra i due parametri in 23 anni di storia dell’indagine. L’accumulo di commesse non completate è di conseguenza aumentato ad un livello mai superato da novembre 2002, quando è iniziata la serie. Ciò evidenzia il deficit crescente dell’attuale produzione rispetto alla domanda.

“La domanda per beni e servizi all’interno della regione - commenta il capo economista di Ihs Markit, Chris Williamson – è cresciuta al tasso più alto in 15 anni. A maggio, le misure di contenimento del virus sono diminuite al livello più basso dallo scorso ottobre, facilitando il miglioramento particolarmente elevato dell’attività del settore dei servizi, a sua volta accompagnato dell’ennesima espansione quasi record di quello manifatturiero”. Questo squilibrio tra offerta e domanda ha aggiunto ulteriori pressioni sui prezzi. La durata di queste”.

“La crescita – aggiunge l’economista – sarebbe stata ancora più forte se non fosse stato per i ritardi record nella catena di distribuzione e per le difficoltà nel riattivare velocemente l’attività delle aziende al fine di soddisfare la domanda, specialmente nel riavvio delle assunzioni. La carenza produttiva relativa alla domanda sta toccando valori record in 23 anni di storia dell’indagine ".

“Questo squilibrio tra offerta e domanda – conclude Williamson – ha aggiunto ulteriori pressioni sui prezzi. La durata di queste pressioni inflazionistiche dipenderà da quanto rapidamente l’offerta si allineerà alla domanda. Al momento però il divario sta peggiorando, causando la più forte pressione dei prezzi sui beni mai registrata dall’indagine e l’aumento delle tariffe per i servizi”.


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