Economic news

01/06/2021 - StarNews – Zona euro, Pmi manifatturiero finale di maggio a 63,1 punti da 62,9 di aprile

Nella zona euro, il Pmi manifatturiero (destagionalizzato) finale di maggio si attesta a 63,1 punti da 62,8 della stima preliminare, 62,9 di aprile e 62,3 della stima degli analisti di Star am, contenuta nel Market movers settimanale.

L’economia manifatturiera dell’eurozona ha registrato nel mese un nuovo miglioramento record delle condizioni operative, a un tasso che ha superato il record di aprile. L’indice, infatti, si è attestato al livello maggiore mai registrato sinora (i dati dell’indagine sono disponibili da giugno del 1997), attestandosi anche per l’undicesimo mese consecutivo sopra la soglia di non cambiamento dei 50 punti.

Ancora una volta la crescita ha interessato tutti e tre i sottosettori. I produttori di beni di investimento hanno di nuovo riportato la prestazione migliore, sia per la produzione che per i nuovi ordini. Le altre due categorie, quelle dei beni intermedi e di consumo, hanno registrato un’accelerazione nei rispettivi Pmi di maggio quasi da record.

A livello nazionale, il Pmi ha registrato un record assoluto in Paesi Bassi (69,4,) e Austria (66,4). Anche Irlanda (64,1) e Italia (62,3) hanno registrato i livelli più alti dei Pmi mai registrati sinora, mentre Grecia (58,0), Francia (59,4) e Spagna (59,4) hanno riportato record pluriennali (rispettivamente 253, 248 e 276 mesi). La Germania (64,4, minimo di 3 mesi) è stata l’unica nazione a riportare una crescita più lenta, malgrado sia comunque riuscita a registrare un tasso di espansione vicino a quello record di marzo.

"Il manifatturiero dell’eurozona continua a crescere a un tasso senza precedenti, con il Pmi che ha raggiunto un nuovo record per il terzo mese consecutivo – ha commentato Chris Williamson, capo economista di Markit – La crescita della produzione aggiunge segnali di un’economia che torna a espandersi notevolmente nel secondo trimestre. L’indagine di maggio ha però riportato ritardi record delle consegne, che hanno limitato la crescita della produzione e ostacolato la capacità delle aziende nel far fronte alla domanda in misura mai vista prima nella storia dell’indagine. Il maggiore volume di vendita, di conseguenza, sta svuotando i magazzini e facendo innalzare il livello di lavoro inevaso a livelli record”.

"Con questi indicatori anticipatori, di buon auspicio per la produzione, e con livelli occupazionali ancora in crescita nei prossimi mesi (vista la volontà delle aziende di far fronte alla crescente domanda), si potrà assistere anche a un aumento dei prezzi - ha aggiunto Williamson –. La combinazione tra forte domanda e peggioramento dell’offerta, infatti, sta facendo alzare i prezzi a livelli inediti negli ultimi 24 anni”.

“D’altra parte – ha concluso l’economista –, ci possiamo aspettare una pressione sui prezzi contenuta, in quanto l’effetto distruttivo della pandemia diminuirà ulteriormente nei prossimi mesi e la catena di distribuzione globale migliorerà. Con l’apertura di altre economie, inoltre, dovremmo assistere a un cambio di direzione della domanda dai beni verso i servizi. Ciò dovrebbe in qualche modo allentare la pressione sui prezzi contribuendo però a sostenere la forte crescita della ripresa economica”.


Invia per E-mail stampa facebook Più Share on Google+ Share on LinkedIn