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06/07/2021 - StarNews – Usa, Ism non manifatturiero a giugno a 60,1 punti da 64,0 di maggio. Pmi dei servizi definitivo di Markit, a 64,6 punti da 70,4, trascina il Composito a 63,7 da 68,7

Negli Usa, l’Ism non manifatturiero a giugno scende a 60,1 punti da 64,0 di maggio.

Il dato, elaborato dall'Institute for Supply Management, resta saldamente in territorio di espansione, sopra la soglia dei 50 punti, ma decelera rispetto al mese precedente ed è inferiore alle stime degli analisti di Star am, che nel Market movers settimanale avevano previsto un calo più contenuto, a 63,0 punti.

Fra le varie componenti dell'indice, quella sull'attività aziendale è scesa a 60,4 punti da 66,2 del mese precedente, quella sugli ordini a 62,1 da 63,9, l'occupazione a 49,3 da 55,3 e la componente sui prezzi a 79,5 da 80,6.

"L'indice composito ha indicato una crescita per il tredicesimo mese consecutivo dopo una contrazione ad aprile e maggio 2020 - ha commentato Anthony Nieves, a capo dell’Istituto -. Il tasso di espansione nel settore dei servizi rimane forte, nonostante il lieve calo del tasso di crescita rispetto al massimo storico del mese precedente. Le sfide che riguardano la carenza di materiali, l'inflazione, la logistica e le risorse per l'occupazione si confermano un freno alle condizioni di business".

L’indice Pmi dei servizi curato da Markit, invece, nel dato definitivo di giugno, si è indebolito a 64,6 punti da 64,8 della prima lettura e da 70,4 di maggio.

Il Pmi composito (sintesi di manifatturiero e servizi), di conseguenza, si è attestato a 63,7 da 63,9 della stima flash e da 68,7 di maggio.

"Anche giugno si è dimostrato un mese di crescita della produzione nei settori manifatturiero e dei servizi impressionante negli Stati Uniti - commenta Chris Williamson, capo economista di Ihs Markit –, a coronamento di  della più forte espansione trimestrale nella storia dell’indagine, ossia dal 2009”.

“Il tasso di crescita, peraltro – rileva l’economista -, si è raffreddato rispetto al record di maggio dopo aver raggiunto il picco nel secondo trimestre. Il rallentamento è un riflesso degli ammortamenti dopo le espansioni molto forti nei mesi precedenti, soprattutto nelle aziende orientate ai consumatori che erano state bloccate dalla pandemia. Tuttavia, molte aziende hanno riferito che l'attività commerciale era stata limitata dalla carenza di rifornimenti o da difficoltà a coprire i posti vacanti. Stanno aumentando, di conseguenza, gli arretrati di ordini inevasi, a un ritmo senza precedenti nella storia del sondaggio, sintomo di come la domanda stia superando a ampiamente l'offerta di beni e servizi”.

“Questi limiti di capacità – conclude - non stanno solo soffocando la crescita ma anche spingendo i prezzi nettamente più in alto. Giugno ha mostrato il secondo aumento più forte dei prezzi medi praticati per merci e servizi nei 12 anni di storia del sondaggio, anche se l’inflazione nel settore dei servizi ha rallentato rispetto a maggio".


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