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05/10/2021 - StarNews – Eurozona, a settembre Pmi composito finale a 56,2 punti da 59,0 di agosto. Pmi del terziario a 56,4 da 59,0 del mese precedente
Nell’eurozona il Pmi composito finale, sintesi di manifatturiero e servizi, a settembre resta su un livelli robusti, ma scende a 56,2 punti (tra i tassi di crescita più bassi da aprile scorso), da 56,1 della stima flash e da 59,0 di agosto (tra i valori più alti degli ultimi 15 anni).
Dal punto di vista settoriale, per la prima volta dall’inizio della pandemia, a inizio 2020, i dati hanno indicato un tasso di crescita dell’attività terziaria più rapido di quello della produzione manifatturiera, rispecchiando la suscettibilità del manifatturiero agli attuali disagi della catena di distribuzione.
L’attività dei servizi, infatti, si è attestata a 56,4 punti, mimino da aprile, da 59,0 di agosto e da 56,3 della stima flash.
Tra i Paesi monitorati dell’eurozona, è stata l’Irlanda a crescere al tasso più rapido (61,5, minimo in 5 mesi), mentre si sono avute le espansioni più deboli nelle due maggiori economie dell’eurozona, Francia (55,3, minimo in 5 mesi) e Germania (55,5, minimo in 7 mesi). La Spagna rallenta a 57,0 punti (minimo in 5 mesi), l’Italia a 56,6 (minimo in 4 mesi).
“L’attuale situazione economica dell’eurozona - commenta Chris Williamson, capo economista di Ihs Markit – è una sgradita combinazione di crescenti pressioni sui prezzi e crescita più lenta. Entrambi i fattori sono legati alla carenza di materiale, specialmente nel manifatturiero, che ha registrato un maggiore rallentamento della crescita produttiva rispetto al terziario”.
“Visto che gli scarsi rifornimenti potrebbero continuare a soggiogare il settore manifatturiero anche nel 2022 – aggiunge Williamson –, il mantenimento di una forte ripresa dell’economia farà sempre più affidamento sul terziario. Quest’ultimo, peraltro, sta registrando un raffreddamento del vigore della domanda, meno facilmente riconducibile alla carenza di beni, in parte collegato allo scoraggiamento di una clientela preoccupata dalla persistenza della pandemia e dall’innalzamento dei prezzi, ma anche dal contenimento delle spese dopo l’iniziale riapertura dell’economia”.
“Anche se al momento il tasso generale di espansione si mantiene forte rispetto ai dati storici – conclude - l’economia sta entrando nel trimestre finale dell’anno in una parabola di crescita rallentata. La riduzione del livello di ottimismo ai minimi da febbraio aggiunge ulteriori rischi al ribasso a tale prospettiva”.