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22/10/2021 - StarNews – Zona euro, nella stima flash di ottobre, Pmi composito a 54,3 punti da 56,2 di settembre. Nel dettaglio, manifatturiero a 58,5 da 58,6 e servizi a 54,3 da 56,2

Nella zona euro, il Pmi composito, sintesi dei settori manifatturiero e servizi, nella stima flash di ottobre si attesta a 54,3 punti (livello più basso da 6 mesi) da 56,2 di settembre e dai 55,7 previsti dagli analisti di Star am nel Market movers settimanale.

Il dato, elaborato da Markit sulla base di circa l’85% del totale delle risposte del sondaggio, resta saldamente sopra la soglia dei 50 punti e mostra un ulteriore indebolimento del tasso di espansione al livello più basso in 6 mesi, dopo il picco in 15 anni di luglio.

Nel dettaglio, l’indice del manifatturiero è scivolato a 58,5 punti (minimo in 8 mesi) da 58,6 e da 57,5 prospettato nel Market movers. Quello dei servizi, invece, è sceso a 54,3 punti (minimo in 6 mesi) da 56,2 del mese precedente e dai 55,5 stimati dagli analisti di Star am.

La produzione manfatturiera ha rallentato a 53,2 punti da 55,6 di settembre, minimo in 16 mesi.

Tra le strozzature sulla catena distributiva e le preoccupazioni sull’andamento del covid-19, la crescita dell’attività nell’eurozona è fortemente intralciata, soprattutto nel manifatturiero ma anche nel terziario. Al contempo, i prezzi sono volati a record storici e le aziende hanno trasferito i costi ai clienti con aumenti senza precedenti. La creazione occupazionale ha indicato per la seconda volta in 21 anni il valore più alto di accelerazione, in quanto le imprese hanno cercato di rinforzare la capacità produttiva per soddisfare la domanda.

L’espansione ha decelerato in particolare in Germania, ai ritmi più lenti da febbraio, e in Francia, al tasso più debole da aprile.

“Il forte rallentamento di ottobre - commenta il capo economista di Ihs Markit, Chris Williamson – fa sì che l’eurozona inizi il quarto trimestre con la spinta di crescita più debole da aprile scorso. Un settore manifatturiero afflitto dai ritardi sulla fornitura ha osservato un incremento esitante della produzione, al livello più basso dal primo isolamento pandemico dell’anno scorso. Allo stesso tempo, la ripresa estiva del settore dei servizi ha perso parte del vigore, proprio quando la risalita delle infezioni alimenta nuove preoccupazioni, soprattutto in Germania”.

“Tali timori – ha aggiunto Williamson - hanno ancora una volta colpito il settore a diretto contatto con i consumatori, quello del turismo e delle attività ricreative. Con la pandemia attualmente in corso, le interruzioni sulla catena di distribuzione si confermano il timore maggiore, che vincola la produzione e spinge i prezzi sempre più in alto, sia nel manifatturiero che nel terziario. I prezzi medi di vendita di beni e servizi sono aumentati a un tasso senza precedenti in oltre venti anni, il che inevitabilmente provocherà nei mesi prossimi un innalzamento dei prezzi al consumo. Mentre il tasso generale di crescita economica resta per ora sopra la media a lungo periodo, i rischi a breve termine sono orientati al ribasso, con la pandemia che continua a penalizzare le economie e a spingere i prezzi al rialzo”.

“Dopo la forte espansione del secondo e terzo trimestre – conclude Williamson –, la crescita del Pil del quarto trimestre si profila molto più debole”.


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