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25/11/2021 - StarNews – BCE, nei verbali dell'ultima riunione stop agli acquisti del Pepp forse entro marzo 2022, mentre l'inflazione richiederà più tempo del previsto prima di calare

“Gli acquisti netti nell'ambito del piano di acquisti introdotto durante la pandemia (Pepp) dovrebbero concludersi entro marzo 2022". A dirlo è la Banca centrale europea, nei verbali della riunione del Consiglio direttivo del 28 ottobre, che aveva mantenuto invariata la politica monetaria ed escluso un aumento dei tassi di interesse nel 2022, pur riconoscendo che l'inflazione richiederà più tempo del previsto prima di calare.

I dati macroeconomici disponibili nel meeting di dicembre, infatti, si legge nelle minutes, "non risolveranno tutte le incertezze relative alle prospettive di inflazione a medio termine. Si è considerato importante che il Consiglio direttivo mantenga sufficiente opzionalità per permettere future azioni di politica monetaria, anche oltre il meeting di dicembre". Tutti i membri del direttivo hanno concordato un ritmo ancora moderatamente inferiore degli acquisti netti di attività nell'ambito del Pepp nell'ultimo trimestre dell'anno rispetto ai due trimestri precedenti, a fronte di una conferma per tutte le altre misure di politica monetaria.

Nella riunione del 16 dicembre, peraltro, si prospetta una riduzione graduale degli acquisti del programma Pepp e si valuterà l’incremento di acquisti con altri programmi.

I membri del Consiglio direttivo hanno "ampiamente concordato" sull'andamento a forma di gobba previsto nelle prospettive di inflazione a breve termine e si sono detti fiduciosi della natura temporanea dell'aumento dei prezzi dell'energia e delle strozzature dell'offerta saranno temporanei, anche se nel 2022 l'inflazione dovrebbe richiedere ora più tempo del previsto prima di In quell'occasione, Francoforte aveva mantenuto invariata la politica monetaria e ha escluso un aumento dei tassi d'interesse nel 2022, pur riconoscendo che l'inflazione richiederà più tempo del previsto prima di calare.

Sebbene fosse necessario riconoscere un aumento dei rischi al rialzo per l'inflazione, si legge nei verbali, "è stato ritenuto importante per il Consiglio direttivo evitare una reazione eccessiva e un'inazione ingiustificata e mantenere un'opzionalità sufficiente nel calibrare le sue misure di politica monetaria per affrontare tutti gli scenari di inflazione che potrebbero svelare".

Nei verbali si stima nelle proiezioni dell'Eurosistema di dicembre 2021 una revisione al ribasso del Pil reale per il 2021, ossia una crescita inferiore nella seconda metà del 2021 e una maggiore nel 2022.

I membri del Consiglio direttivo hanno anche discusso del rischio che la stagflazione possa costituire per le prospettive economiche: "Si è sottolineato - si legge nelle minutes - che le prospettive attuali sono chiaramente prive dell'elemento di stagnazione della crescita. Sta diminuendo ma all'interno di una ripresa ancora forte e con robusti tassi di crescita dell'attività, ben al di sopra del livello potenziale e anche i prezzi dei mercati azionari sono stati visti come un fattore che non quadra con la stagflazione".


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