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03/12/2021 - StarNews – Eurozona, a novembre Pmi composito finale a 55,4 punti da 54,2 di ottobre. Pmi del terziario a 55,9 da 54,6 del mese precedente

Nell’eurozona, il Pmi composito finale, sintesi di manifatturiero e servizi, a novembre torna a salire, a 55,4 punti da 56,6 della stima flash, 54,6 di ottobre e dai 53,6 punti attesi nel Market movers settimanale.

Dopo il picco di luglio e tre mesi consecutivi di rallentamento, dunque, l’indagine di novembre registra una nuova accelerazione della crescita dell’eurozona. Nel suo insieme, il tasso di espansione è stato forte ed è rimasto superiore alla media storica. Tale andamento rispecchia la resilienza del settore terziario, a fronte di un manifatturiero ancora pesantemente ostacolato dai disagi legati alla fornitura, che ha rilevato il secondo più debole incremento della produzione dall’inizio della ripresa di luglio 2020.

Nel mese, peraltro, si è registrata un’ulteriore intensificazione della pressione sui prezzi nell’eurozona, con un’accelerazione che ha toccato nuovi record per i prezzi di acquisto e di vendita.

Forti disparità nel mese pure tra i dati nazionali. Anche se ai minimi in sette mesi, l’Irlanda ha registrato l’espansione più rapida nei dati di produzione composita manifatturiera e terziaria. Nel frattempo, Spagna, Italia e Francia hanno marcato le accelerazioni maggiori, nettamente superiori alle rispettive medie storiche. La Germania, invece, ha segnato il tasso di crescita più debole e valori poco diversi dai minimi in otto mesi di ottobre.

“Il miglioramento del tasso di crescita economica segnalato dal Pmi dell’eurozona durerà probabilmente poco - commenta Chris Williamson, capo economista di Ihs Markit –. Non si è solo indebolita la crescita della domanda, ma anche le aspettative di crescita futura delle aziende sono crollate a causa dei timori di una nuova ondata pandemica”.

“Visto che i dati sono stati raccolti nei giorni precedenti alle notizie sulla variante Omicron – spiega Williamson –, l’ottimismo sulle prospettive a breve termine senz’altro si ridurrà ulteriormente. La crescita appare particolarmente debole in Germania e Francia, dove le carenze di fornitura hanno penalizzato prima il manifatturiero e poi il terziario. Hanno mostrato più tenuta le espansioni in Spagna e Italia. Ma anche queste corrono rischi, se saranno reinserite nuove misure di distanzaimento anti-covid”.

“I prezzi – prosegue l’economista - hanno nel frattempo continuato la loro inesorabile salita. I tassi di inflazione a novembre hanno toccato nuovi record, sia per i prezzi medi di acquisto che di vendita di beni e servizi. Mentre la curva dei rischi sulla crescita si è spostata al ribasso, le incognite sulle aspettative dell’inflazione sembrano destinate al rialzo, nel caso in cui i contagi continueranno a salire e saranno introdotte nuove restrizioni”.

“La catena di distribuzione – ha concluso - ne verrebbe colpita ancora di più, la disponibilità di forza lavoro peggiorerebbe e la spesa potrebbe nuovamente spostarsi dai servizi ai beni, aggravando ancora di più lo squilibrio tra l’offerta e la domanda”.


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