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16/12/2021 - StarNews – Zona euro, nella stima flash di dicembre, Pmi composito a 53,4 punti da 55,4 di novembre. Nel dettaglio, manifatturiero a 58,0 da 58,4 e servizi a 53,3 da 55,9

Nella zona euro, il Pmi composito, sintesi dei settori manifatturiero e servizi, nella stima flash di dicembre si attesta a 53,4 punti (livello più basso in 9 mesi) da 55,4 di novembre e dai 53,8 previsti dagli analisti di Star am nel Market movers settimanale.

Il dato, elaborato da Markit sulla base di circa l’85% del totale delle risposte del sondaggio, dunque, si indebolisce ma resta oltre la soglia dei 50 punti. E torna a rallentare dopo la prima accelerazione rilevata nel mese precedente da luglio scorso (quando ha segnato il picco in 15 anni) e dopo aver toccato il minimo in sei mesi a ottobre.

Nel dettaglio settoriale, l’indice del manifatturiero ha marcato 58,0 punti (minimo in 10 mesi) da 58,4 e dai 57,6 prospettati nel Market movers. L’indice del terziario è sceso a 53,3 punti (minimo in 8 mesi) da 55,9 del mese precedente e dai 54,0 stimati dagli analisti di Star am. La produzione manfatturiera, infine, ha rallentato a 53,9 punti (massimo in 3 mesi) da 53,8 di novembre.

L’aumento del tasso dei contagi da covid-19 sta intaccando l’attività del terziario. Migliora invece il manifatturiero, favorito dall’accorciamento dei ritardi della fornitura. I prezzi di acquisto e di vendita delle aziende continuano a salire vertiginosamente, anche se a ritmo ridotto rispetto a novembre. Nel frattempo, l’ottimismo sugli affari ha mostrato resilienza, malgrado l’aumento dei contagi, sostenendo un forte, ma indebolito, tasso di crescita occupazionale in tutta la regione. Nel 2022, le aziende prevedono una diminuzione dei disagi pandemici, soprattutto nell’ambito della catena di distribuzione.

Nello spaccato geografico, si rileva una stagnazione della crescita in Germania, ascrivibile al primo calo da giugno 2020 dei nuovi ordini sia per i beni che per i servizi, dopo 17 mesi di ripresa, a fronte di un nuovo crollo dell’attività terziaria che ha controbilanciato l'accelerazione della produzione manifatturiera. In Francia, invece, l’attività mostra ancora un forte tasso di espansione, anche se più lento rispetto a novembre, grazie a una relativa tenuta  del terziario, contro un declino della produzione manifatturiera per la seconda volta in tre mesi.

Il resto dell’eurozona ha registrato l’espansione più lenta da aprile, con un progresso moderato sia della manifattura che dei servizi, anche se i tassi di incremento si sono mantenuti nettamente superiori alla media di lungo termine.

“La nuova ondata pandemica da covid-19 ancora una volta ha penalizzato l’economia dell’eurozona – ha commentato Chris Williamson, capo economista di Ihs Markit –. La diffusione dei contagi ha ridotto soprattutto l’espansione del settore dei servizi, determinando una chiusura di 2021 deludente. La Germania, che ha registrato il primo stallo economico da un anno e mezzo, è stata la più colpita, ma il rallentamento ha interessato un po’ tutta la regione”.

“Un incoraggiamento arriva dal settore manifatturiero  – aggiunge Williamson -, che ha mostrato una riduzione della pressione sulla catena di distribuzione, favorendo la ripresa della produzione industriale. Il settore auto, in particolare, ha riportato la prima crescita della produzione da agosto. I minori problemi relativi alla fornitura hanno alleviato parte della pressione inflazionistica al rialzo, anche se il tasso generale di inflazione dei prezzi di dicembre è aumentato, risultando ancora il secondo più alto di sempre. Mentre l’inflazione potrebbe raggiungere presto il picco, il tasso di crescita è rimasto elevato”.

"Con l'avvicinarsi del 2022 - conclude l'economista – la variante Omicron comporta ulteriori rischi al ribasso sulle previsioni di crescita, e qualsiasi disagio sulla catena di distribuzione potrebbe tradursi in un ennesimo aumento vertiginoso della pressione sui prezzi”.


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