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24/01/2022 - StarNews – Zona euro, nella stima flash di gennaio, Pmi composito a 52,4 punti da 53,3 di dicembre. Nel dettaglio, manifatturiero a 59,0 da 58,0 e servizi a 51,2 da 53,1

Nella zona euro, il Pmi composito, sintesi dei settori manifatturiero e servizi, nella stima flash di gennaio decelera ancora, a 52,4 punti (livello più basso da marzo 2021, mese in cui è iniziata la ripresa dalle chiusure pandemiche) da 53,3 di dicembre e dai 51,4 previsti dagli analisti di Star am nel Market movers settimanale.

Il dato, elaborato da Markit sulla base di circa l’85% del totale delle risposte del sondaggio, dunque, resta oltre la soglia dei 50 punti ma rallenta ulteriormente, per il secondo mese consecutivo, dopo la prima accelerazione rilevata a novembre da luglio scorso (quando ha segnato il picco in 15 anni).

I minori ritardi della fornitura hanno favorito il rilancio del manifatturiero mentre le nuove restrizioni pandemiche hanno causato un forte rallentamento dell’espansione terziaria. Al contempo, mentre i prezzi medi di vendita per beni e servizi sono aumentati a un tasso mai superato prima, la riduzione dell’inflazione dei prezzi d’acquisto del manifatturiero mostra una riduzione della pressione sui prezzi delle materie prime.

Nel dettaglio settoriale, infatti, l’indice del manifatturiero ha marcato 59,0 punti (massimo in 5 mesi) da 58,0 e dai 57,1 prospettati nel Market movers. L’indice del terziario è sceso a 51,2 punti (minimo in 9 mesi) da 53,1 del mese precedente e dai 51,2 stimati dagli analisti di Star am. La produzione manfatturiera, infine, ha rallentato a 55,8 punti (massimo in 5 mesi) da 53,8 di dicembre.

Nello spaccato geografico, si rileva in Germania, dopo la contrazione di dicembre, una ripresa dell’attività al tasso più forte da settembre (54,3 da 49,9), grazie all’impennata della produzione industriale (60,5 da 57,4) e al ritorno alla crescita del terziario (52,2 da 48,7). Al contrario, l’espansione in Francia ha indicato il valore più basso da aprile (52,7 da 55,8), riflesso di un manifatturiero quasi in stallo (a 55,5 da 55,6) e di un netto indebolimento delle prestazioni del terziario (a 53,1 da 57,0).

Nel resto dell'eurozona l’espansione si è quasi arrestata a causa della nuova contrazione dell’attività terziaria.

“A inizio anno – ha commentato Chris Williamson, capo economista di Ihs Markit –, l’ondata Omicron ha determianto un altro forte calo della spesa su molti servizi diretti al consumatore, con il turismo e le attività ricreative colpite piuttosto duramente. Tuttavia, l’impatto sull’economia in generale sembra finora abbastanza tenue. E ancora più incoraggiante è l’ulteriore riduzione dei ritardi sulla catena distributiva manifatturiera, nonostante la nuova ondata pandemica”.

“La riduzione della crisi dell’offerta – aggiunge Williamson - non solo ha agevolato il rilancio della produzione delle fabbriche ma ha anche moderato la pressione sui costi del manifatturiero. Se Omicron ha colpito le previsioni del settore terziario, rispetto alle precedenti ondate l’impatto sembra al momento meno severo. Intanto, le prospettive delle aziende manifatturiere sono migliorate grazie alle minori carenze, contribuendo a registrare previsioni future migliori”.

"Il prezzo di beni e servizi - conclude l'economista –, tuttavia, sta salendo a un tasso record, con l’aumento del costo del lavoro e dell’energia che controbilancia la riduzione del prezzo delle materie prime sostenuto dai produttori. Il che sta falciando la speranza di un imminente raffreddamento delle pressioni inflazionistiche”.


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