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03/03/2022 - StarNews – Usa, Ism non manifatturiero a febbraio a 56,5 punti da 59,9 di gennaio. Pmi dei servizi definitivo di Markit, a 56,5 punti da 51,2. Composito a 55,9 da 51,1

Negli Usa, l’Ism non manifatturiero a febbraio scivola a 56,5 punti, dai 60,5 stimati nel Market movers settimanale e dai 59,9 di gennaio. Il dato, elaborato dall'Institute for Supply Management, peraltro, resta ampiamente in territorio di espansione, oltre la soglia dei 50 punti.

Tra le componenti dell'indice, andamento aziendale è sceso a 55,1 punti da 59,9 del mese precedente, ordini a 56,1 da 61,7 e occupazione a 48,5 punti da 52,3 mentre la componente sui prezzi è salita a 83,1 da 82,3.

Anche l'indice Pmi dei servizi definitivo, elaborato da Markit, a febbraio accelera invece a 56,5 punti da 56,7 della stima preliminare e 51,2 del mese precedente. L'indice, che rappresenta un sondaggio sui direttori d’acquisto delle aziende attive nel settore terziario, mostra dunque un tasso di crescita più forte e si consolida ben oltre la soglia dei 50 punti.

L'indice composito, che sintetizza la dinamica di servizi e manifatturiero, si attesta a 55,9 punti dai 56 della lettura preliminare e dai 51,1 del mese precedente.

"Le imprese del settore dei servizi negli Usa hanno registrato un forte rimbalzo dell’attività a febbraio grazie alla riduzione delle misure per il contenimento del virus al minimo da novembre – ha commentato Chris Williamson, capo economista di Ihs Markit -. I dati confermano che la variante Omicron sembra aver avuto un impatto sull'economia modesto e di breve durata.

“I sondaggi Pmi del mese di riferimento sono sostanzialmente coerenti con l'aumento del Pil a un tasso annualizzato del 3,5% dal +0,9% di gennaio. Nel primo trimestre, dunque il Pil si stima in crescita ora in media a poco più del 2%.

Permangono diffusi vincoli alla produzione, colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento e scarsa disponibilità di manodopera, che limitano la crescita nel manifatturiero e nei servizi, mentre la domanda continua a crescere più rapidamente della produzione, determinando pressioni sui prezzi senza precedenti”.

“Il conflitto in Ucraina – conclude Williamson -, sta portando ulteriori rincari di energia e materie prime in generale, che si aggiungeranno alle pressioni inflazionistiche già presenti negli Usa. Più incerto sarà l’impatto della guerra sulla fiducia delle imprese. L'ottimismo aziendale per l'anno a venire era aumentato nel manifatturiero e nei servizi a febbraio al massimo da 15 mesi, a fronte di un allentamento delle restrizioni contro il covid-19 e delle vischiosità nelle forniture.

Tuttavia, la resilienza di questo ottimismo sarà messa alla prova dal conflitto in Europa e andrà monitorata nelle prossime settimane come un barometro della propensione al rischio sia nella spesa che negli investimenti”.


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