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22/04/2022 - StarNews – Zona euro, nella stima flash di aprile, Pmi composito di S&P Global a 55,8 punti da 54,9 di marzo. Nel dettaglio, manifatturiero a 55,3 da 56,5 e servizi a 57,7 da 55,6

Nella zona euro, il Pmi composito, sintesi dei settori manifatturiero e servizi, nella stima flash di aprile accelera a 55,8 punti (massimo in 7 mesi) da 54,9 di marzo.

Il dato, elaborato da S&P Global sulla base di circa l’85% del totale delle risposte del sondaggio, dunque, si consolida oltre la soglia dei 50 punti.

Nel dettaglio settoriale, l’indice del manifatturiero è scivolato a 55,3 punti (minimo in 15 mesi) da 56,5 di marzo.

Il Pmi del terziario è salito a 57,7 punti da 55,6 di marzo (massimo da 8 mesi). L'indice della produzione manfatturiera, invece, ha decelerato a 50,4 punti (minimo in 22 mesi) da 53,1 di marzo.

Nello spaccato geografico, la Germania ha mostrato un peggioramento del Pmi manifatturiero, a 54,1 da 56,9, e un rafforzamento di quello dei sevizi a 57,9 da 56,1. In Francia, il manifatturiero si porta a 55,4 da 54,7 e i servizi a 58,8 da 57,4.

“I dati di aprile - ha commentato Chris Williamson, capo economista di S&P Global – hanno osservato una ripresa dell'economia dell'eurozona a due velocità. Il manifatturiero ha riportato una fase di quasi-stallo dovuta agli attuali problemi sulla fornitura, all'incremento dei prezzi e all'evidente impatto dell'avversione al rischio sulla spesa provocata dalla guerra. Inoltre, è emerso un manifatturiero in sofferenza per il trasferimento della domanda dai beni verso i servizi, ascrivibile all’allentamento delle restrizioni pandemiche, che, in particolare, ha favorito un’espansione record della spesa in attività come viaggi e attività ricreative”.

“Fattore comune a entrambi i settori – ha aggiunto l’economista - è stata l’ennesima crescita della pressione dei costi guidata dall’impennata dei costi energetici e delle materi prime, così come quelli salariali. I prezzi medi applicati per beni e servizi di aprile sono aumentati a un tasso senza precedenti. Gli incrementi sono stati a loro volta trasferiti ai clienti, accreditando preoccupanti segnali di aggravamento delle pressioni inflazionistiche”.

“L’eurozona, nel complesso - ha concluso Williamson -, ha iniziato il secondo trimestre su un piano migliore del previsto, confutando le unanimi aspettative di rallentamento. La debolezza del manifatturiero però preoccupa molto, perché sintomatica di un’economia che non lavora a pieno regime”.


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