Approfondimenti

21/07/2016 - StarNews – BCE lascia i tassi invariati. Draghi: “Politica monetaria invariata, informazioni insufficienti per prendere decisioni all’indomani della Brexit”

La BCE lascia i tassi invariati sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente a zero, a -0,25% ed a -0,40%. La decisione è in linea con le previsioni dei mercati. Non si ripete, pertanto, la sorpresa di maggio, in cui li aveva spiazzati tagliando i tassi di 5 punti base a un nuovo minimo storico per la zona euro e aveva annunciato altre misure espansive, tra cui il rafforzamento del Quantitative easing.

 “I mercati hanno reagito con resilienza e forza allo shock della Brexit”, ha rilevato nella consueta conferenza stampa che segue la riunione del Consiglio direttivo, il presidente dell’istituto Mario Draghi. A suo giudizio, però, le informazioni attualmente disponibili non sono sufficienti per prendere decisioni. “La BCE – ha detto - potrà valutare meglio la situazione quando avrà a disposizione i dati delle prossime settimane e dei prossimi mesi. La ripresa potrà proseguire a un ritmo moderato e la crescita nel secondo trimestre si profila inferiore a quella registrata nei primi tre mesi dell’anno. Mentre La domanda interna dell'eurozona sostiene un export modesto e l’inflazione potrà mantenersi bassa nei prossimi mesi e tornare a salire nel 2017 e nel 2018”. L’istituto di Francoforte, peraltro, assicura Draghi, è pronto a ricorrere a tutti gli strumenti a propria disposizione e a mantenere i tassi di interesse bassi agli attuali livelli oltre l'orizzonte temporale del Qe.

 Per ora, dunque sembra che la Brexit non avrà un impatto significativo sull'economia mondiale, quindi con molta probabilità l’unica Banca centrale che risponderà alla Brexit sarà la Bank of England, che durante la riunione di agosto potrebbe decidere un taglio di 25 punti base dei tassi di interesse.

 “Il Consiglio direttivo della Bce - si legge nel comunicato emesso al termine della riunione - continua ad attendersi che i tassi di interesse di riferimento si mantengano su un livello pari o inferiore a quello attuale per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l'orizzonte degli acquisti netti di attività". Conferma, pertanto, l'intenzione di condurre gli acquisti mensili di attività per 80 miliardi di euro sino alla fine di marzo 2017, o anche oltre se necessario, "e in ogni caso finché non riscontrerà un aggiustamento durevole dell'evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di inflazione".

In particolare il Direttivo verificherà l'effettivo passaggio all'economia reale delle misure monetarie decise e "nei prossimi mesi" riesaminerà la situazione "anche con le nuove informazioni, tra cui le stime aggiornate dei tecnici BCE" su crescita e inflazione.

 Draghi è intervenuto anche sulla questione dei crediti deteriorati (Npl) in Europa, non escludendo il paracadute pubblico per le banche in difficoltà, purché solo in casi eccezionali o quando "il mercato dei crediti deteriorati è sotto pressione" per evitare una loro svendita. I crediti deteriorati, per Draghi, sono un problema per "la futura redditività delle banche e la loro capacità di fare prestiti". Draghi ha rilevato come i governi possano agire per far funzionare "pienamente" il mercato degli Npl anche con misure legislative. "Le regole europee – ha precisato - contengono tutta la flessibilità necessaria per le circostanze eccezionali. Su questo aspetto i poteri ricadono sulla Commissione europea".


Invia per E-mail stampa facebook Più Share on Google+ Share on LinkedIn