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09/09/2021 - StarNews – Riunione della BCE: meno acquisti rispetto ai trimestri precedenti, confermati livello dei tassi di interesse e altre misure. Lagarde: "Non è tapering, ricalibriamo solo il Pepp alle previsioni su economia e pandemia"

Il ritmo degli acquisti netti di attività nel quadro del Programma di acquisto per l'emergenza pandemica (Pepp) sarà "moderatamente inferiore rispetto ai due trimestri precedenti". Lo ha deciso il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE) nella dichiarazione diffusa al termine del meeting di politica monetaria dell’istituto.

La BCE, peraltro, non ha stabilito il volume esatto di acquisti mensili o trimestrali nel programma Pepp, in quanto "condurrà gli acquisti in maniera flessibile in base alle condizioni di mercato, allo scopo di evitare un inasprimento delle condizioni di finanziamento incompatibile con il contrasto dell’effetto al ribasso della pandemia sul profilo previsto per l'inflazione". 

I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%. Gli acquisti netti nell'ambito del Paa proseguiranno a un ritmo mensile di 20 miliardi di euro, con il Direttivo che si attende "che gli acquisti netti mensili saranno condotti finché necessario a rafforzare l'impatto di accomodamento dei suoi tassi di riferimento e che termineranno poco prima che inizierà a innalzare i tassi di riferimento della BCE".

Riguardo alle operazioni di rifinanziamento, il Consiglio ha assicurato "continuerà a fornire abbondante liquidità attraverso le sue operazioni di rifinanziamento", con la terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (Omrlt-III) che "resta per le banche una fonte di finanziamento interessante, a sostegno del credito bancario alle imprese e alle famiglie".

"Non stiamo facendo tapering, stiamo ricalibrando il Pepp, così come abbiamo già fatto a dicembre e a marzo, sulla base delle previsioni aggiornate sull'andamento dell'economia e della pandemia”, ha precisato la presidente della BCE, Christine Lagarde, nella conferenza stampa a margine della riunione. "Siamo convinti della decisione, presa all'unanimità dal Direttivo, di ricalibrare il programma di acquisti per i prossimi tre mesi - ha aggiunto Lagarde – per far fronte al rimbalzo dell'economia europea. E quando il Pepp arriverà al termine, ci saranno comunque altri strumenti come l'App (della cui fine è prematuro parlare)".

L'istituzione di Francoforte si aspetta che l'inflazione aumenterà ulteriormente questo autunno, ma diminuirà l'anno prossimo. Le nuove proiezioni la prevedono su base annua a +2,2% nel 2021, a +1,7% nel 2022 e a +1,5% nel 2023, riviste al rialzo rispetto alle precedenti stime di giugno. "Questa temporanea ripresa dell'inflazione - ha rilevato Lagarde - riflette soprattutto il forte aumento dei prezzi del petrolio dalla metà dello scorso anno, l'inversione della riduzione temporanea dell'Iva in Germania, le vendite estive ritardate nel 2020 e le pressioni sui costi derivanti da carenze temporanee di materiali e attrezzature".

La BCE, inoltre, stima il Pil a +5% quest'anno, dal +4,6% prospettato a giugno, mentre l'anno prossimo si prevede a +4,6%, sostanzialmente invariato rispetto alla precedente proiezione del 4,7%. Per il 2023 è atteso un +2,1%: “Crediamo che l'economia continuerà a beneficiare dell'allentamento delle misure di restrizione anche nel 2022 – ha detto Lagarde - e che i colli di bottiglia verranno gestiti nella prima parte del prossimo anno”.

Per il capo della BCE, "i rischi per le prospettive economiche sono equilibrati". Tra i fattori che potrebbero spingerle al rialzo ha citato il fatto che "i consumatori acquistino maggiore fiducia e risparmino meno di quanto attualmente previsto" e "un miglioramento più rapido della situazione pandemica". Tra gli elementi negativi, l’ipotesi che "le strozzature dell'offerta durino più a lungo e si traducano in aumenti salariali superiori al previsto" e un peggioramento della pandemia che "potrebbe ritardare l'ulteriore riapertura dell'economia".


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